La Marina militare spagnola sperona ripetutamente i gommoni di Greenpeace. Un’attivista italiana di 23 anni cade in mare riportando una frattura. Ecco il video
di Massimo Lauria
«Fermi, fermi… c’è una donna in mare. Basta», urla spaventato in un misto di inglese e spagnolo un’attivista di Greenpeace ai militari della marina spagnola che li hanno appena speronati con la loro imbarcazione al largo delle coste delle Canarie. Subito dopo un sommozzatore dell’armada si getta in acqua per recuperare una giovane italiana di 23 anni, Matilde Brunetti, ferita nell’urto. Le immagini e il sonoro del video riportano la drammatica tensione durante l’aggressione dei militari spagnoli contro gli attivisti di Greenpeace.
Il video, diffuso dall’organizzazione ambientalista, mostra l’attacco subito nella mattinata di sabato durante la protesta pacifica contro le trivellazioni petrolifere in Spagna. Le immagini parlano chiaro: alcune imbarcazioni della Marina militare spagnola hanno più volte speronato i gommoni degli attivisti. L’aggressione dei militari ha provocato la caduta in mare di Matilde, 23 anni, la ragazza italiana che ha riportato una frattura e due tagli.
Gli ambientalisti dell’Artic Sunrise, rende noto un comunicato di Greenpeace, stavano protestando contro la nave da trivellazione “Rowan Reinassance” che, per conto dell’azienda spagnola Repsol, intende effettuare pericolose trivellazioni esplorative al largo delle isole di Lanzarote e Fuerteventura. Ma nella fase di avvicinamento alla nave petrolifera, «tre gommoni della Marina Militare spagnola, provenienti dalla nave RelámpagoP43, hanno ripetutamente speronato i gommoni di Greenpeace». La giovane italiana è stata poi trasferita in elicottero a Las Palmas dove sta ricevendo le cure mediche. Mentre un altro attivista ha riportato ferite e i gommoni sono stati danneggiati.
Il pericolo di queste trivellazioni, secondo gli ambientalisti, è che accada qualcosa di molto simile all’incidente che ha coinvolto la Deepwater Horizon nel Golfo del Messico nell’aprile del 2010. Già in passato la Rowan Reinassance ha avuto numerosi problemi. In Namibia nel maggio scorso si è verificato il collasso della testata del pozzo di trivellazione, che ha costretto Repsol a chiudere quel pozzo e ad abbandonarlo.
«Noi non ci arrendiamo: continueremo ad opporci alle trivellazioni della Rowan Reinassance in acque profonde. Le consideriamo pericolose e distruttive e chiediamo al governo spagnolo di proteggere l’ambiente e i cittadini delle Isole Canarie e non il profitto di Repsol», commentano gli ambientalisti di Greenpeace che oggi hanno partecipato all’azione.
L’Artic Sunrise è la stessa che nel novembre 2013 tentò l’assalto alla nave russa di Gazprom. In quell’occasione i russi arrestarono 25 membri dell’equipaggio di Greenpeace, tra cui l’italiano Christian D’Alessandro.