Il repubblicano Jeb Bush contro la democratica Hillary Clinton. Chiunque vinca l’America resta una paese governato da dinastie, non reali ma di potere
di Mirna Cortese
Jeb Bush, 61 anni, ex governatore repubblicano della Florida, fratello minore di George W Bush, ha fatto il primo passo ufficiale verso la candidatura alle presidenziali Usa del 2016. Ha lasciato, secondo quanto pubblicato dal Washington Post, tutti gli incarichi che occupava in società private, da ruolo di consigliere per la banca inglese Barclays, da grosse compagnie immobiliari come la Rayonier, di cui era consulente, e anche dalla Fondazione Bush per l’educazione. Gli sono rimaste “solo” gli studi legali della Jeb Bush & Associated e le società di cui è proprietario diretto o amministratore delegato.
E’ il segnale è comunque abbastanza chiaro. Dopo aver annunciato di voler esplorare le possibilità di candidarsi alla Casa Bianca, il più giovane dei Bush, l’unico che ancora non abbia soggiornato almeno quattro anni alla Casa Bianca, continua a prepararsi girando le grandi roccaforti repubblicane del sud, incontrando potenziali alleati e soprattutto potenziali donatori e finanziatori per la campagna elettorale.
Jeb Bush è stato governatore della Florida (1999-2007), parla lo spagnolo e ha una moglie messicana che non compare mai in pubblico, un’assenza che secondo gli analisti potrebbe penalizzarlo. I suoi legami con la vecchia comunità cubana di Miami, quella più agguerrita contro la ripresa delle relazioni diplomatiche con Cuba annunciate da Obama, sono storici e saranno una carta da giocarsi nelle prossime presidenziali.
Elezioni in cui dovrà competere con la sua più probabile avversaria Hillary Clinton, a sua volta moglie dell’ex presidente Bill ed ex segretaria di Stato, su posizioni diametralmente opposte: favorevole al riavvicinamento a Cuba e, a parole, ad una legge che legalizzi gli altri 12 milioni di messicani illegali che vivono da anni negli Stati uniti
Ma i due quasi sicuri candidati dovranno scontrarsi su tutto: dall’Obamacare (la riforma sanitaria) ai diritti delle minoranze. Jeb Bush ha appena e polemicamente donato 10 mila dollari al fondo per i poliziotti uccisi a New Yok, mentre Hillay Clinton resta cauta e si dice più vicina a chi protesta per gli abusi.
Una cosa hanno in comune, sono entrambi degni rappresentanti di un’America quale paese governato da dinastie, non reali ma di potere, che ogni quarto di secolo decidono di farsi la guerra. Ancora una volta Bush contro Clinton.