Lolli, Bubola, Zenobi e Altomare, Cranchi e Meseglise alla terza Rassegna della storica e nuova canzone d’autore promossa dall’associazione Aspettando Godot. 10 e 11 ottobre alla Sala Estense
di Ercole Olmi
«Ti ho incontrato in Inghilterra che cercavi da dormir, / son rimasto per la strada insieme a te. / Tu parlavi da vissuto ma era chiaro invece che / dentro eri spaventato come me». C’è stato un momento in cui alcuni personaggi si facevano beffe della censura, dell’industria dell’immaginario, mescolando vita e arte, politico e personale, musica e parole. E questo lavorìo evocava altri mondi, tirava in ballo la letteratura, attirava altri artisti e altre arti, denunciava il presente, si liberava dal fardello del passato, pretendeva un futuro, scriveva la storia. C’è stato un tempo, molto prima di X Factor e altri carrozzoni che erano i cantautori a disegnare paesaggi. Gente che, per dirla con Nick Hornby, «sapeva come ti sentivi e lo cantava». La grande industria li ha schifati, poi li ha braccati, poi – in gran parte – li ha cooptati, convincendone alcuni a piegarsi alle rime baciate, ed è stato un precipitare di passerotti non andare via, pannolini da lavare, e figli delle stelle. Uno di loro è diventato addirittura presidente della Siae e ha chiesto che venisse sgomberato il Teatro Valle di Roma e il cielo nella sua stanza non si vede più. C’è stato un tempo della canzone d’autore, quasi un’epoca d’oro, e c’è ancora anche se adesso bucare il rumore di fondo della musica commerciale, quella dei riempi-pista, tranquillizzante e indolore, è certamente più difficile. Per fortuna ci sono eventi come quello atteso a Ferrara il 10 e l’11 ottobre: la terza “Rassegna della storica e nuova canzone d’autore” (Sala Estense, dalle ore 21 precise, ingresso 12 euro). A organizzarla l’associazione Aspettando Godot, “covo” di appassionati e coraggiosi. «Sicuramente ben lontana dai fasti e le potenzialità della Rassegna Tenco e altri analoghi eventi di grande riscontro mediatico, sostenuta solo dal tam tam popolare, questa di Ferrara rappresenta comunque l’impegno appassionato a strenua difesa di cantautori storici messi ingiustamente un po’ in disparte dall’unica logica che ormai regna sovrana nel campo della musica, imposta dal mercato che mira solo alla vendibilità e al profitto», ci dice Pino Calautti, animatore del festival estense sostenuto dall’assessorato alla Cultura del Comune con un contributo che, tuttavia, non consente di pareggiare le spese. «Come per l’edizione dello scorso anno, anche in questa occasione chiediamo l’aiuto degli appassionati mettendo a disposizione alcuni gadget», continua Calautti. Presentata da Checchino Antonini, redattore di Popoffquotidiano (media partner dell’evento), la Rassegna (dedicata a Fabrizio De Andrè, si aprirà con un intervento di Pedrini Cantastorie, autore ferrarese, seguirà un concerto di Massimo Bubola, a cui sarà conferito il riconoscimento “Amilcare Rambaldi” alla carriera, e con il gradito ritorno di Renzo Zenobi introdotti da Cranchi, band folk rock. Il loro ultimo lavoro “Volevamo uccidere il re” ha chiare connotazioni libertarie nei testi delle canzoni. La sera successiva, l’11 ottobre, tornerà su quel palco Claudio Lolli (accompagnato da Paolo Capodacqua, Danilo Tomasetta e Roberto Soldati) seguito da Massimo Altomare, quello del duo Loy e Altomare (loro l’incipit di questo articolo). Apre la serata Meseglise, la band che ha realizzato un interessante accostamento tra progressive e canzone d’autore. Info: www.aspettandogodot.it/