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Roma, arrestato Nunzio D’Erme

Popolare figura di militante dei centri sociali, D’Erme arrestato per un parapiglia seguito a una provocazione di Militia Christi. Domani presidio a Regina Coeli

di Checchino Antonini

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Arrestato a Roma Nunzio D’Erme, militante dei centri sociali, per due volte consigliere comunale nella Capitale. I primi a dare la notizia sono stati i colleghi di Contropiano, nella tarda mattinata.  L’accusa sarebbe legata a  «episodi lontani e minori tenuti nel cassetto a lungo prima di essere utilizzati da una magistratura che acquisisce sempre più protagonismo nella gestione delle questioni sociali», si legge sul quotidiano on line.
Una conferenza stampa presso la sede dell’ex X Municipio della capitale – attualmente VII – in Piazza di Cinecittà, fa il punto. Le notizie arrivano dal Corto Circuito e da Acad Roma: nella stessa operazione di polizia è stato arrestato anche Marco Bucci, Marcolino, un giovane attivista dello Spartaco, centro sociale dello stesso municipio del Corto e ora si trova ai domiciliari con l’accusa di resistenza. Voce che si trova anche nella lista di accuse mosse a Nunzio di cui si chiede l’arresto poiché in quanto figura carismatica potrebbe inquinare le prove.

I fatti si riferiscono a una mobilitazione, il 21 maggio scorso, contro l’omofobia in cui alcuni attivisti di Militia Christi, gruppuscolo fondamentalista cattolico, legato a settori dell’estrema destra, avrebbero cercato lo scontro. Nel parapiglia D’Erme avrebbe preso parte all’“evasione” di un ragazzo, il compagno ai domiciliari, afferrato quel giorno dalla polizia. Un agente si sarebbe procurata una prognosi di 55 giorni.

«Sono fatti francamente inquietanti. C’è da rimanere preoccupati sotto il profilo giuridico. Per Nunzio D’Erme siamo all’apoteosi: la custodia cautelare è in ragione della sua figura carismatica e della sua leadership», spiega l’avvocato Marco Lucentini. «Due agenti sostengono di essere stati aggrediti insieme a militanti di Militia Christi – ha aggiunto il legale durante un collegamento telefonico nel corso di una conferenza stampa che hanno tenuto i centri sociali all’interno del VII municipio a Roma – Per Marco Bucci, il secondo arrestato, ai domiciliari, la pena sarà sicuramente superiore ai tre anni. C’è da rimanere inorriditi, perchè si tratta di resistenza a pubblico ufficiale». I militanti dei centri sociali spiegano infatti che per Bucci, incensurato, laureato da pochi mesi all’Università Roma Tre in Scienze politiche, sarebbe stata richiesta la sospensione della condizionale. «Inoltre il poliziotto che quel giorno era stato refertato al pronto soccorso con una prognosi di tre giorni – conclude l’avvocato Lucentini – è arrivato ad ottenerne una di 40 effettuando in seguito altre visite mediche».

Militia Christi è un’organizzazione tradizionalista, oscurantista, che si guadagna gli onori delle cronache con provocazioni non solo verbali contro l’autodeterminazione di donne e uomini in nome di un dio autoritario che li autorizza a speculare sul dolore delle persone. Sul suo sito si fa cenno alla conferenza pro Gender, organizzata dall’on. Costantino nel VII Municipio di Roma che avrebbe visto l’aggressione (addirittura venti contro due armati di «punteruoli e scalpelli») di militanti di Militia Christi, «venuti a seguire pacificamente il convegno per ribadire le posizioni della famiglia naturale». «Un’altra importante prova – a detta degli ultras cattolici – che i teorici e sostenitori del Gender sono violenti e fomentano l’eterofobia, rendendo addirittura pericolose anche le sedi istituzionali. Militia Christi infine ribadisce e rafforza il suo totale impegno affinchè queste deleterie teorie non possano continuare a ledere l’incolumità mentale e fisica di coloro che liberamente pensano in modo contrario».

«Siamo stati noi ad essere stati aggrediti da un gruppo di Militia Christi venuto con dei volantini per contestare il seminario sulle diversità che era in corso all’interno del Municipio», controbattono i centri sociali. «È assurdo che abbiano arrestato Nunzio e un altro incensurato e hanno lasciato a piede libero gli aggressori – spiega Alessandro Luparelli, di Spartaco -. Il convegno, “Caro professore mi chiamano gay”, era in corso quando un gruppo di partecipanti è sceso ed è stato aggredito per le scale da alcuni militanti di Militia Christi che già dal giorno precedente contestavano sul loro sito i contenuti del seminario». Luparelli sottolinea inoltre che Nunzio D’Erme è uscito dalla sala solo in un secondo momento quando avrebbero sentito alcune urla. «Quando siamo arrivati sul posto era già tutto finito  eravamo convinti che non fosse successo nulla di grave, infatti il convegno è continuato regolarmente». Domani pomeriggio i centri sociali hanno organizzato una manifestazione di solidarietà fuori dal carcere di Regina Coeli dove è detenuto l’ex consigliere comunale.

D’Erme ha passato da poco la cinquantina. Diplomato geometra, istruttore di nuoto precario da  anni in una piscina comunale. Negli anni 70 e 80 partecipa alle lotte del movimento; conosce il carcere minorile per uno scontro con i fascisti. Negli anni ‘90, dopo aver partecipato alle lotte per la casa nelle periferie romane, occupa insieme ad altri il Corto Circuito, nella borgata del Lamaro a Cinecittà. Sono questi gli anni di “Ya Basta”, delle tute bianche, di Genova, Firenze, della disobbedienza e della relazione con tutti gli altri Centri sociali in Italia. Nunzio era a Milano nel settembre del 94 contro lo sgombero del Leoncavallo. Per due mandati sarà punto di riferimento delle lotte sociali come consigliere al Comune di Roma, indipendente nelle liste del Prc con cui rompe nel 2004 quando il partito non gli consente di essere eletto al parlamento europeo (tutto dipendeva dall’opzione di Bertinotti, eletto in quattro collegi).

Infine l’esperienza di Action (Agenzia Comunitaria per i Diritti) e l’apertura di una nuova fase del diritto all’abitare. Centinaia di appartamenti in mano a grandi proprietà, vengono occupati per i senza casa: Nunzio viene denunciato ancora una volta.  Alle ultime elezioni comunali non ha fatto mancare il suo appoggio alla lista Repubblica Romana con Sandro Medici.

Ma non è la prima volta che Nunzio D’Erme viene arrestato. Nel 2003, con altri dodici persone, finì ai domiciliari con l’accusa di violenza e resistenza a pubblico ufficiale per aver messo in atto una “preordinata strategia criminale” durante gli scontri all’Eur in occasione del vertice Ue del 4 ottobre. Il giorno prima D’Erme e altri Disobbedienti avevano scaricato del letame davanti casa di Berlusconi (azione che costò a D’Erme il ritiro della delega al bilancio partecipato da parte del sindaco Walter Veltroni).

Tra le decine di prese di posizione, quella della rete degli spazi autogestiti: «L’intento repressivo è evidente dalla pretestuosa applicazione di queste misure cautelari, giustificate dalla ‘notorietà e capacità di mobilitarè. Invitiamo quindi coloro che hanno partecipato all’assemblea pubblica del 17 settembre a Piazza dei Sanniti ad aderire al presidio di giovedì 25 settembre alle ore 18.30 sotto Regina Coeli per gridare tutta la nostra solidarietà e pretendere la libertà di Marco, Nunzio ma anche degli altri attivisti arrestati negli ultimi mesi a seguito delle lotte sociali per il diritto alla città e all’abitare. Confluiremo poi tutti all’Assemblea pubblica a Piazza dei Sanniti perciò posticipata alle ore 20,30». Anche Sinistra Anticapitalista di Roma legge l’intento di repressione preventiva: «E’ arrivato l’autunno dopo un’estate di sgomberi a catena e di controriforme annunciate dal governo Renzi. L’arresto di Nunzio e Marco ha tutto il sapore di un gesto di guerra preventiva ai movimenti sociali alla vigilia delle mobilitazioni per lo sciopero generalizzato. E’ un segnale di ulteriore concessione di agibilità alle tendenze più oscurantiste che albergano in città. Militia Christi, infatti, è l’espressione del cattolicesimo più becero e liberticida, omofobo e ostile all’autodeterminazione delle donne. Diritti sociali e civili si difendono insieme ed è necessario unificare le lotte per esprimere il massimo della risposta ai tentativi di criminalizzazione dei movimenti e di  compressione dei diritti. Totale solidarietà, da parte nostra, ai compagni arrestati»

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