Stravince il candidato del Frente Amplio con una squadra che vede al suo interno anche Raul Sendic, figlio omonimo del mitico fondatore dei Tupamaros
di Marina Zenobio
L’Uruguay ha il suo nuovo presidente, Tabaré Vasquez, ed è il terzo presidente consecutivo del Frente Amplio, la coalizione di sinistra di cui fa parte il presidente uscente José “Pepe” Mujica e che ormai governa ininterrottamente il paese sudamericano dal 2005. Tabaré Vasquez è stato eletto con una schiacciante vittoria, con il 53% dei voti che hanno segnato una debacle per lo sfidante del Partito Nazionale (di centro destra), Luis Lacalle Pou, che si fermato al 41%.
Tabaré Vasquez non è comunque riuscito a superare il 54,63% ottenuto nel 2009 dal suo predecessore e compagno di partito “Pepe” Mujica che, nel corso del suo mandato, è diventato un simbolo e delle figure carismatiche più note per il suo stile di vita serio e tutt’altro che consumista, ed anche per sua schiettezza di parola.
Tabarè Vasquez però non ha soltanto vinto le elezioni presidenziali, grazie all’inserimento nella sua squadra Raul Sendic, figlio omonimo del mitico fondatore dei Tupamaros negli anni ’60, è riuscito a garantire al Frente Amplio la sua terza maggioranza consecutiva nelle due camere del Parlamento, come risultato delle elezioni politiche che si sono svolte il 26 ottobre scorso, in contemporanea con il primo turno delle presidenziali.
Oncologo 74enne, Tabarè Vasquez ha dichiarato che porterà avanti il programma approvato dalla coalizione di centro-sinistra (Frente Amplio) che, a partire dal prossimo 1° marzo, governerà con un terzo mandato fino al 2020. “Ma non dobbiamo pensare alle prossime elezioni – ha detto il neo-eletto presidente ai giornalisti e ad un folla in delirio – dobbiamo piuttosto pensare alle prossime generazioni”. Riferendosi poi all’opposizione ha richiamato al dialogo: “Significa accordi con tutti i settori politici su temi cardine per il paese come l’educazione, la salute, la casa. Per cui tutti sono convocati ad un dialogo che sia leale, produttivo, che arrivi a decisioni concrete e che rifletta la maggioranza”.
L’attuale presidente “Pepe” Mujica non uscirà però dalla scena politica. Mujica gode di un alto consenso popolare, il suo partito – Movimiento de Partecipaciòn Popular (Mpp ex Tupamaros) -, è stato il più votato all’interno del Frente Amplio e ciò gli permetterà di far valere la sua leadership riguardo temi con cui ci sono delle discrepanze con Tabaré. Uno di questi riguarda la politica estera: mentre Mujica ha avuto una vocazione integrazionista vicina al Venezuela, e di dialogo con l’Argentina, Tabarè è più propenso a rendere più flessibile il Mercosur, con l’obiettivo che ogni associato possa accordare trattati commerciali anche fuori del blocco.
Sono tante le sfide Tabaré Vasquez dovrà affrontare per mantenere e migliorare le condizioni di un paese come l’Uruguay che, da quando è governato dal Frente Amplio, cioè dal 2005, e nonostante i riflessi della crisi argentina del 2002, è riuscito a ridurre la povertà dal 40 al 10,5%. Questo significa che in un paese di circa 3,3 milioni di abitanti, in circa un milione sono usciti dalla povertà; la disoccupazione è passata dal 19 al 6,5%. Nel 2005 c’erano 278 mila ettari di terra coltivata a soia, oggi sono 1,2 milioni; la produzione di energie rinnovabili non convenzionali sono passate dallo zero del 2004 al 30% attuale. Ciò ha permesso di avere una notevole riduzione del costo delle bollette della luce e, nel 2016, il paese aspira ad essere leader mondiale nella produzione di energia eolica. Questo c’è già. Toccherà adesso al neo eletto presidente dell’Uruguay, Tabarè Vasquez, andare oltre, nel rispetto del programma sottoscritto con il Fronte Amplio.