Non ci sarà la pipeline che avrebbe connesso direttamente Russia e Ue. Putin denuncia “ostacoli” da parte di Bruxelles e apre a Turchia e Grecia
di Mirna Cortese
Il progetto South Stream è definitivamente chiuso. Lo ha ribadito alla tv russa l’amministratore delegato di Gazprom, Alexei Miller precisando anche che il ritiro della Federazione Russiadal progetto è irrevocabile. La dichiarazione di Miller segue alle parole di Putin che aveva esplicitato “ostacoli” al progetto da parte dell’Unione Europea.
Obiettivo del South Stream (in italiano flusso meridionale) era quello di costruire un nuovo gasdotto che avrebbe dovuto connettere direttamente la Russia all’Unione Europea, eliminando ogni Paese extra-comunitario dal transito [come da cartina]. Il progetto era stato sviluppato congiuntamente dall’italiana Eni, la russa Gazprom, la francese Edf e il colosso energetico tedesco Wintershall.
Putin aveva già detto che la posizione dell’Ue sul gasdotto South Stream “non è costruttiva” e gli “ostacoli” cui ha fatto riferimento ultimamente sono due: in primo luogo il mancato permesso da parte del governo bulgaro al passaggio delle condutture gasifere sul proprio territorio, il secondo ostacolo è frutto delle divergenze con l’Unione Europea, dovute principalmente alle sanzioni occidentali riguardo il ruolo della Federazione nella guerra dell’Ucraina orientale, ma anche, presumibilmente, all’eccessiva lievitazione dei costi di produzione del progetto stesso.
“Non avendo ancora ricevuto l’autorizzazione da Sofia – ha dichiarato Putin – crediamo che nella situazione attuale la Russia non può continuare nella realizzazione del progetto”.
Singolarmente il presidente russo ha affidato le sue dichiarazioni ad una conferenza stampa che si è tenuta ad Ankara e in cui era presente anche il presidente turco Tayyp Erdogan.
Un modo per annunciare all’Ue la fine del loro progetto congiunto e l’apertura di un altro. Alexei Miller ha infatti annunciato che Gazprom costruirà una nuova pipeline in Turchia, che transiterà anche per l’Ucraina e sarà capace di portare circa 50 miliardi di metri cubi di gas alla frontiera con la Grecia. Sempre nella stessa conferenza stampa ad Ankara, Putin ha anticipato che Mosca potrebbe decidere di “riorientare le forniture di gas”. Ha anche annunciato l’applicazione alla Turchia di uno sconto del 6% sulle forniture energetiche dal 2015 e che il Cremlino è aperto a nuovi programmi energetici passanti per l’Europa mediterranea.