L’Iren ha cambiato amministratore delegato, dandogli 900.000 euro di buonuscita e trasformandolo in consulente. E la bolletta dell’acqua aumenta di 130 euro.
di Edoardo Bettella
Dal primo dicembre 2014, Nicola De Sanctis non è più l’amministratore delegato di Iren, la multiutility che serve i comuni di Torino, Genova, Piacenza, Parma e Reggio Emilia. È stato in carica un anno e mezzo, durante il quale ha guadagnato 429.000 euro. La sua buonuscita (il Tfr, per i comuni mortali), è stata di novecentomila euro, più un bonus di cinquantamila euro, il “premio risultato”. Il suo contratto, però, non è finito. Durerà fino al 31 dicembre 2015. Durante quest’anno, in qualità di “advisor” (consulente del presidente), percepirà uno stipendio di quattrocentomila euro. Totale per due anni e mezzo di lavoro: un milione e ottocentomila euro. La bolletta dell’acqua, però, aumenterà di centotrenta euro a famiglia, nel prossimo anno. Non è che glielo stiamo pagando noi lo stipendio?
Una multiutility, come Iren, è una società multiservizi. Eroga, cioè, due o più servizi pubblici essenziali, come l’acqua, l’elettricità o la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti. I sindaci dei citati Comuni sono proprietari del cinquantuno per cento della società. Questo significa che hanno potere decisionale, nel consiglio di amministrazione.
È proprio per questo che la Cisl di tutte queste città ha inviato una lettera ai sindaci, indignata del trattamento riservato a De Sanctis. «L’ex amministratore delegato esce dalla porta, ma rientra dalla finestra: Iren stessa si è già impegnata a sottoscrivere con lui un contratto di advisoring dell’importo di quattrocentomila euro, valevole fino al 31 dicembre 2015. Non basta: da poche ore sappiamo che è già stato nominato il nuovo amministratore delegato, per cui attualmente le posizioni economiche che vengono retribuite dal gruppo sono due: De Sanctis, che manterrà l’incarico ancora per un anno, e quella di Massimiliano Bianco, il nuovo ad. Quindi Iren pagherà due amministratori delegati!»
Continua il sindacato: «La Cisl ritiene che non sia tempo di premi o stipendi milionari ai manager. Soprattutto se sono chiamati a dirigere multiutility che erogano servizi essenziali, che nelle loro linee guida contemplano il fare economie di scala per permettere un miglioramento dei servizi e una maggiore sostenibilità dei suoi costi per le famiglie e i cittadini. La realtà, purtroppo, è un’altra: continua ad aumentare il costo del servizio dei rifiuti, sale la bolletta del gas e il costo del servizio idrico».
«Vi chiediamo di essere tramite nei confronti dei cittadini dei vostri comuni per quanto riguarda gli ultimi avvenimenti, sospendendo il maxi pagamento e individuando stipendi più “etici” per i vostri manager. Tutto ciò al fine di assumere concretamente, e non solo a parole, la tanto dichiarata (e certificata dal vostro bilancio di sostenibilità) responsabilità sociale del gruppo Iren», conclude la lettera.
La risposta dei sindaci non si è fatta attendere. Alessio Mammi, primo cittadino di Scandiano e portavoce dei sindaci reggiani, ha scritto: «Ritengo che non vi possano essere automatismi sull’entità della buona uscita di De Sanctis. La cifra prevista è da considerarsi fuori misura in senso assoluto, e lo è ancora di più visto il particolare momento storico di crisi economica». Mammi, però, il 18 giugno scorso sedeva all’assemblea dei soci della multiutility e, come racconta Francesco Fantuzzi, azionista di Iren, «quando è stata posta la questione, ha scelto di astenersi. Mentre alcuni suoi colleghi, forse gli stessi che oggi si indignano assieme a lui, hanno votato a favore. Con buona pace dei cittadini». Eppure, il sindaco di Scandiano ritiene che «tale buona uscita risulta essere, oltre che esosa, discutibile, poiché l’interruzione del rapporto di lavoro avviene prima della scadenza del contratto sulla base di un accordo tra le parti. In ogni caso, qualsiasi esborso non dovrà ricadere su cittadini utenti e dovrà essere recuperato attraverso la riduzione delle spese di funzionamento della società, in particolare dei livelli apicali del gruppo».
Ma, secondo uno studio della Cgia (Associazione artigiani e piccole imprese) di Mestre, le tariffe dell’acqua aumentano in modo costante da anni. Si parla di un aumento dell’ottantacinque per cento negli ultimi dieci anni. E la Cisl calcola centotrenta euro in più a famiglia sulla bolletta dell’acqua, per il prossimo anno. Proprio sul servizio idrico gli aumenti sono stati annunciati dal presidente dell’Autorità per l’energia elettrica, il gas e il sistema idrico (Aeegsi), Guido Pier Paolo Bortoni, che li ha descritti come «necessari a favorire gli investimenti prioritari per il settore, tesi a raggiungere e mantenere obiettivi di qualità ambientale e della risorsa». Le promesse fatte finora, però, non hanno prodotto grandi risultati. Ad esempio, tra il 2006 e il 2009, solo il cinquantasei per cento degli investimenti previsti è stato realizzato.
Ma allora dove finiscono i soldi che i cittadini pagano in più sulle bollette, e che dovrebbero servire a investimenti che non vengono mai realizzati? Purtroppo, la trasparenza non è una caratteristica delle multiutility, e i piani industriali (così come gli stipendi) vengono decisi dai consigli di amministrazione delle aziende, in cui fanno parte anche i sindaci di alcuni Comuni. E quando gli interessi dei cittadini (chiamati “consumatori” da Bortoni) confliggono con quelli dell’azienda, chi ci rimette sono sempre i secondi.
A proposito di conflitti di interesse, l’Aeegsi è finanziata dagli stessi operatori che regola. È chiaramente e fieramente sottolineato sul sito, addirittura sotto la voce “Indipendenza e autonomia”: «Le risorse per il funzionamento dell’autorità non provengono dal bilancio dello Stato, ma da un contributo sui ricavi degli operatori regolati». E non è finita, l’Autorità ha ben pensato di fare anche uno sconto alle multiutility: «Tale contributo è stato ridotto (volontariamente dall’autorità) allo 0,3 per mille rispetto all’uno per mille previsto dalla legge».
…e per forza che ride…con quella faccia con cui prende per il culo i cittadini che gli hanno pagato tutti quei bei soldoni per non si sa bene cosa…dargli l’acqua che è già di loro proprietà?!?