La denuncia di Cristina Quintavalla, candidata per l’Altra Emilia Romagna: «Fabbri alza le tasse, toglie i sussidi ai poveri e la sua città ha il record di disoccupati»
da Ferrara, Ercole Olmi
L’ultima sparata di Alan Fabbri è di pochi istanti fa: l’imprenditore che non paga le tasse è un eroe. «Non mi aspettavo nulla di meno da chi dice di volere radere al suolo tutti i campi rom», commenta Cristina Quintavalla, candidata presidente per l’Altra Emilia Romagna, che s’è presa la briga di fare quello che concorrenti di Fabbri e cronisti locali non hanno pensato di fare: verificare la credibilità di questo personaggio.
Tra un raid e l’altro conto i sinti, Salvini (che oggi sarà in un cinema di terza visione a Bologna) sorride nei poster elettorali della Lega invitando a votare un sindaco. Perché Alan Fabbri, candidato per Carroccio e Forza Italia, in effetti, è sindaco a Bondeno, sulle rive ferraresi del Panaro, a occidente della provincia estense. Una città che, anche grazie a Fabbri, dopo molti anni è scesa sotto i 15mila abitanti. La città, inoltre, vanta i tassi di disoccupazione di giovani e “vecchi” più alti della provincia. Ad esempio, c’era un progetto per la riconversione dell’ex zuccherificio per il quale sono stati spesi un sacco di soldi per i pannelli che annunciavano un nuovo pastificio da 400 posti ma nell’area ancora c’è il deserto. La Giunta sembra incapace di gestire ogni relazione con le aziende.
Doveva essere una città modello ma continua a perdere abitanti e posti di lavoro. Non è certo la migliore credenziale per chi dice di aspirare a salire sullo scranno più alto della Regione.
Una delle prime mosse del sindaco Fabbri, ormai al suo secondo mandato, è stata quella di tagliare i sussidi ai bisognosi e i contibuti per le rette scolastiche con la motivazione di voler favorire i residenti “storici”.
Il mito del buongoverno della Lega è già piuttosto logoro dopo gli scandali piemontesi, veneti e lombardi che hanno minato la credibilità del Carroccio agli occhi delle stesse camicie verdi. «Anche in Emilia i tre consiglieri uscenti della Lega sono dentro fino al collo nello scandalo delle spese pazze per 135mila euro», spiega a Popoff, Cristina Quintavalla, candidata presidente per l’Altra Emilia Romagna, nata sulla scia della lista Tsipras in alternativa al Pd (infatti Sel non ci sta e nemmeno quei pezzetti del Prc che da tempo aspirano a rientrare nell’orbita del centrosinistra). Fabbri, si diceva, non sembra smentire questa tendenza leghista a trasformarsi in “normali” politicanti non appena si varca l’ingresso delle stanze dei bottoni.
Nei primi mesi di quest’anno la Giunta Fabbri a Bondeno ha già collezionato un buco di bilancio di almeno 310mila euro, senza contare il milione di euro di mutui temporaneamente sospesi per via del terremoto. Tutto ciò ha comportato tagli negli investimenti che hanno creato non pochi mal di pancia perfino ai leghisti antemarcia come l’ex capogruppo locale, il più votato, che nemmeno s’è reiscritto al partito.
Il terremoto del 2012 ha visto Bondeno tra i comuni più colpiti, famiglie sfollate e un giovane operaio maghrebino, rimasto ucciso mentre era in fabbrica. Il commissario per il terremoto ha stanziato 7 milioni e 830mila euro per le opere di sistemazione ma il sindaco Fabbri – che rischia in teoria di diventare Governatore – ne ha spesi solo 137 mila. E anche con i soldi stanziati dalla Regione, 2 milioni e 627 mila euro, sono state realizzate opere solo per 300mila euro. I malpancisti dicono che Alan Fabbri, tra un raid e un altro nei campi dei sinti (che poi sono i familiari delle vittime della strage della Uno Bianca), sia bravissimo nelle sagre celtiche e negli happy hour ma poi non abbia alcuna capacità di progettazione e di realizzazione.
«E questo Tea Party Padano non è nemmeno capace a ridurre le tasse. Anzi, Fabbri ha aumentato la Tari del 16% per le famiglie di quattro persone, del 13% per i single e del 14% per le attività produttive – conclude Quintavalla – ma voi comprereste un’auto usata da quest’uomo?».
La Lega conta su un balzo elettorale a due cifre, qui in Emilia, dopo l’enorme visibilità degli scandali che stanno travolgendo il Pd e potrebbero tenere a casa un pezzo del suo elettorato. La campagna xenofoba violentissima contro cittadini italiani da secoli, i sinti di Via Erbosa, potrebbe fargli arrivare voti dal bacino grillino, peraltro parecchio deluso dalle esperienze di governo a cinque stelle concrete, il caso Parma prima di tutto. E Fabbri, tra una dichiarazione di voler radere al suolo i campi rom e una sortita con Salvini a spese di qualche migrante, cerca di alimentare la speranza di un sorpasso del Carroccio nel campo della destra.