13.5 C
Rome
giovedì, Novembre 21, 2024
13.5 C
Rome
giovedì, Novembre 21, 2024
HomecultureSuicidi in aumento tra i soldati israeliani

Suicidi in aumento tra i soldati israeliani

Un riservista e tre soldati israeliani della Brigata Givati, direttamente coinvolti nelle operazioni terrestri dell’estate scorsa  contro la Striscia di Gaza, si sono tolti la vita. Ma l’esercito di Tel Aviv non la dice tutta.

di Marina Zenobio

suicidi soldati israeliani

Secondo i dati diffusi dal Centro di Informazione e Ricerca della Knesset , 133 militari israeliani hanno posto fino alla loro vita tra il 2007 e il 2012 (in quest’arco di tempo c’è stata anche l’operazione Piombio fuso), circa 27 suicidi ogni anno, quasi 3 al mese. L’82% svolgeva il servizio obbligatorio e il 74% era di età compresa tra i 18 e i 21 anni. L’anno scorso la media si era abbassata a solo 8 soldati suicidi ma dalla fine dell’ultima aggressione nella striscia di Gaza, il 26 agosto scorso, altri tre soldati più un riservista si sono tolti la vita.

L’esercito israeliano però sembra riluttante a dare notizie su altri casi di morti “sospette” e si difende sostenendo che sono le famiglie dei soldati deceduti a non volere che i nomi dei loro figli vengano inclusi nella categoria “suicidi”.

Secondo quanto riportato dai quotidiano Haaretz e Maariv, il riservista si è ucciso nella base militare a cui faceva capo, mentre ancora erano in corso i bombardamenti su Gaza dell’operazione Margine di protezione. I tre soldati, invece, facevano parte della Brigata di fanteria Givati, una unità d’élite direttamente coinvolta nelle operazioni terrestri sulla Striscia, e si sono uccisi sparandosi con la pistola d’ordinanza. Un particolare messo in rilievo dalla stampa locale, è che due dei tre soldati si sono recati fino alla frontiera con Gaza per compiere l’estremo atto.

La polizia militare ha aperto un’inchiesta, ma non che ci voglia Sherlock Holmes per capire le cause all’origine di questi suicidi. Per gli psichiatri militari israeliani i soldati sono rimasti vittime di un trauma emotivo molto grave come conseguenza delle loro esperienza di guerra.

Dopo aver massacrato circa 2.200 gazawi, tra cui centinaia di bambini e bambine, averne feriti 11.000, aver distrutto migliaia di case e infrastrutture a Gaza, il minimo che gli si possa augurare è che abbiano un “trauma emotivo”.

2 COMMENTS

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Ultimi articoli

Lo squadrismo dei tifosi israeliani e il pogrom immaginario

Violenza ad Amsterdam: i fatti dietro le mistificazioni e le manipolazioni politiche e mediatiche [Gwenaelle Lenoir]

Ferrarotti è morto e forse la sociologia non si sente troppo bene

Vita e opere dell'uomo, morto il 13 novembre a 98 anni, che ha portato la sociologia in Italia sfidando (e battendo) i pregiudizi crociani

Un Acropoli che attraversa una città, recitando

A Genova va in scena, per la quindicesima edizione, il Festival di Teatro Akropolis Testimonianze ricerca azioni

Maya Issa: «Nessun compromesso sulla pelle dei palestinesi»

L'intervento della presidente del Movimento Studenti Palestinesi in Italia all'assemblea nazionale del 9 novembre [Maya Issa]

Come possiamo difenderci nella nuova era Trump

Bill Fletcher, organizzatore sindacale, sostiene che ora “il movimento sindacale deve diventare un movimento antifascista”. [Dave Zirin]