Il ministero degli esteri Gentiloni non ha tempo per incontrare il suo omologo dall’Ecuador. Dovevano parlare dei minori ecuadoriani tolti alle loro famiglie
di Marina Zenobio
Il ministro degli estri ecuadoriano, Ricardo Patiño, per non essere stato ricevuto dal suo omologo italiano, Paolo Gentiloni: troppi impegni nella sua agenza per occuparsi del problema delle famiglie migranti dall’Ecuador che in Italia hanno perso o hanno criticità rispetto la custodia dei figli.
Un fenomeno tutto italiano e già denunciato, quello che porta con troppo frequenza a togliere la custodia dei minori ecuadoriani alle loro famiglie per motivi di indigenza (e basta non avere lavoro per essere indigenti) o per una troppa rigida interpretazione della normativa sulla tutela dei minori. Entrano così in scena i servizi sociali che portano via i minori per affidarli a case famiglia o altre strutture di assistenza sociale.
Il ministro degli Esteri dell’Ecuador, Ricardo Patiño era venuto in missione in Italia, insieme alla viceministra di Giustizia Alexandra Jaramillo e la parlamentare Gina Godoy per portare una “una proposta concreta che mira ad accelerare i tempi della valutazione dei singoli casi da parte degli assistenti sociali. Un lavoro di fondamentale importanza che noi siamo disposti a sostenere contrattualizzando queste figure, provenienti dall’Ecuador per affiancare gli operatori italiani”.
Dati ufficiali non ne esistono, “ma l’emergenza coinvolgerebbe circa 30 mila famiglie su una comunità che conta 200 mila cittadini ecuadoregni, da Genova a Milano, a Roma” aveva già denunciato il governo ecuadoriano a luglio, preoccupato per il fenomeno e chiedendo che i bambini e adolescenti avessero la possibilità, se proprio necessario allontanarli dalle famiglie, di essere affidati dai parenti in Ecuador, come avviene in Francia, in Spagna e altri paesi europei attraverso accordi tra cancellerie. E’ per discutere di questo che Ricardo Patiño aveva chiesto un incontro al ministro Paolo Gentiloni. “Sono molto dispiaciuto – ha dichiarato il ministro ecuadoriano in una conferenza stampa – di essere venuto a Roma per trattare un tema così grave, importante, urgente, umanitario e delicato, e di non aver avuto la possibilità di incontrare farlo”.
Ricardo Patiño ha reiterato la preoccupazione del governo di Quito per le famiglie immigrate in Italia e che qui hanno perso la tutela dei figli o vivono conflitti a riguardo. Molte famiglie hanno chiesto aiuto all’ambasciata di Ecuador in Italia nella speranza che possa aiutarle a riavere la custodia dei figli.
Questo fenomeno, ha ricordato, avviene soltanto in Italia, nel resto d’Europa si contano solo casi isolati. Stiamo parlando di oltre cento minori che subiscono questo trattamento: alcuni sono stati presi in carico dai servizi sociali, altri sono stati trasferiti in case famiglia, e altri ancora che hanno perso ogni vincolo con la propria famiglia sono stati dati in adozione o affidamento a famiglie italiane.
Ma c’è di più. Secondo Patiño, studiando alcuni di questi casi sono emersi errori di procedimento, come il fatto che la povertà delle famiglie non ha permesso loro l’accesso ad una difesa legale adeguata. C’è poi la barriera linguistica che ha portato alcuni genitori a firmare documenti senza comprenderne il senso; infine i tribunali italiani che non hanno preso nella dovuta considerazione le differenze culturali.
Il cancelliere ha anche denunciato che a molte famiglie è stata tolta la custodia dei figli perché non hanno dimostrato di avere possibilità economica di mantenerli, senza formulare prima la concessione di un sussidio, come la stessa legge italiana prevede.
Per quanto riguarda il conflitto intrafamiliare – ha aggiunto – non sempre la sua soluzione si trova nell’allontanare il minore dal nucleo familiare. Se è proprio necessaria, la separazione resta l’ultima misura a cui ricorrere, dopo aver prima cercato tutte le altre.
Patiño ha fatto sapere che il governo ecuadoriano, dopo aver studiato il fenomeno italiano che porta con troppa facilità all’allentamento dei minori dalle famiglie, ha iniziato a dare sostegno agli emigranti che, lasciato l’Ecuador per venire in Italia, si trovano in questa situazione. Sostegno che comprende assistenza legale finanziata da Quito, aiuto psicologico e di assistenza sociale. “Vogliamo – ha concluso Patiño – che i nostri cittadini emigrati sappiano che possono contare su di noi e, in caso di problemi simili il invito a rivolgersi al consolato”.