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Casa, il governo contro inquilini e comuni

Giornata di mobilitazione sotto la Camera dei movimenti per il diritto all’abitare. L’Unione inquilini: «Basta con l’emergenza». Danese: «Serve proroga sfratti»

di Isabella Borghese

Sono state centinaia tra inquilini, rappresentanti politici, sindacali, di associazioni, cooperative e frange di movimenti per il diritto alla casa, le persone presenti oggi davanti alla Camera. Importanti e noti gli obiettivi: lottare per il diritto all’abitare e chiedere al Parlamento di emendare il decreto mille proroghe e in questo modo reinserire la proroga per le famiglie con anziani, portatori di handicap, minori e malati terminali.

In prima battuta, l’incontro con il Capogruppo Pd Commissione Bilancio, l’Onorevole Maino Marchi. “Noi siamo per politiche strutturali – ha spiegato Walter De Cesaris, Segretario Nazionale Unione Inquilini – e non di emergenza. Il Ministro Lupi ha infatti parlato di interventi per 800 milioni complessivi, ma dal decreto attuativo del programma di recupero non ancora pubblicato in Gazzetta Ufficiale – ha continuato, – si evince che ci sono 68 milioni complessivi per il recupero di case popolari oggi inutilizzate e 30 milioni l’anno per la ristrutturazione e l’efficientamento energetico delle case di edilizia residenziale pubblica. Con piani di recupero – ha aggiunto – che non partiranno prima di sei mesi. Alla proroga sfratti prediligiamo il passaggio da casa a casa, ma oggi è indispensabile l’inserimento di questa nel decreto. L’onorevole Marchi ha condiviso questa impostazione. Insomma – aggiunge – i giochi non sono fatti. C’è un dibattito aperto tra gruppi i parlamentari che fa ben sperare perché dimostra, al contrario, che la chiusura è solo del ministro Lupi”.

Positivo dunque il bilancio e a confermarlo sembrebbero anche le dichiarazioni di Roberto Morassut, del Pd. “Sul milleproroghe sono stati presentati diversi emendamenti – ha dichiarato -. Quello da noi fatto pervenire con diversi parlamentari è un emendamento di proroga al 31 dicembre 2015. Nel corso dell’intero anno – ha aggiunto – il governo si presenti in parlamento con un provvedimento adeguato, in grado di dare una risposta organica come chiede la Corte Costituzionale. Il nostro obiettivo è arrivare fino in fondo, fino all’anno prossimo – ha continuato Morassut – e spingere il governo a produrre un provvedimento di rifinanziamento concreto”.

Sull’apertura che si è palesata oggi anche Andrea Alzetta, di Action, ex consigliere capitolino, presente al presidio si è espresso e con fermezza “Quest’apertura – ha tenuto a precisare- è il minimo che ci si possa aspettare dopo anni di battaglie!”. Tutti d’accordo sull’esigenza di politiche strutturali adeguate, sul passaggio da casa a casa, eppure le parole non bastano.

Ma una battaglia quella portata avanti anche oggi che tutte le forze presenti hanno espresso di voler proseguire per raggiungere l’obiettivo posto. Nessuno vuole promesse, tutti chiedono impegno e risultati. “Dobbiamo spingere, – è stata la voce di Federica Doga, parlamentare del Movimento 5 Stelle – continuare questa pressione verso la maggioranza per ottenere questa proroga”. E non meno battagliera è risultata Marisa Nicchi, deputata di Sel. “Faremo il possibile per ottenere il nostro obiettivo – si èpronunciata. – Noi vogliamo la proroga. Non possiamo pensare che famiglie in difficoltà possano affrontare un trauma così grave come quello dello sfratto. Chiediamo di immedesimarsi nella condizione degli altri. Presseremo sulla maggioranza perché quest’ennesima ingiustizia non venga consumata”.

La voce dei politici presenti al presidio questa mattina è stata rafforzata poco dopo dalle dichiarazioni di Francesca Danese, Assessore alle Politiche abitative di Roma Capitale.

“Ho fatto l’appello per una proroga con gli assessori di altre grandi Città metropolitane – ha spiegato – in modo da darci 3-4-5 mesi per far ripartire un nuovo modello dell’abitare. Mi aspetto che il governo all’interno del Milleproroghe dia la proroga. Noi – ha tenuto a dire – ci siamo detti disponibili ad aprire un tavolo di confronto insieme all’Anci, dove poter lavorare a una strategia complessiva, non solo per Roma, ma per tutte le aree metropolitane. Capisco anche i piccoli proprietari – ha aggiunto – che in questo momento hanno avuto problemi rispetto alle tassazioni. La proroga è per quelle persone che appartengono a categorie particolarmente svantaggiate”.

E in una città come Roma, con la mancanza di case popolari l’Assessore Danese “È pronta la graduatoria per l’assegnazione delle case popolari – ha annunciato. – Stanno partendo le lettere in questi giorni. Il mio primo atto come assessore, il 23 dicembre, è stato il Piano strategico per la Casa. Al suo interno – ha spiegato – è prevista la possibilità per le persone di uscire dall’assistenza alloggiativa, perché noi spendiamo tanti soldi per i Centri d’accoglienza temporanea e sappiamo che all’interno delle emergenze ci sono stati quelli che hanno speculato sulla pelle delle persone. Quindi – ha concluso – abbiamo voluto dare il Piano Casa che prevede un accordo anche con i piccoli proprietari. Ora siamo pronti a partire, il primo lo consegneremo a giorni”.

Più preoccupate e tese le voci dei protagonisti della precarietà abitativa oggi presenti in strada, proprio loro che in strada non ci vogliono finire, e che non possiamo trascurare.

Il video racconta la drammatica esperienza di Luigi, un disoccupato che sta dalla mattina alla sera in strada, con un cartello appeso al collo, a vivere di elemosina. “Cedo rene in cambio di lavoro – è scritto sul cartellone – Sessantenne, senza reddito, con sfratto. Le istituzioni mi hanno abbandonato. Chiedo aiuto a tutti quelli che possono”.

A chi “cederebbe un rene” per vivere, c’è da augurarsi che il governo ceda presto una casa e un lavoro per il diritto alla vita e alla casa.

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