In manette don Alessandro De Rossi, parroco della chiesa San Luigi Gonzaga ai Parioli. Dall’Argentina a Roma con l’accusa di abusi sessuali sui minori
di Marina Zenobio
Da tempo era ricercato in ambito internazionale perché colpito da ordine di cattura emesso dalle autorità argentine e alla vigilia di capodanno, a Roma, sono scattate le manette ai polsi di Alessandro De Rossi. Ma non è un criminale qualunque, è un don, non nel senso mafioso ma in senso religioso.
E’ don Alessandro De Rossi, sacerdote di 46 anni, fino a prima dell’arresto parroco della chiesa di San Luigi Gonzaga, nel quartiere romano dei Parioli, membro di quella sempre più numerosa “cosca” di preti pedofili. E’ accusato di aver abusato sessualmente di alcuni minori negli anni in cui era stato nominato parroco “fidei donum” in una parrocchia nella provincia argentina di Salta. Il reato sarebbe stato commesso all’interno degli stessi locali parrocchiali e don Alessandro avrebbe indotto i minori a praticare sesso di gruppo.
Ovviamente i reati contestati sono precedenti al 1 dicembre del 2013, giorno in cui il sacerdote era stato richiamato a Roma e nominato parroco della chiesa romana in via di Villa Emiliani 15.
Il mandato di cattura internazionale è stato emesso dal giudice di garanzia argentino Diego Gonzalez Pipino. Mentre il procuratore Pablo Paz, sempre in riferimento allo stesso mandato, ha dichiarato che “la richiesta è stata fatta dopo una lunga e complessa indagine, considerando le gravissime accuse presentate nei confronti del sacerdote”. A denunciarlo un uomo argentino che all’epoca dei fatti aveva 14 anni e che ha dichiarato alla procura di aver partecipato a frequenti “feste” organizzate dal parroco, e non era l’unico minorenne.
Il procuratore Paz, consultato dal quotidiano argentino Nuevo Diario, ha comunque precisato che “nonostante nella sua denuncia la vittima ha descritto fatti e dati molto concreti, è stato necessario portare avanti una serie di procedimenti al fine di verificare cosa sia successo nel vicariato Maria Medianera de Todas las Gracias, nel quartiere salteňo Islas Malvinas, soprattutto con i minori che in quella parrocchia passavano molto tempo”
In base agli elementi raccolti, la procura ha affermato che “effettivamente esistono sufficienti elementi per attribuire al sacerdote il reato di cui è accusato (abuso sessuale aggravo). Non ci sono solo le dichiarazione di testimoni e delle vittime, ma anche alcune mail inviate dall’accusato al denunciante e altra documentazione che rafforzano le testimonianze a carico dell’imputato”.
Informato dell’arresto di don Alessandro De Rossi, il direttore della sala stampa della santa sede e portavoce del papa, padre Federico Lombardi, ha dichiarato di non saperne nulla “Sono fuori Roma per esercizi spirituali, è una cosa che non parte dal Vaticano”.
Nell’ottobre del 2013 don De Rossi era stato intervistato da “RomaSette”, il settimanale della diocesi di Roma. In quell’occasione aveva raccontato la sua esperienza di missionario in Argentina usando queste parole: “Ho trovato tanta fame e sete di Dio e ho puntato a dare valore alle persone, soprattutto ai ragazzi: far conoscere loro un Dio che ti ama così come sei e aiutarli ad avere delle opportunità future (..) Stavo a duemila chilometri dal cardinale Bergoglio e non l’ho conosciuto purtroppo. Il mio lavoro – concluse don Alessandro De Rossi di ritorno dall’Argentina – era di recuperare la gente e formare una bella comunità”.