Arriva al cinema il nuovo film di Susanne Bier, Una folle passione, tratto dall’omonimo romanzo di Ron Rash. Su Popoff la recensione
di Giorgia Pietropaoli
Il trailer del film
«Sono George Pemberton./Serena Shaw./Dovremmo sposarci». Parte in quarta così e senza fronzoli la storia d’amore tra George e Serena, due individui che si assomigliano, così tanto da spingere/respingere l’altro nella direzione opposta. Sembra una storia d’amore nata con le premesse azzeccate eppure qualcosa non funziona. Nel matrimonio di Serena e George come nell’intera pellicola di Susanne Bier (Non desiderare la donna d’altri, Noi due sconosciuti). C’è continuamente una nota stonata che rende stridulo, quasi insopportabile l’intero melodramma.
Una folle passione, incastrato nelle convenzioni del dramma in costume e adagiato sull’idea della bravura dei suoi protagonisti, non riesce a trovare una sua identità e si consuma in una storia dalle motivazioni fiacche e quasi inesistenti.
«Quello che è successo prima non esiste». Appunto: tutti quelli che hanno amato Il Lato Positivo – Silver Linings Playbook possono anche dimenticare la speranza di rinnovare la sensazione di goduria provata nel guardare una Jennifer Lawrence e un Bradley Cooper anticonformisti, sbandati e surreali. I due attori, che sembrano aver stipulato un contratto di partnership lavorativa perenne, si muovono come eccelsi figuranti e nulla più. Fanno il loro dovere ma senza apportare un aiuto concreto per migliorare un film che pare segnato fatalmente dall’inizio.
Susanne Bier, che dirige perdendo tutta la sua danesità, perde colpi e originalità inesorabilmente a ogni scena, complice anche una sceneggiatura (di Christopher Kyle) debole, incapace di scalare con passione (un folle, folle passione, ecco!) una drammaticità continuamente ricercata (e mai trovata). «Le cose che hai fatto le hai fatte per noi, per il nostro futuro».
Serena e George, novelli coniugi Macbeth trapiantati nelle Montagne Fumose, non riescono a raffigurare in maniera credibile la loro discesa, il loro percorso nel baratro della follia, della perdizione personale e mentale. «L’unica cosa che mi spaventa è che non ti fidi di me». Con una sola strega/Galloway (Rhys Ifans, che è sempre degno di attenzione) a fare da visionario-veggente, le predizioni (?) sembrano un modo per inserire qualcosa in più in una trama spoglia e nuda, tanto per diversificare, tanto per allungare un brodino indigesto. «Ho un debito d’onore con lei».
Oh sì, i costumi, le acconciature, le scenografie (praghesi, occhio agli inganni) sono da manuale così come il montaggio, lineare e ordinario. L’unico elemento che, però, poteva fare davvero la differenza sarebbe stato una scrittura enormemente crudele e spietata, in grado di trasmettere il senso di smarrimento e di brutalità che un personaggio come Serena (è questo, in fin dei conti, il titolo originale della pellicola) avrebbe dovuto provare e mostrare.
Manca una poetica, manca un’interpretazione registica, manca un’idea di dramma definita con storie ben costruite in grado di giustificare tanta messa in scena. L’assalto di un puma cercato a lungo non è sufficiente a colmare tante lacune. Una folle passione camperà di rendita, quella ereditata dagli orgasmi cinematografici che una coppia collaudata come quella Lawrence/Cooper ha regalato agli spettatori per lungo tempo.
È ora di trovare altre aspirazioni/ispirazioni, un po’ per tutti. Adagiarsi sugli allori può andar bene all’inizio, sull’onda del successo ma è un atteggiamento che rischia di uccidere le aspettative e le forme di evoluzione necessarie a non diventare un prodotto cristallizzato e immutabile di certi ambienti hoollywoodiani. È così che si garantiscono cadaveri.
«Deve venire a identificare un suo congiunto».
UNA FOLLE PASSIONE
Regia di Susanne Bier
Con Bradley Cooper, Jennifer Lawrence, David Dencik, Rhys Ifans, Ana Ularu
Titolo originale: Serena
Drammatico, 110 min
USA, 2014
Uscita giovedì 30 ottobre 2014
Voto Popoff: 1,5/5
da vedere se: volete rivivere certe atmosfere degli anni Venti
da non vedere se: coltivate la speranza di rivivere un nuovo lato positivo