Cuauhtémoc Cárdenas si dimette dal più grande partito di sinistra messicano da lui stesso fondato. Dietro la decisione anche il caso dei 43 studenti scomparsi ad Iguala
di Marina Zenobio
Cuauhtémoc Cárdenas ha presentato le sue dimissioni “irrevocabili” dal Partito della Rivoluzione Democratica, partito di sinistra che lui stesso fondò 25 anni fa, dopo averlo diretto e per il quale si era candidato alle presidenziali nel 1994 e nel 2000. “In forma irrevocabile presento le mie dimissioni come membro del Partito della Rivoluzione Democratica” ha scritto Cárdenas in una lettera indirizzata alla direzione del partito, dopo aver reso noto il suo disaccordo sulle modalità di conduzione del raggruppamento politico e le decisioni prese dal nuovo Comitato esecutivo.
Cárdenas si era in precedenza incontrato con l’attuale presidente del Prd, Carlos Navarrate, al quale aveva sollecitato misure per recuperare la credibilità del partito davanti all’opinione pubblica. Nella lettera di dimissioni, l’ex capo del governo del Distretto Federale di Città del Messico, scrive anche che a quell’incontro Navarrate è arrivato tardissimo e si sono evidenziate “le profonde differenze di vedute sul come affrontare i problemi interni al partito”.
Recentemente Cárdenas aveva chiesto a Navarrate di dimettersi per le modalità che aveva adottato nell’affrontare la crisi interna provocata dalla scomparsa dei 43 studenti di Iguala per mano di poliziotti corrotti e collusi con la criminalità organizzata. Iguala si trova nello Stato di Guerrero governato, appunto dal Prd. E non sorprende quindi che l’ormai ex fondatore del Prd sia stato deriso e insultato durante una manifestazione per i ragazzi scomparsi a cui aveva voluto partecipare.
Lo storico dirigente del Prd aveva già in passato evidenziato l’incompatibilità con l’attuale direzione, sopratutto rispetto alle misure da adottare per “recuperare la credibilità dell’organizzazione, la sua assenza all’interno dei movimenti sociali e l’interesse espresso di allearsi con la destra, con il Partito di Azione Nazionale (Pan), in particolare nello Stato di Sonora”. Ma la sua speranza di aprire un dibattito interno si è infranta contro un muro di silenzio, nonostante da tempo molti iscritti al Prd se ne stanno andando in una che Cárdenas ha definito “migrazione naturale” verso altri partiti di sinistra minori, come Morena, il Partido del Trabajo (Pt) o il Movimiento Ciudadano.
Cuauhtémoc Cárdenas, figlio dell’ex presidente messicano Lazaro Cárdenas (1934-1940), era stato già membro del Partito rivoluzionario istituzionale (Pri) e governatore del Stato di Michoacàn (1980-1986). Nel 1987 organizzò la Corrente democratica del Pri e nel 1988 candidato presidenziale per il Fronte democratico nazionale, formato da decine di organizzazioni di sinistra. Dopo le controverse elezioni del 1988, nel 1989 Cárdenas fondo il Prd e ne fu il primo presidente nazionale.
Venticinque anni dopo lascia il partito perché, scrive nella sua lettera : “Non voglio correre il rischio di condividere responsabilità su decisioni prese per miopia, opportunismo o autocompiacimento… è una decisione che corrisponde al mio proposito di restare coerente con i principi che mi hanno guidato da sempre sia nella vita pubblica che privata”.
Da ribadire che l’ormai ex sindaco di Iguala, Josè Luis Abarca, sottoposto a processo penale come presunto autore morale dell’attacco agli studenti che si concluse con la scomparsa di 43 di essi e la morte di 6 giovani, fa parte del Prd.
Prendendo le distanze da Abarca, sabato scorso, Cárdenas si è incontrato con un gruppo di attivisti ed ex dirigenti del Prd, ai quali ha indicato le azioni urgenti da mettere in atto, prima tra tutte “esigere la riapparizione in vita dei 43 studenti della Scuola Normale di Ayotzinapa, e la punizione senza compromessi e nel rispetto della legge dei responsabili, materiali e morali”.
Cárdenas ha fermamente condannato la non presa di posizione del Prd sul caso Iguala, di non essersi pronunciato in favore della liberazione degli 11 arrestati arbitrari eseguiti durante le proteste in Plaza de el Zocalo, come come non si è pronunciato su altri due arresti arbitrari, quelli dei portavoce della tribù yaqui, Mario Luna e Fernando Jiménez.
Infine, Cuauhtémoc Cárdenas ha chiamato i suoi seguaci a prepararsi, al momento giusto, ad un Congresso Costituente per promulgare una nuova Costituzione. Dimissioni dal partito ma non dalla politica, probabilmente Cárdenas si sta preparando a fondare, in Messico, una nuova formazione di sinistra. Speriamo sia migliore della precedente.