“Fermarli è possibile…” le parole che lanciano l’evento per chiedere libertà per chi lotta contro questo “sistema devastante” e per organizzare lotte contro sfruttamento e la speculazioni
di Mirna Cortese
Perché una manifestazione NoTav a Roma? si chiedono gli organizzatori tra cui i movimenti per i beni comuni, centri sociali, movimenti per il diritto alla casa. La risposta sta nel riconoscimento della resistenza valsusina quale patrimonio collettivo, in tal senso un corteo NoTav a Roma non può che assumere molteplici significati. “Alla base di tutto non può che esserci la totale solidarietà verso gli imputati di questi processi, che altro non è che la solidarietà verso chi si organizza e lotta, in ogni angolo d’Italia e per chiedere libertà per coloro che lottano questo “sistema devastante” e l’organizzazione in ogni territorio di lotte contro lo sfruttamento e la speculazione. el mondo, contro la prepotenza di governanti, affaristi e speculatori, in qualunque modo essa si manifesti – si legge sul comunicato -, e così lottare contro il Tav in Valsusa non è diverso dal lottare contro gli sfratti o i distacchi delle utenze nel proprio quartiere, dallo scioperare sul posto di lavoro contro la prepotenza del padrone, dall’opporsi all’avvelenamento del proprio territorio, dall’organizzarsi dentro scuole e università perché il sapere non sia solo un’arma usata contro di noi”.
Fanno così riferimento al sistema delle Grandi Opere gli promotori dell’evento, denunciando come “La vicenda dell’Expo di Milano non è altro che una gigantesca mangiatoia di soldi pubblici per i grandi gruppi imprenditoriali italiani e, ovviamente, per i politici nazionali e locali che ne intascano la loro parte. Poco importa se ciò avvenga in modo legale o meno, ciò che conta è che risorse che appartengono alla collettività vengono depredate sempre da quegli stessi signori che poi ci raccontano che, per qualsiasi opera di pubblica utilità, i soldi non ci sono. E così, a ogni pioggia forte qualcuno muore annegato, migliaia di adolescenti rischiano di vedersi crollare addosso il tetto della scuola, e la lista potrebbe allungarsi all’infinito».
L’appuntamento romano di oggi va visto anche sotto un contesto temporale particolare, quello che vede proprio la capitale al centro di inchieste importanti per la gestione “mafiosa” di appalti e cooperative, con l’attiva partecipazione delle istituzioni politiche. “Ed allora – puntualizzano le e gli attivisti – l’esempio della lotta contro il Tav in Valsusa, opera in cui è palese l’intreccio tra politica, affari e criminalità, è quanto c’è di più prezioso anche in questa città, perché indica un percorso possibile per superare passività e rassegnazione: non è certo aspettando che la magistratura indaghi che possiamo sperare di ottenere dei risultati, ma piuttosto è organizzandosi e lottando ogni giorno al fianco di chi vive la nostra stessa condizione che possiamo far tremare, e perché no sconfiggere, anche giganti apparentemente invincibili”.
Quindi oggi, 17 gennaio 2015, l’appuntamento è a Roma, in Piazzale Tiburtino, per chiedere libertà per coloro che lottano contro questo “sistema devastante” e per l’organizzazione in ogni territorio di lotte contro lo sfruttamento e la speculazione.