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La Cia utilizzò “Il dottor Zivago” per propaganda contro Mosca

Il romanzo di Pasternak, proibito in Urss, venne distribuito in tutto il mondo da una casa editrice olandese legata alla Cia. In un libro i segreti dell’operazione spionistica

di Franco Fracassi

Julie Christie (Larissa “Lara” Antipova) e Omar Sharif (Jurij Andrejevich Zivago), protagonisti del film del 1965 diretto da David Lean.
Julie Christie (Larissa “Lara” Antipova) e Omar Sharif (Jurij Andrejevich Zivago), protagonisti del film del 1965 diretto da David Lean.

«“Il dottor Zivago” possiede un alto valore propagandistico, non solo per i suoi contenuti, ma anche per le vicissitudini della propria pubblicazione.
Abbiamo l’opportunità di smuovere i cittadini sovietici e mettere in dubbio l’operato del loro stesso governo, infatti come mai è possibile che l’opera maestra di uno dei loro massimi scrittori non fosse disponibile in Russia in russo per i russi!». L’autore di queste righe è un anonimo funzionario della sezione Unione Sovietica della Central Intelligence Agency. A questo, come a tanti altri messaggi e rapporti che riguardavano l’opera di Boris Pasternak, è stato applicato il segreto di Stato, in vigore fino a pochi anni fa. Due reporter statunitensi (Peter Finn e Petra Couvee) li hanno scovati e hanno scritto un libro su come la Cia abbia utilizzato il romanzo di Pasternak a fini propagandistici: “The Zhivago Affair: The Kremlin, the Cia and the Battle Over a Forbidden Book” (“L’Affare Zivago: il Cremlino, la Cia e la battaglia per un libro proibito).

 

Stampato in russo da una casa editrice olandese, per nasconderne al grande pubblico la paternità dell’azione, il libro venne distribuito in tutta l’Europa, a partire dall’Expo Universale di Bruxelles del 1958, contando sui sedicimila visti turistici emessi dalla Russia per i propri cittadini che volevano partecipare alla fiera. Le copie vennero distribuite a mano nella maniera più discreta possibile agli ospiti russi che volevano visitare il padiglione vaticano. La diffusione del libro e l’interesse per questo si sparse rapidamente fra i sovietici, tanto che la Cia lo definì «un successo». Incoraggiata da questo risultato l’Agenzia pubblicò l’opera persino in edizione miniaturizzata per favorirne il contrabbando oltre la Cortina di Ferro in occasione della conferenza della gioventù del 1959 a Vienna.
La formula del passa mano favorì la diffusione delle vicissitudini di Jurij Zivago in tutti i Paesi dell’Europa orientale. Inoltre, nel 1958 Pasternak vinse il premio Nobel per la Letteratura (grazie anche alle pressioni messe in atto dalla Casa Bianca sulla commissione giudicante) e il suo libro rimase per ben sei mesi al vertice delle vendite secondo il “New York Times” fra il 1958 e il 1959.

Il libro inchiesta “The Zhivago Affair: The Kremlin, the Cia and the Battle Over a Forbidden Book” ("L'Affare Zivago: il Cremlino, la Cia e la battaglia per un libro proibito), scritto dai reporter Usa Peter Finn e Petra Couvee.
Il libro inchiesta “The Zhivago Affair: The Kremlin, the Cia and the Battle Over a Forbidden Book” (“L’Affare Zivago: il Cremlino, la Cia e la battaglia per un libro proibito), scritto dai reporter Usa Peter Finn e Petra Couvee.

Il romanzo epico di Pasternak narra la vita di Jurij Andrejevich Zivago, fisico e poeta, del suo amore per due donne nel corso degli anni della Rivoluzione, della Guerra civile e della successiva oppressione staliniana.

 

Pasternak venne tacciato dai critici letterari sovietici di essere un «traditore della causa socialista e dell’Unione Sovietica». Il romanziere venne emarginato dal mondo editoriale sovietico dell’epoca, e il romanzo non venne mai pubblicato, se non nel periodo della Perestrojka (seconda metà degli anni Ottanta) su impulso dell’allora segretario del Pcus Mikhail Gorbaciov.

 

In realtà, la prima edizione de “Il dottor Zivago” venne stampata da Feltrinelli, che entrò in possesso di una copia del manoscritto attraverso un dissidente approdato rocambolescamente in Italia. Era il 1957.

La prima edizione al mondo del romanzo venne stampata da Feltrinelli.
La prima edizione al mondo del romanzo venne stampata da Feltrinelli.

Nel 1958 i servizi segreti britannici intuirono il potenziale di quell’opera, inviando ai loro corrispettivi statunitensi (la Cia) l’opera, e suggendone la diffusione nell’Europa orientale.

 

Nel 1965 dal romanzo venne anche tratto un film dal produttore italiano Carlo Ponti (marito di Sofia Loren). La regia venne affidata a David Lean, e i ruoli principali a Omar Sharif (Zhivago), Julie Christie (Larissa “Lara” Antipova), Geraldine Chaplin (Tonja Gromekova) e Rod Steiger (Victor Komarovskij). La prima del film si tenne al Festival di Cannes. Il successo planetario che ne seguì (anche grazie al brano musicale “Tema di Lara” di Maurice Jarre) e che portò “Il dottor Zivago” alla vittoria di cinque Golden Globe e di sei premi Oscar, infastidì e imbarazzò molto l’allora segretario del Pcus Nikita Crusciov. «Sul libro di Pasternak l’Agenzia ha fatto un gran lavoro, raggiungendo tutti gli obiettivi prefissi», si legge in uno dei dispacci interni alla Cia datato 1966.

Il trailer originale del film.

 


“Tema di Lara”, il brano musicale che ha contribuito alla popolarità del film.

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