Arriva in Cassazione il processo contro il militare di stanza all’Aquila che nel 2012, a Pizzoli, stuprò e seviziò “Rosa”. Appello delle donne alla presenza
Il prossimo 8 gennaio la Corte di Cassazione di Roma si riunirà in udienza per il processo a carico di Francesco Tuccia, l’ex militare campano originario di Montefredane (Avellino), di stanza all’Aquila quando la notte tra l’11 e il 12 febbraio 2012 stuprò una studentessa ventenne di Tivoli all’esterno della discoteca Guernica di Pizzoli. Dopo lo stupro la abbandonò nella neve, priva di sensi e in una pozza di sangue. “Rosa”, come da allora è stata sempre chiamata la giovane donna, sarebbe stata destinata a morte certa se non fosse stata ritrovata dai buttafuori del locale.
Una vicenda dolorosissima per la donna, condivisa con molte altre della rete dei centri antiviolenza, in particolare del centro antiviolenza dell’Aquila riconosciuto parte civile nel processo. Un processo travagliato che ha portato ad una condanna, in primo grado di giudizio, di 8 anni per Francesco Tuccia (nella foto). Condanna poi confermata dalla Corte di Appello dell’Aquila con l’aggravante di crudeltà e sevizie ma derubricando le lesioni da dolose a colpose.
Quella notte di febbraio, al rapporto non consensuale, si aggiunsero sevizie: la ragazza venne penetrata con un oggetto che le perforò l’utero e il fatto che la giovane fosse ubriaca e quindi probabilmente non del tutto lucida non è stata considerata un’attenuante.
Ora spetta alla Corte di Cassazione di Roma esprimere l’ultimo giudizio e il Centro antiviolenza per le donne dell’Aquila ha lanciato un appello per la partecipazione all’udienza che si terrà a Roma, nei palazzi di Piazza Cavour, l’8 gennaio 2015 alle ore 9. Riportiamo il comunicato.
Processo a carico di Francesco Tuccia, udienza di Cassazione
Il prossimo 8 gennaio 2015 si terrà a Roma presso la Corte di Cassazione, l’udienza del processo a carico di Francesco Tuccia, imputato per i noti fatti relativi allo stupro perpetrato a Pizzoli nel febbraio 2012 ai danni di una giovane donna, studentessa presso l’Università dell’Aquila.
Ricordiamo che nel corso del procedimento, l’imputato è stato condannato in primo grado, nel gennaio 2013 a 8 anni di reclusione, condanna confermata in Appello nel dicembre 2013.
Nel processo, il Centro Antiviolenza per le donne dell’Aquila è stato ammesso come Parte Civile e come tale sarà ancora a fianco della giovane donna impegnata in questa lunga battaglia per la riaffermazione del diritto di ognuna a vivere libera dalla violenza maschile.
Rivolgiamo, pertanto, un appello a tutte le donne a partecipare e far sentire la propria presenza ribadendo che la violenza maschile ci riguarda tutte.
Centro Antiviolenza per le donne dell’Aquila