62 mila neonati in meno nel 2013, la crisi economica fa crollare le nascite, ma anche la carenza di politiche pubbliche adeguate ha le sue responsabilità nella rinuncia a fare figli.
di Mirna Cortese
Sono sempre meno le coppie che in Italia decidono di fare figli e la causa non sta nel diffondersi dell’infertilità, che pure è un fenomeno che colpisce sempre più individui, ma nella crisi economica.
A scomodarsi per dirci che l’Italia sta diventando un paese di vecchi, oltre che per vecchi, è il Censis e la sua indagine “Diventare genitori oggi” presentata presso la Biblioteca del Senato.
Un calo così repentino delle nascite, in Italia, si è verificato soltanto due volte nel passato: l’evento scatenante, all’epoca, era stata la guerra, la Prima e la Seconda Guerra Mondiale. Con le cifre attuali abbiamo raggiunto il fondo della classifica europea in termini di natalità, e anche la compensazione dovuta alle donne immigrate si è ormai esaurita.
L’anno scorso si è registrata una riduzione delle nascite pari al 3,7% rispetto al 2012, che corrisponde ad un calo della natalità da 9 a 8,5 nati per ogni mille abitanti. Detta così non sembrerebbe neanche tanto grave, ma se si confrontano i dati con quelli precedenti all’inizio della crisi, risulta che dai 576.659 neonati nel 2008, si è scesi a 514.308 nel 2013.
Ma non potrebbe essere altrimenti considerato che, a parte la crisi che pure influisce enormemente, nel paese della “sacra famiglia” sono proprio le famiglie, non di fatto o di fatto che siano, a subire le conseguenze di politiche pubbliche sempre più insufficienti.
Secondo il Censis, infatti, il 61% degli italiani e delle italiane sarebbero più propense ad avere figli se migliorassero gli interventi pubblici. Sgravi fiscali e aiuti economici diretti sono le principali richieste, seguite immediatamente dall’esigenza di potenziare gli asili nido.
Sono soprattutto i giovani fino a 34 anni (oltre il 90%) a subire maggiormente l’impatto della crisi e della carenza di politiche pubbliche adeguate, condizionati così nella scelta, ma sarebbe più corretto usare la parola rinuncia, di fare figli.
Alla luce delle nuove forme di famiglia, il 46% degli intervistati ritiene legittimo per i single avere la possibilità di diventare genitore, e il 29% pensa sia giusto anche per le coppie omosessuali. Percentuali da non disdegnare nel paese che ospita il Vaticano perché, ciò nonostante, secondo il Censis la fede religiosa ha una influenza limitata. Infatti il 43% dei cattolici praticanti è d’accordo alla genitorialità anche dei single, e il 23% favorevole anche per le coppie omosessuali.