Ilari e Tomasone avevano denunciato in Tv la cattiva qualità del trasporto pubblico di Roma Capitale. Una grande mobilitazione ne ha permesso il reintegro
di Mirna Cortese
Sono stati reintegratati a lavoro i due autisti romani, Ilario Ilari e Valentino Tomasone, che lo scorso 21 settembre avevano denunciato a Iacona, per Presa Diretta, le pericolose condizioni in un versano, da un punto di vista meccanico, gli autobus del trasporto pubblico di Roma.
Non stiamo parlando direttamente dell’Atac ma delle Trotta Bus Service, consorziata Tpl a cui Roma Capitale ha affidato non meno del 20% del trasporto pubblico, in particolare le linee periferiche.
Ilario Ilari e Valentino Tomasone sono anche due delegati sindacali dell’Usb, e ci sono voluti quasi due mesi di lotte e di sciopero, di proteste, una petizioni di Articolo 21 che ha raccolto 60 mila firme e l’impegno di Riccardo Iacona che non li mai abbandonati affinché ottenessero giustizia.
Giustizia contro l’arroganza dell’azienda che non voleva riconoscere i più elementari diritti della persona, quali appunto quello di esprimere liberamente le proprie idee, e diritti di due delegati sindacali di assolvere alle proprie funzioni di controllo e denuncia delle inefficienze. Le proteste per il reintegro di Ilari e Tomasone è costato anche un giorno di sospensione ad un gruppo di lavoratori che, secondo la Trotta Bus Service non avevano diritto di manifestare sotto l’edificio che ospita la direzione dell’azienda.
La mobilitazione per il reintegro dei due autisti ha anche obbligato la Commissione mobilità e trasporti di Roma a promuovere una commissione d’inchiesta sulla gestione del trasporto pubblico da parte della Trotta Bus Service e de Consorzio Tpl.
USB, RESPINTO IL TENTATIVO DI METTERE A TACERE I LAVORATORI
E’ stato respinto il tentativo di mettere a tacere i lavori ma, si legge nel comunicato stampa dell’Usb, alla giusta soddisfazione di queste ore “si accompagna la consapevolezza di dover mantenere alta l’attenzione su quanto accade nelle aziende private del trasporto locale, ed in particolare nel trasporto pubblico a Roma. I lavoratori del Consorzio Roma Tpl continuano infatti a percepire lo stipendio con grandissimo ritardo ed i gravi disservizi vengono coperti con un clima di forte intimidazione”.
L’Unione Sindacale di Base dichiara quindi l’impegno a restare in prima linea nel denunciare l’effetto pratico della privatizzazione di un servizio essenziale e lancia un ulteriore segnale di allarme, anche con riferimento implicito all’art. 18 : “cosa sarebbe successo se il jobs atc di Renzi fosse già stato approvato?” Di fronte al balletto sulla casistica nella quale sarà possibile il reintegro a fronte di licenziamenti disciplinari ingiustificati, il caso di Ilario e Valentino fa scuola. Infatti, conclude l’Usb “se la denuncia della cattiva qualità di un servizio pubblico dovrà passare sotto la mannaia della perdita del posto di lavoro, in cambio di un magro risarcimento economico, sarà difficile trovare altre persone coraggiose come Ilario e Valentino”.