Scandali e jobs act. La Cgil rompe con il Pd emiliano. Sel fa da foglia di fico. Cresce l’attenzione verso l’Altra Emilia Romagna di Cristina Quintavalla
da Bologna, Ercole Olmi
«Sel e Pd a Modena si accusano reciprocamente di non avere il contatto con gli elettori, peccato che entrambi sostengano nella stessa coalizione il renziano Bonaccini a Presidente della Regione Emilia Romagna – dice Stefano Lugli, candidato modenese per l’Altra Emilia Romagna – non male per essere alleati».
Nervi tesi tra vendoliani e dem a Modena e, in generale, in Emilia. Gli scandali relativi al malgoverno del partito-stato dell’Emilia Romagna hanno accentuato la competizione interna alla coalizione del candidato renziano Bonaccini. Anche perché il partito di Vendola deve provare a convincere gli elettori, in Emilia e nel resto dello Stivale, di non essere la foglia di fico del Pd.
Opposizione a Roma e in alleanza in Emilia e Calabria e, in primavera, anche nelle altre regioni che andranno al voto. Qual’è la vera Sel?
Se ieri il coordinatore modenese di Sel Andrea Bosi, ”scuotendo” il livello regionale del Pd, ha preventivato un’alta astensione domenica anche a causa dei recenti scandali in Regione, il segretario dem Andrea Sirotti lo ha stoppato parlando di polemica “violenta” solo per raccattare voti.
La lista Tsipras, l’Altra Emilia Romagna, dalla quale Sel s’è smarcata per imbarcarsi con i renziani, non può fare a meno di notare che “gli scambi di accusa a mezzo stampa arrivano a pochi giorni dal voto, in una campagna elettorale in cui gli Pd e Sel non si sono mai presentati al pubblico assieme e anzi tentano di nascondere agli elettori il significato politico di un’alleanza che si giustifica solo per mero calcolo elettorale – continua Lugli – è evidente che l”alleanza tra Pd e Sel non ha alcun fondamento politico e programmatico”.
Un’alternativa c’è e il voto di domenica sarà molto pesante per il dibattito a sinistra. Anche il Resto del Carlino, giornale ultraconservatore ora sbilanciatissimo su Renzi, non può evitare di registrare la rottura tra Pd e mondo sindacale. Per la prima volta la Cgil non ha una sponda politica e non darà indicazioni di voto ufficiali mentre molte categorie, a partire dalla Fiom, già osservano con molto interesse le evoluzioni a sinistra. Dice Bruno Pizzica, segretario regionale dello Spi-Cgil (460mila iscritti): «Non diremo per chi votare, ma vedo un disagio diffuso, dovremo fare un appello a recarsi alle urne». Nei giorni scorsi ha inviato insieme coi colleghi di Uil e Cisl un documento ai candidati. L’altroieri ha visto Cristina Quintavalla, candidata presidente per l’Altra Emilia Romagna e non sarà al Paladozza di Bologna dove l’ex sindaco di Firenze proverà la chiusura solenne della campagna elettorale di Bonaccini. I democratici temono una vittorio di Pirro grazie alla possibilità di una flessione record, sotto il 50%, di affluenza e voti.
Ha fatto scalpore l’annuncio del cantautore Francesco Guccini che voterà un candidato di Sel a scapito del suo “tradizionale” consenso al Pd. La sua dichiarazione di voto non è piaciuta all’Altra Emilia-Romagna. Al cantautore ha scritto una lettera aperta il consigliere comunale di Rimini, Fabio Pazzaglia. “Sono certo tu sia in perfetta buona fede, quindi è evidente che non conosci bene il sistema elettorale – scrive Pazzaglia – votando una lista satellite, alleata del Pd, non fai altro che favorire il partito più grande. Proprio quel Pd al quale vorresti impartire una piccola lezione. Ogni voto a Sel è un voto in piu” al Pd. Se volevi dare un segnale al Pd sappi che loro gradiscono assai questo tipo di segnali». Ma le ragioni di Guccini pare riguardino la stima per il candidato di Sel più che ragioni politiche generali.
Verso l’Altra Emilia Romagna guardano nomi autorevoli e importanti del panorama politico e culturale bolognese, e non solo, che hanno firmato l’appello per sostenere Cristina Quintavalla alle elezioni regionali. Lo storico dirigente della sinistra bolognese Mauro Zani; l’architetto Pierluigi Cervellati; l’ex magistrato e assessore nella Giunta Cofferati, Libero Mancuso; il fisico Marco Capponi; il giurista Federico Mucciarelli; l’editorialista scrittore Rudi Ghedini: «Nessun segnale di dissenso – recita l’appello – è venuto da chi governa la politica regionale nei confronti delle scelte del governo Renzi, che mirano, in materia di lavoro, ad una grave lesione dei diritti fondamentali tutelati dallo Statuto dei lavoratori. Il Pd emiliano, anche attraverso la candidatura di Bonaccini, di fatto avalla le scelte di Renzi, contraddicendo la sua storia e rompendo con la sua tradizione di forza popolare, di sinistra e riformatrice. Si rende necessaria una svolta politica sancita dall’affermazione delle forze più vive della sinistra e della società civile che, opponendosi alla deriva di destra del Pd, agiscano in difesa dei valori e dei diritti sociali ed economici oggi in serio pericolo. L’Altra Emilia Romagna esprime una coerente continuità con il progetto dell’Altra Europa con Tsipras. Il suo progetto politico e programmatico si riconnette alle lotte contro il propagarsi di un neoliberismo pericoloso per la democrazia e i diritti, contro le imposizioni di austerità e di tagli al welfare della Troika, alla base dell’aggravarsi della crisi e dell’esasperazione delle ingiustizie sociali».
Anche Sinistra Anticapitalista dell’Emilia Romagna annuncia il proprio appoggio alla lista di Cristina Quintavalla. Un lungo comunicato dell’organizzazione nata attorno a Franco Turigliatto, spiega che in un «contesto di scontro sociale», segnato dagli scioperi e dalle mobilitazioni contro il jobs act, «le elezioni regionali in Emilia Romagna del 23 novembre costituiranno un banco di prova per tutte le forze politiche: per il governo Renzi, per il PD regionale da sempre al governo della Regione, per destre guidate dalla Lega di Salvini sempre più xenofoba e razzista». Sinistra Anticapitalista si è pronunciata per la composizione di un blocco di forze di sinistra caratterizzato dalla contrapposizione alle politiche di austerità Ue e in totale indipendenza dal PD e dalle amministrazioni del PD che queste politiche gestiscono a livello nazionale e locale. «La costruzione della Lista “L’altra Emilia Romagna” è stata l’espressione parziale, ma positiva, pur con tante ambiguità che permangono, di una prima chiarificazione politica operata all’interno della Lista Tsipras tra chi vuole rimanere sul carro del PD e chi vuole provare a individuare un’alternativa all’attuale blocco politico e di potere nella regione. Per queste ragioni Sinistra Anticapitalista dà indicazione di voto per la lista “L’altra Emilia Romagna” e per la sua candidata Cristina Quintavalla».