11.2 C
Rome
venerdì, Novembre 22, 2024
11.2 C
Rome
venerdì, Novembre 22, 2024
Homecronache socialiQuando raccontare favole e filastrocche diventa un lavoro

Quando raccontare favole e filastrocche diventa un lavoro

L’amore per la lettura ad alta voce e per i giochi creativi. E una libreria a Manfredonia si è trasformata nel luogo dove si raccontano le favole e le filastrocche. I bambini accorrono. E lo fanno anche i genitori e i nonni.

 

di Michela Conoscitore

A Manfredonia, un anno fa, i bambini, accompagnati da genitori, nonni e parenti, sono entrati per la prima volta “Nella pancia della balena”, una libreria – fucina di favole e filastrocche, dove li attendevano due racconta storie, Ortensia Panucci e Laura Del Vecchio: «Sono mamma di due bimbi, ormai grandi. Quando erano piccoli, ho coltivato con loro l’amore per la lettura ad alta voce e per i giochi creativi. Il mio sogno è sempre stato quello di aprire un’attività dove potermi divertire insieme ai bambini», racconta Ortensia. «Mentre la mia collega faceva la mamma, io studiavo. Mi sono laureata in Conservazione dei Beni Librari», spiega Laura Del Vecchio, «ho lavorato nelle biblioteche, e la passione per i libri, che già c’era, è aumentata perché ogni giorno li avevo tra le mani. L’idea della libreria ci è venuta dieci anni fa. Nel frattempo, abbiamo accumulato altre esperienze e conoscenze. Poi, finalmente, il momento è arrivato».

 

Al giorno d’oggi, vivere di cultura, rappresenta una sfida. E la posta in gioco si alza se, a scommetterci, sono due giovani donne del meridione, che decidono di investirci non solo denaro ma, soprattutto, le loro convinzioni e i loro sogni. Ortensia Panucci e Laura del Vecchio sono le protagoniste di una storia ancora in divenire, che ha regalato loro nel corso di un anno già molte soddisfazioni. Numerosi i messaggi, lasciati sulla pagina Facebook della libreria, accumulati sulla bacheca in questi mesi, grazie alla presenza delle due donne, dentro e fuori la libreria: c’è chi la definisce «un luogo magico», chi «un mondo incantato». Anche come «il posto che mancava. Una grande ricchezza per tutto il territorio».

 

«Il primo anno della libreria è stato assolutamente positivo», racconta Ortensia. «Tutti i dubbi e le paure che avevamo, sono stati tamponati. Siamo molto soddisfatte per la risposta del pubblico, abbiamo notato che c’è voglia di ritornare spesso qui, non solo dei bimbi, ma anche genitori e nonni. E abbiamo riscontrato che l’acquisto di libri ha superato quello dei giocattoli. L’idea originaria era proprio quella di vendere esclusivamente libri, i giocattoli sono stati un’aggiunta. Quindi, la sfida, quella di vendere libri a Manfredonia, direi che l’abbiamo vinta».

 

L’attività de “Nella pancia della balena” non ha come scenografia solo l’accogliente negozio, situato nel centro storico della città. Le due libraie sono massivamente impegnate nella promozione della lettura sul territorio, tramite varie manifestazioni come “Nati per Leggere” e “Manfredonia Festival”, oltre a numerosi flash book mob, organizzati con altre associazioni culturali della zona. Dov’è possibile instillare l’amore per la lettura, Ortensia e Laura sono presenti: «Un libraio non può stare solo in libreria, ad attendere i clienti. La libreria ha senso se c’è un lavoro di promozione della lettura. È quello che fa avvicinare i ragazzi e le famiglie ai libri. Quindi, è fondamentale fare promozione fuori dalle librerie», afferma Ortensia. «“Fiabe AniMatte”, il nostro evento all’interno del “Manfredonia Festival”, è stato un grande successo e un bel percorso, condiviso insieme ai genitori e ai bimbi, che quest’anno si è distinto per la differenziazione in fasce d’età. Segno, questo, dell’affinamento della nostra professionalità, al fine di lavorare meglio con i partecipanti. La cosa bella dei nostri laboratori è che partono sempre dai libri», prosegue Panucci, «c’è sempre la prima parte di avvicinamento alla storia, di ascolto, di partecipazione dei bimbi alla lettura, spesso attiva e dinamica. Poi, dal mondo di carta, i bambini passano al momento del creare e del giocare. Io e Laura crediamo molto nell’imparare giocando, nello stimolare opportunamente il bambino col gioco, facendo leva sulla creatività e l’immaginazione, che sono strumenti utilissimi nella vita, sia per i bambini che per gli adulti».

 

Nato da un progetto, presentato spontaneamente dalle due donne, dopo la prima edizione di “Fiabe AniMatte”, Ortensia Panucci e Laura Del Vecchio sono state contattate dalla dirigente della biblioteca comunale, Maria Sipontina Ciuffreda, per proseguire il cammino intrapreso con i loro laboratori di lettura durante il “Manfredonia Festival”. Risultato? “Fiabe AniMatte” è giunto alla terza edizione. Oltre al pubblico, quindi, anche le istituzioni hanno fornito supporto e, soprattutto, incoraggiato l’attivismo culturale delle due libraie. «La scorsa estate abbiamo organizzato “Storie imbastite, cucite e appena sforbiciate”, un esperimento che voleva essere soprattutto rivolto ai genitori, agli adulti, per raccontare a loro le favole, ricreare l’atmosfera del focolare domestico. Le fiabe non sono solo per bambini. Anche in quell’occasione, le istituzioni ci hanno appoggiato e sostenuto».

 

Prima ancora dei bambini, quindi, bisogna attirare proprio gli adulti alla lettura. Da uno studio del maggio 2013, “Il mondo del libro in Puglia”, è emerso che la percentuale di lettori in Italia è la più bassa della media dell’Unione Europea. Analizzando il dato su scala nazionale, al nord si legge molto più che al sud. Come riportato nello studio, «la consuetudine alla lettura è ovviamente influenzata dalla rilevanza che l’intero tessuto sociale le assegna, e dalle modalità attraverso cui s’impegna a promuoverne il valore». La Puglia, insieme alle altre regioni del meridione, ha sempre registrato una sofferenza in ambito culturale, dettata soprattutto da mancanze economiche. Ciò che è emerso è che i pugliesi non leggono molto, e frequentano sporadicamente le biblioteche. Delle sei province pugliesi, quella di Foggia presenta forse il quadro più disomogeneo, in virtù soprattutto della sua grandezza, in base al numero di residenti nelle varie province. I dati più interessanti, che forniscono un quadro esaustivo, riguardano soprattutto le librerie: la provincia di Foggia, secondo dati Istat aggiornati al 2010, presentano il maggior rapporto tra punti vendita e popolazione residente. Una libreria ogni 13.078 abitanti, rispetto a quella di Bari che ha il rapporto più basso a livello regionale. Ma, quando andiamo a scernere il dato scopriamo che, in Capitanata, solo determinati comuni, undici su sessantuno, assicurano una concentrazione di librerie capillare. Ciò è dovuto alla scarsa eterogeneità della distribuzione di centri medio grandi e piccoli, mentre a Bari, ben quarantuno comuni su sessantuno presentano un punto vendita, poiché si ha una distribuzione urbana più omogenea.

 

Afferma Panucci: «Effettivamente, in provincia, si legge poco. Quelli meno intercettabili sono i ragazzi delle scuole medie e dei licei. Spesso, sono i genitori ad acquistare libri per loro. La nostra sfida, adesso, è quella di conquistare proprio i ragazzi più grandi. Stiamo già pensando a dei progetti. Così come per gli adulti, leggendo con i propri figli, significherebbe riscoprire il piacere della lettura. Quindi, combattere con l’attivismo e la promozione della lettura sul territorio, questa tendenza negativa in provincia. Far sapere che il libro c’è e che può rappresentare un valido diversivo, un’isola felice dove trascorrere il tempo libero. Leggere significa anche dedicare del tempo a se stessi, scoprire cose nuove sul mondo e su di noi. Insomma, un viaggio imprescindibile, che dovrebbe essere compiuto da tutti, quotidianamente».

 

Quindi, non solo computer e social network. Vivere nell’era tecnologica può inficiare i cari e vecchi mondi di carta? «Il mondo digitale e i mondi di carta possono benissimo coesistere. Allontanare i bambini dalla tecnologia non è pensabile, sarebbe come estraniarli dal mondo odierno. La nostra idea è quella di far continuare a vivere il libro, come strumento cartaceo», racconta Ortensia. «Il libro non è mediato, lo tocchi, guardi le illustrazioni. Il tablet non ha i valori sensoriali del cartaceo: i colori, l’odore della carta, i caratteri. Inoltre, gli strumenti tecnologici sono mono formato. Invece, i libri sono a misura di bambino, a misura di immaginazione di bambino: albi illustrati, libri di spugna per il bagnetto. Sensazioni ed emozioni che un tablet non riesce a dare. E poi la condivisione con gli altri, che è maggiore con libri e giochi piuttosto che con i dispositivi tecnologici».

 

Prima dell’apertura de “Nella pancia della balena”, a Manfredonia non esisteva una libreria intesa come luogo d’incontro, dove fosse possibile sfogliare un libro ed essere incentivati alla lettura con consigli e suggerimenti: «La domanda ricorrente che molti clienti ci pongono è: come funziona? Qui la gente non è abituata, non ha idea che si possa acquistare un libro che non sia un testo scolastico. Se una cosa non la si conosce, non la si desidera, non se ne sente il bisogno. Non si ha il tempo, o la mentalità di concepire la lettura come un piacere, di decidere di recarsi in libreria e acquistare un libro, magari dopo averlo sfogliato. Qualcosa sta cambiando, però. La libreria è un osservatorio d’eccezione. E stiamo notando che la gente inizia a volerli conoscere, i libri». Conclude Panucci: «Noi abbiamo senso d’esistere se la gente legge. Il nostro lavoro è una missione, che deve essere alimentata continuamente da nuove idee, progetti, dubbi, necessità dei nostri clienti. Tutto questo per promuovere ed incrementare la lettura. Contribuire a far nascere nuovi lettori. È una lavoro che si fa con passione, la passione per la cultura. Se quella manca, la libreria diventa una semplice attività commerciale».

2 COMMENTS

  1. Buonasera,
    Sono Francesca Lupoli e sono di Monfallcone.
    Sono laureata in Lettere e Filosofia a Trieste e diplomata al Liceo Socio-Psico Pedagogico a Gorizia.
    Sono volotaria da tempo come educatrice e lettrice per bambini, disabili ed anziani presso il mio Comune.
    Volevo capire meglio l’articolo relativo alla LETTURA ANIMATA per capire se è possibile che questa possibilità possa diventare un potenziale sbocco lavorativo.

    Resto in attesa di un cortese riscontro.

    Distinti saluti

    Francesca Lupoli

  2. Ciao Francesca, per queste info puoi contattare le proprietarie della libreria sulla loro pagina facebook —> Nella pancia della balena, libreria per ragazzi

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Ultimi articoli

Lo squadrismo dei tifosi israeliani e il pogrom immaginario

Violenza ad Amsterdam: i fatti dietro le mistificazioni e le manipolazioni politiche e mediatiche [Gwenaelle Lenoir]

Ferrarotti è morto e forse la sociologia non si sente troppo bene

Vita e opere dell'uomo, morto il 13 novembre a 98 anni, che ha portato la sociologia in Italia sfidando (e battendo) i pregiudizi crociani

Un Acropoli che attraversa una città, recitando

A Genova va in scena, per la quindicesima edizione, il Festival di Teatro Akropolis Testimonianze ricerca azioni

Maya Issa: «Nessun compromesso sulla pelle dei palestinesi»

L'intervento della presidente del Movimento Studenti Palestinesi in Italia all'assemblea nazionale del 9 novembre [Maya Issa]

Come possiamo difenderci nella nuova era Trump

Bill Fletcher, organizzatore sindacale, sostiene che ora “il movimento sindacale deve diventare un movimento antifascista”. [Dave Zirin]