130 morti l’ultimo bilancio di un attacco talebano questa mattina in una scuola per figli di militari nella città di Peshawar
130 morti è l’ultimo bilancio di un attacco talebano perpetrato questa mattina in una scuola per figli di militari nella città di Peshawar, nel nord del Pakistan. Nella scuola c’erano circa 500 persone tra studenti e insegnanti. Tra i 130 morti ci sono 80 bambini e adolescenti, tra i 6 e i 17 anni, che sarebbero stati uccisi con un colpo alla nuca. 122 i feriti. Il bilancio è però provvisorio perché l’attacco è ancora in corso, e ci si auspica che non debba aumentare.
Secondo la ricostruzione permesse dalle testimonianze dei sopravvissuti, il gruppo talebano Tehrek-e-Taliban Pakistan (TTP), sarebbe entrato nella scuola alle 9 di questa mattina seminando il terrore. Erano in sei, indossavano uniforme dell’esercito pakistano. Secondo l’ufficio stampa dell’esercito di Islamabad (Ispr), quattro militanti del gruppo talebano sono morti mentre gli altri sono ora raccolti nell’ultimo dei quattro edifici di cui è composta la scuola, e mantengono sotto sequestro altri studenti. Fuori dalla scuola la disperazione delle famiglie per i figli che sono ancora all’interno dell’edificio.
Dopo aver circondato l’edificio, le forze di sicurezza pachistane hanno intrapreso un lungo scontro a fuoco con i talebani mentre dall’esterno si sono sentite ripetute esplosioni. Sempre secondo l’Ispr, l’alto bilancio delle vittime è dovuto anche al suicidio di uno degli attentatori che si è fatto esplodere all’interno dell’edificio. Le autorità delle provincia di Khyber Pakhtunkhwa hanno decretato l’emergenza in tutti gli ospedali di Peshawar e della provincia, sollecitando la popolazione a donare sangue per le decine di feriti.
La rivendicazione
Muhammad Khorasani, portavoce del TTP, principale gruppo talebano pakistano, ha rivendicato l’attacco nella scuola di Peshawar attraverso il sito di The Express Tribune: “I nostri sei combattenti sono riusciti a entrare nella scuola dell’esercito e noi gli stiamo dando istruzioni dall’esterno. Colpiremo ogni istituzione collegata all’esercito fino a quando fermeranno le loro operazioni e gli omicidi extra giudiziari dei nostri detenuti… I nostri detenuti vengono uccisi e i loro corpi gettati per le strade” sostiene Khorasani aggiungendo che i militari pachistani e le loro famiglie devono provare il loro stesso dolore, ma precisando che il TTP ha dato ordine ai suoi uomini di non colpire i bambini più piccoli, anche se figli di militari o leader civili.
Il portavoce del TTP fa riferimento all’operazione dell’esercito pakistano denominata “Zarb-e-Azb” lanciata il 15 giugno scorso contro i Talebani e i miliziani della rete Haqqani nell’enclave del nord Waziristan, conseguente ad un attacco nell’aeroporto di Karachi dell’8 giugno. L’offensiva ha costretto oltre 800 mila civili ad abbandonare le proprie case e i continui bombardamenti hanno provocato oltre un migliaio di morti, mentre l’esercito ritiene di aver liberato il 90% della regione tribale dai militanti talebani e della rete Haqqani.