Il bilancio e i premi della nona edizione del Festival Internazionale del Film di Roma
di Giorgia Pietropaoli
«Il cinema è il modo più diretto per entrare in competizione con Dio». Era questa l’opinione che Federico Fellini aveva del suo mestiere. Ora, di dio, dei, angeli, demoni, spiriti o miseri folletti in questa nona edizione del Festival Internazionale del Film di Roma, che si è conclusa in maniera anonima e silenziosa, non se n’è vista nemmeno l’ombra. Neanche un sospiro mistico giunto per caso. L’unico segno divino è stato il gelo che ha investito la Capitale e ibernato il red carpet.
Questa edizione, probabilmente, passerà alla storia come la più confusa, la più scarna, la più disorganizzata e la più dimenticabile di sempre, a parte qualche pellicola di rilievo (Gone Girl, We are Young. We are Strong., Nightcrawler, Tusk e Angels of Revolution…ecco, si contano sulle dita di una mano).
Tra file infinite per gli accreditati (spesso rimasti fuori), eventi andati (per magia!) in sold out perché piazzati strategicamente in sale minuscole, repliche inesistenti, film cancellati, vendite scarse, ambienti mezzi vuoti, fischi allo sponsor principale (BNL) e ospiti (pochi) annoianti e annoiati, si è consumata, forse, la peggiore (e ultima) rassegna romana mai diretta da Marco Müller, che riparerà in Svizzera a insegnare e che lascia un festival in crisi d’identità, un ibrido mostruoso con un indistruttibile cordone ombelicale che lo lega a una certa area politica. È un “festaval” che avrà difficoltà a reggersi sulle sue gambe e che, probabilmente, finirà ucciso da quello stesso cordone. Occorrerebbe, per salvarlo, un Robin Hood del cinema, senza macchia e senza paura. Ma questi non sono tempi da eroi. Sono tempi bui in cui, al massimo, ci si può accontentare di avvistare sciacalli, gufi, colombe e falchi e di credere di essere capitati, per sbaglio, in uno zoo che chiuderà presto i battenti.
È andata come doveva andare ed ecco, in conclusione, i vincitori della nona edizione, che ci hanno lasciato perplessi e (quasi) senza parole (se non sono commentati, siamo sostanzialmente d’accordo):
– Premio del Pubblico BNL | Gala: Trash di Stephen Daldry
(politicamente e occidentalmente corretto)
– Premio del Pubblico | Cinema d’Oggi: Shier gongmin / 12 Citizens di Xu Ang
(ma quella meraviglia di We are Young. We are Strong lo sovrasta e, soprattutto, non sta alle regole di certi regimi o censure)
– Premio del Pubblico | Mondo Genere: Haider di Vishal Bhardwaj
(Nightcrawler è di un altro livello)
– Premio del Pubblico BNL | Cinema Italia (Fiction): Fino a qui tutto bene di Roan Johnson
(commedia alla “notte prima degli esami” che finirà presto nel dimenticatoio)
– Premio del Pubblico | Cinema Italia (Documentario): Looking for Kadija di Francesco G. Raganato
(è Largo Baracche che avrebbe dovuto vincere questo premio)
Premio TAODUE Camera d’Oro alla migliore opera prima
– Andrea Di Stefano regista di Escobar: Paradise Lost (Gala)
(È uno scherzo?!?)
– Laura Hastings-Smith produttore di X+Y di Morgan Matthews (Alice nella città)
– Menzione speciale: Last Summer di Lorenzo Guerra Seràgnoli (Prospettive Italia)
Premio DOC/IT al Migliore Documentario italiano
– Largo Baracche di Gaetano Di Vaio (Prospettive Italia)
– Menzione speciale: Roma Termini di Bartolomeo Pampaloni (Prospettive Italia)
I VINCITORI DEI PREMI COLLATERALI:
Premio Farfalla d’Oro Agiscuola
– Gone Girl di David Fincher
The SIGNIS Award – Ente dello Spettacolo (dotato di un premio di cinquemila euro)
– Ex aequo: Fino a qui tutto bene di Roan Johnson e Wir sind jung. Wir sind stark. / We are young. We are strong. di Burhan Qurbani
(paragonare il film di Johnson e quello di Qurbani è come paragonare la choco nussa alla nutella)
– Menzione speciale: Biagio di Pasquale Scimeca
Premio L.A.R.A. (Libera Associazione Rappresentanza di Artisti) al Miglior Interprete Italiano
– Marco Marzocca per il film Buoni a nulla di Gianni Di Gregorio
(non è che ci fosse molta scelta)
– Menzione speciale a Silvia D’Amico per il film Fino a qui tutto bene di Roan Johnson
(anche qui, le alternative scarseggiavano)
Premio A.I.C. per la Migliore Fotografia
– Luis David Sansans per Escobar: Paradise Lost di Andrea Di Stefano
(ne abbiamo viste di migliori)
Premio A.M.C. al Miglior Montaggio
– Julia Karg per Wir sind jung. Wir sind stark. / We are young. We are strong. di Burhan Qurbani
Premio al Miglior Suono – A.I.T.S.
– Last Summer di Leonardo Guerra Seràgnoli
Premio La Chioma di Berenice – al Miglior Truccatore
– Simona Castaldi per Soap Opera di Alessandro Genovesi
(la poca scelta di cui sopra)
Premio La Chioma di Berenice – al Miglior Acconciatore
– Fabio Lucchetti per Soap Opera di Alessandro Genovesi
(idem con patate)
Premio Akai International Film Fest
– Fino a qui tutto bene di Roan Johnson
(bah!)
Green Movie Award
– Biagio di Pasquale Scimeca
Premio di critica sociale “Sorriso diverso Roma 2014”
– Film italiano: Biagio di Pasquale Scimeca
– Film straniero: Wir sind jung. Wir sind stark. / We are young. We are strong. di Burhan Qurbani
I VINCITORI DELLA XI EDIZIONE DI ALICE NELLA CITTA’:
– Miglior film: The Road Within di Gren Wells
– Premio speciale della giuria: Trash di Stephen Daldry