Esplode una palazzina, anziana sfrattata accusata di reato di strage e omicidio. Dove sono le istituzioni per prevenire le tragedie?
di Isabella Borghese
Roma. Via Galati. La notte del 20 gennaio è esploso un palazzo mettendo in subbuglio l’intero quartiere. Bilancio tragico: un morto e 21 feriti. “Sono innocente”, sembrerebbero le parole pronunciate ieri sera da Giovannina Serra, di ottantadue anni, dopo essere stata rintracciata dalle forze dell’ordine.
Per la signora, che attualmente si trova a Rebibbia, la procura di Roma sta chiedendo al gip la convalida del fermo e la l’emissione contestuale di un’ordinanza di custodia cautelare. L’accusa è di strage e omicidio per aver provocato la morte di una persona, ma anche il ferimento di altre.
Nota nel quartiere da anni, dicono, “come persona strana e solitaria”, sfrattata, ma risulterebbe anche proprietaria di diversi appartamenti tra Roma, litorale romano e Sardegna, la signora Serra avrebbe fatto saltare in aria l’appartamento lasciando aperta una bombola nella casa del primo piano, dove abitava finché, pochi giorni fa, si è trasferita non lontano da quella palazzina. Accusa a suo sfavore fortificata da un biglietto in vista su una macchina vicino alla palazzina.
“Il Signore la casa non ve la farà godere, perché siete ladri”, sono le parole riportate. La donna, inoltre, ieri sera, sarebbe stata rintracciata dagli investigatori e a far ricadere i sospetti su di lei anche altri indizi. Si presentava con i capelli bruciati, una ferita a un piede scoperta. Un pezzo di stoffa ritrovato vicino alla bombola pare essere simile a un altro ritrovato nell’appartamento dove si era spostata ad alloggiare.
Al momento della tragedia sono intervenute ambulanze, vigili del fuoco e la polizia. “A nome dell’amministrazione – si è espressa ieri Francesca Danese, Assessore alle politiche sociali e all’emergenza abitativa – vogliamo ringraziare le forze dell’ordine, i vigili del fuoco, la Polizia Locale di Roma Capitale, gli operatori sanitari e la Protezione Civile che sono intervenuti prontamente per portare soccorsi e sostegno alle persone ferite ed evacuate”.
“Alle 3 di notte mi sono svegliato perché ho sentito un forte boato – ha raccontato Antonio Mulargia, un testimone – Mi sono affacciato alla finestra e poi sul balcone e ho visto le fiamme. Erano alte. Ho messo subito una tuta e sono scappato giù insieme a mia moglie”.
I proprietari della casa in cui viveva la Serra avrebbero dovuto rientrarne in possesso della proprietà il 22 gennaio, secondo quanto afferma la questura.
Non c’è chiarezza su tutto, numerose, ancora, “le ombre” di questa vicenda, ma proviamo a ragionare sugli indizi certi a disposizione: distrutti oltre dieci appartamenti di uno stabile, un padre di cinquant’anni morto, almeno 13 i feriti. Inquilini che si sono lanciati dalle finestre per sfuggire alle fiamme. In molti saranno costretti a lasciare le abitazioni in cui vivevano. Una donna sotto accusa, al momento nel carcere di Rebibbia. Una donna, precisiamo ancora di ottantadue anni. Una donna sfrattata, a ottantadue anni. Una categoria protetta dunque, per la quale varrebbe il provvedimento della proroga.
Sul tema sfratti sono tempi molto caldi, ma anche piuttosto difficili. A dimostrarlo il presidio che si è svolto ieri, a Roma, davanti alla Camera, dove si manifestava per chiedere la proroga degli sfratti per anziani, portatori di handicap, malati terminali, minori. E’ tempo di risposte per i cittadini, non di domande.
In questa tragedia accaduta a Roma la scorsa notte di quesiti e dubbi ce ne sono molti. Troppi i condizionali, poche le certezze. Tra le domande se ne impone una: se fosse stata questa donna di 82 anni ad aver causato questa tragedia, vale a dire una cittadina sotto sfratto, che ha pensato di farsi giustizia da sola, facendo sì che il suo problema fosse “una questione tra privati”, trasformandosi da “difficoltà a una tragedia” vera e propria, dov’era lo stato quando la signora Serra, prima della stessa tragedia, ha dovuto lasciare la casa dove abitava da 20 anni? Perché le questioni di ordine pubblico si lascia che restino vicende tra privati, trascurando che l’assenza di un diritto alla casa, a tutela dei cittadini, possa generare follia ed eventuali comportamenti ingiustificabili?