Il nuovo film di Daniele Ciprì con Sergio Castellitto e Rocco Papaleo è al cinema. Su Popoff la recensione.
Il trailer del film
Si intuisce immediatamente, dai titoli di testa: non è la solita commedia nostrana. La buca, il nuovo film di Daniele Ciprì, è una di quelle pellicole che smentisce i detrattori del cinema italiano e dimostra come un buon film sia possibile farlo anche qui, nella repubblica delle banane (e dei gufi/sciacalli). «Non si vede solo con gli occhi». Quando guardi un film, però, l’occhio vuole la sua parte. Ciprì lo sa e perciò ha un’attenzione intelligente e devota nei confronti della fotografia che è l’aspetto che si fa notare per primo, in questa pellicola. Capirai, penserete, è il suo mestiere. Eppure non è una cosa così scontata. Non nel nostro cinema, che sembra dimenticarla, la fotografia, quando si tratta di “commedia” -tranne qualche rara eccezione.
È che, ormai, la commedia è percepita come strumento d’intrattenimento frivolo, quasi volgare, in definitiva italiota. Ciprì, invece, rispolvera il genere commedia come opera d’arte e rende omaggio a Lubitsch, a Billy Wilder, soprattutto a Blake Edwards e alla sua Pink Panther. Rende omaggio pure a Mario Monicelli, a Vittorio De Sica e a Dino Risi. Non se ne rende conto ma, in un certo modo, cita anche Wes Anderson nelle sue inquadrature e questa inconsapevolezza certifica l’originalità de La buca.
Il plot si può riassumere così: Oscar è un avvocato decadente, misantropo, misogino, odia i cani, odia le persone e se abbia mai avuto giorni di fasti e di gloria nei meandri sterminati dei tribunali nessuno lo ricorda più; Armando è un uomo che ha scontato una pena di trent’anni ingiustamente per un delitto che non ha commesso. Oscar si arrangia come può per campare, architettando piccole truffe per ottenere risarcimenti non sempre sostanziosi e abita in una strada in cui si è aperta una buca che nessuno sembra voler riparare (teatro ideale per l’ennesima frode, no?). Armando ha, ormai, soltanto la compagnia di un cane -che ha chiamato Internazionale-. Oscar è sempre alla ricerca del prossimo imbroglio da inscenare e ad Armando non resta più nulla se non la certezza della sua innocenza.
Che cosa accadrà quando Oscar (un eccellente Sergio Castellitto) e Armando (Rocco Papaleo che cerca di stare al passo) s’incontreranno nel bistrot della bella Carmen (Valeria Bruni Tedeschi)?
«Chi era il tuo avvocato?/Uno tanto gentile, non interrompeva mai l’accusa…».
Ma è chiaro, una mega-truffa ai danni dello Stato per ottenere il giusto risarcimento: ridare dignità ad Armando…? No, macché. Fare un mucchio di quattrini. «Ma chi è questo Armando?/Soldi, mamma, tanti soldi!». Solo che proprio truffa non è. Perché Armando è incolpevole davvero. «Tu non sei un finto invalido, Armando, sei un vero invalido!». Così inizierà un vero e proprio viaggio alla ricerca della verità. Un viaggio arricchito dagli incontri con personaggi stravaganti e unici, personaggi che ricordano enormemente quelle gallerie di figure andersoniane (e l’ammaliato Nancho di Jacopo Cullin è il migliore). Personaggi che non fanno mai ridere ma sorridere. Questo, d’altronde, era l’intento di Ciprì (bravooooooo!).
Un viaggio, dicevamo, che riserverà qualche sorpresa e qualche difficoltà. «Tu vuoi buttare tutto quanto perché un messicano non può dire una cosa vera anche se non l’ha vista?».
La buca è un film-metafora, anzi, un film-metafore: ce ne sono tante che vanno colte, riconosciute, apprezzate. Ci sono metafore ovunque: dei compromessi, delle scappatoie, delle raccomandazioni, degli sfaceli, dell’illegalità, e dello spirito arrabattone e arrangione che ci caratterizza, noi italiani, tutti quanti. «Questa non è una truffa! È filosofia del diritto.» È una critica spietata, quella di Ciprì, condotta però in maniera leggera, ironica, quasi fiabesca. «La legge va interpretata perché la legge è una materia prima».
Una critica che finisce dritta, spedita, in una disfatta, in una discontinuità perenne che ci affligge come il peggiore dei mali.
In una buca, appunto.
LA BUCA
Regia di Daniele Ciprì
Con Sergio Castellitto, Rocco Papaleo, Valeria Bruni Tedeschi, Jacopo Cullin, Ivan Franek
Drammatico, 90 min.
Italia, 2014
Uscita giovedì 25 settembre 2014
Voto Popoff: 4/5
da vedere se: avete nostalgia delle commedie degli anni Sessanta
da non vedere se: siete fan dei cinepanettoni