Con lo Sblocca Italia il partito del cemento trova miliardi per opere inutili e per la cura del territorio solo briciole. Parla con Domenico Finiguerra, autore di “8 mq a secondo”
di Enrico Baldin
«Con lo “Sblocca Italia” il partito del cemento ha trovato miliardi per Tav, Expo, Orte-Mestre, Terzo valico e altre autostrade. Per la prevenzione dai disastri ambientali invece solo briciole». Non usa mezze parole Domenico Finiguerra commentando per Popoff l’allarme di queste settimane per il rischio di alluvioni ed inondazioni.
Quarantatreenne, Finiguerra è la più autorevole tra le voci di chi si oppone alla devastazione del territorio. Nei due mandati da Sindaco di un comune del milanese ha ricevuto diversi premi per le politiche di salvaguardia del territorio e negli ultimi anni si è dedicato alla campagna “Stop al consumo del territorio”, ed è fondatore del Forum nazionale “Salviamo il paesaggio – difendiamo i territori”. Recentemente ha scritto un libro sintetico e allo stesso tempo esauriente intitolato “8mq al secondo – salvare l’Italia dall’asfalto e dal cemento” (Emi, 2014).
Finiguerra, possibile che ad ogni pioggia si contino sfollati, morti e feriti e venga decretato lo stato di emergenza?
Non è più possibile che questo accada in Italia. E danno fastidio anche le lacrime di coccodrillo versate dagli amministratori e dai politici che governano: rilasciano dichiarazioni di condoglianze, vanno ai funerali delle vittime e subito dopo approvano piani regolatori, proroghe e decreti “Sblocca Italia” che amplificano la cementificazione.
Di quali grandi opere ha bisogno l’Italia?
Avrebbe bisogno di prevenzione civile, più che di protezione civile. Smettere di ricoprire di asfalto e cemento le nostre terre e investire su ciò che serve per mettere in sicurezza il territorio dal dissesto idrogeologico. Non grandi opere ma tantissimi microprogetti di riqualificazione, dagli argini dei fiumi alle casse di espansione, dalla piantumazione di alberi ai progetti per la difesa del suolo.
Ieri Delrio ha ribadito che son stati stanziati 100 milioni di euro per combattere il dissesto idrogeologico.
100 milioni sono briciole. Pensi che Burlando ha chiesto un miliardo di euro per la sola Liguria. Uno studio del Ministero dell’Ambiente di pochi anni fa parlava di 41 miliardi come cifra necessaria per rimettere in sicurezza la penisola. Altro che 100 milioni. Un piano decennale o quindicinale per rimettere in sicurezza l’Italia è più che realistico e creerebbe decine di migliaia di posti di lavoro, anche nel settore del turismo. E’chiaro che per fare questo bisogna avere la volontà, sbloccando i patti di stabilità dei comuni e trovando i soldi necessari: per asfalto e cemento li trovano sempre.
Il Ministro Galletti ha detto che bisogna smettere di fare condoni edilizi.
Ha ragione. Il fatto è che queste dichiarazioni arrivano sempre da appartenenti a compagini che i condoni li hanno approvati.
A più riprese si è attaccato il diritto dei cittadini a ricorrere al TAR contro una infrastruttura, e si è arrivati all’emendamento inserito nello “Sblocca Italia” che permette di andare avanti con le costruzioni nonostante i ricorsi pendenti.
E’un atto arrogante. Di fatto si vuol impedire ai cittadini di intervenire su opere che riguardano le loro terre e quindi anche la loro vita e quella delle loro comunità. Quando fui Sindaco disponemmo un ricorso contro la decisione di Regione e Anas su una tangenziale che avrebbe creato danno ai cittadini ed al parco del Ticino. Non potrei pensare che i cittadini non possano avere un diritto così importante.
Finiguerra, nel suo libro sostiene che l’informazione ha fatto passare l’idea che ambientalisti e comitati che si battono contro la devastazione del territorio, siano degli estremisti. Come si può uscire da questo luogo comune?
Affermare sempre che i veri estremisti sono coloro che devastano il territorio e che i veri moderati invece sono coloro che si impegnano per moderare l’impatto dell’uomo sulla terra, rendendolo più armonioso.
Quali risultati hanno avuto fino ad ora “Salviamo il paesaggio” e “Stop al consumo del territorio”?
Ha fatto incontrare cittadini, comitati, ambientalisti, liste civiche e ha messo in rete rafforzandoli tutti questi soggetti che prima erano isolati. Ha fatto mettere in agenda la questione del paesaggio, del territorio che ci è stato dato dai nostri padri. Pensi che sono state depositate diverse proposte di legge scritte da quasi tutti i partiti. Poi è vero che tra il dire ed il fare ne passa, ma intanto il sasso è stato gettato.