Reporter della Magnum, divenne famoso per una foto al Che, ma la sua collezione raccoglie 30.000 scatti, ritratti di guerra, artisti, politici, gente comune e paesaggi
di Mirna Cortese
E’ morto lunedì scorso René Burri, il fotografo svizzero che immortalò il Che in una delle sue pose più famose, mentre fumava un habano con lo sguardo oltre, ma anche colui che a soli 13 anni immortalò Winston Churchill in visita in Svizzera.
La notizia è stata data dall’agenzia Magnum di cui Burri era membro dal 1959. Aveva 81 anni ed è morto nella sua casa di Zurigo dopo una lunga malattia. La passione e il lavoro di fotogiornalista lo portarono a seguire, fin dagli anni ’50, la Guerra di Corea, gli albori della rivoluzione cubana e la Guerra del Vietnam.
Sotto certi aspetti l’essere diventato famoso per la foto al Che ha un po’ “oscurato” la grandezza del suo lavoro: una collezione di 30.000 scatti che René Burri ha consegnato, poco prima di morire, al Museo dell’Eliseo di Losanna.
Burri studiò nella Scuola di arti applicate di Zurigo, durante il servizio militare inizia ad usare una Leica. Dopo un primo periodo dedicato al cinema, nel 1955 entrò come associato alla Magnum iniziando una carriera che gli portò numerosi riconoscimenti internazionali. Il suo primo reportage lo dedicò alle menomazioni infantili: Touch of music for the Deaf (Tocco di musica per sordi), pubblicato sulla rivista Life.