Uno dei capi della rivolta di Maidan, del battaglione nazista Azov, del Partito radicale rivale di Poroshenko. Per Amnesty Lyashko è solo un criminale di guerra
di Franco Fracassi
Per Amnesty International e Human Right Watch è un criminale di guerra. Per i suoi oppositori è un pericoloso nazista. Per i suoi sostenitori è un nazionalista pronto a sacrificare la propria vita per «far fuori quei maiali dei russi e quegli esseri immondi che li appoggiano». Oleg Lyashko e il suo Partito radicale potrebbe conquistare la maggioranza relativa nel prossimo parlamento ucraino. Le previsioni dei sondaggi variano di tanto da una società demoscopica all’altra, ma il partito del pluriomicida capo del battaglione Azov è comunque accreditato di un risultato che oscilla tra il tredici e il ventitré per cento.
Nel 2010 tappezzò il capoluogo della Galizia (Ucraina occidentale) con enormi manifesti su cui campeggiava la scritta: «Morte agli occupanti», riferendosi ai russi e a tutti quelli che professavano simpatie per la Russia. Eletto deputato nel partito di Yulia Tymoshenko, Lyashko è stato uno dei leader della rivolta di Maidan. «Alle scrofe amiche di Mosca va tagliata la gola, lasciandole morire dissanguate. Niente prigionieri. Chi non accetta di essere ucraino e solo ucraino va eliminato. Un pallottola in testa e via! Credo fermamente nella semplice risoluzione dei problemi», ha dichiarato lo stesso capo dei paramilitari nel corso di una autointervista per il suo sito personale.
Secondo un rapporto stilato da Amnesty e da Human Right Watch, Lyashko sarebbe direttamente responsabile di minacce, sequestri, stupri, torture e omicidi. Inoltre, per il battaglione Azov, di cui lui è a capo, è stata chiesta l’iscrizione nella lista dei criminali di guerra della Procura penale internazionale dell’Aja da parte di diverse organizzazioni umanitarie ucraine.
Ha scritto il settimanale tedesco “Der Spiegel”: «La continua e incessante propaganda che i media nazionali propinano ai propri concittadini da mesi ha fatto sì che montasse oltre i livelli di guardia il nazionalismo e il sentimento anti russo di parte della popolazione, specialmente nelle province occidentali. Non è un caso che la coalizione guidata dal presidente Petro Poroshenko, il Partito radicale, il Fronte nazionale del premier Arseni Yatsenyuk e gli altri due principali partiti di estrema destra Svoboda e Pravy Sektor raccolgano la maggior parte dei loro consensi in Galizia e nella regione di Kiev, e che tutti insieme in Galizia potrebbero superare l’ottantacinque per cento dei voti».
Il fatto che Lyashko giri in mimetica o in camicia nera, che picchi personalmente in parlamento deputati dell’opposizione, che pronunci slogan dichiaratamente nazisti, che tessa le lodi della divisione Ss Galizien e che ostenti anche sul suo sito internet la violenza sua e dei suoi commilitoni nei confronti di ipotetici «nemici dello Stato», agli occhi di chi è stato soffocato dalla propaganda è motivo in più per votarlo. Anche per questo sta cannibalizzando i due partiti nazisti Svoboda e Pravy Sektor. Tanto che tutti i partiti di estrema destra stanno cercando di arginare l’emorragia di voti verso il Partito radicale presentando nelle proprie liste paramilitari e nazisti. Più il loro curriculum è sanguinario meglio è.
Dall’altra parte l’opposizione dovrà festeggiare se riuscirà a entrare in parlamento. La Crimea è divenuta russa. In Donbass non si vota perché c’è la guerra. Nelle altre province russofone le minacce e i sequestri politici sono all’ordine del giorno. Il Partito comunista sta affrontando un processo in Tribunale che potrebbe sentenziare la sua messa fuori legge. Restano solo due partiti (Ucraina forte e Blocco dell’opposizione), entrambi forti nella provincia di Odessa, che però insieme non raggiungeranno il quindici per cento a livello nazionale.
Arsen Klinchev è membro del Partito delle regioni (vicino ai separatisti) e deputato della provincia di Lugansk. Dopo averlo minacciato («La scrofa Klinchev risponderà per i suoi crimini. Lo prenderemo. E sarò grato a chiunque mi aiuterà a farlo», scrisse a marzo Lyashko sulla sua pagina Facebook) il capo del battaglione Azov è entrato con alcuni commilitoni nell’ufficio di Klinchev e lo ha minacciato, prima di rapirlo. Certo di stare dalla parte della ragione, Lyashko ha filmato la sua azione punitiva e ha postato i video su YouTube. «Chiedo scusa al popolo ucraino», ha urlato a Klinchev. Adesso te e i tuoi maiali ve ne andrete via da Lugansk. Se non mi ubbidirai ti appenderò per le palle e farò venire un esercito di volontari per fotterti!».
«L’Ucraina è caduta in mano a un gruppo di pazzi criminali. Il brutto è che per troppe persone tutto questo è ormai normalità. Pensate che mentre mi picchiavano e mi minacciavano nella stanza era presente una troupe della tv nazionale ucraina che filmava senza cercare in alcun modo di fermare il linciaggio», ha dichiarato successivamente in una conferenza stampa Klinchev.
Di seguito, i due video che mostrano prima l’aggressione e poi il sequestro.