Lo storico leader cubano scrive in una lettera aperta di non confidare nella politica degli Stati Uniti, però appoggia il riavvicinamento condotto da Raul
di Mirna Cortese
“Non confido nella politica degli Stati Uniti né ho scambiato una parola con loro, senza che questo significhi un rifiuto ad una soluzione pacifica dei conflitti”, ha scritto Fidel Castro lunedì scorso con una lettera diretta agli studenti dell’Università dell’Avana, letta da uno di loro e trasmessa dalla tv nazionale.
La lettera è il primo pronunciamento pubblico di Fidel Castro da metà dicembre, da quando Washington e L’Avana hanno annunciato la ripresa delle relazioni diplomatiche.
“Il presidente di Cuba ha adottato le misure pertinenti in accordo alle prerogative e alle facoltà a lui concesse dall’Assemblea Nazionale e dal Partito Comunista Cubano” , scrive Fidel riguardo al riavvicinamento pattuito tra suo fratello Raul, presidente di Cuba, e il presidente statunitense Barak Obama.
In un breve testo il leader cubano ha così reso pubblica la sua “posizione essenziale” con la lettera diretta alla Federación de Estudiantes Universitarios (FEU), federazione a cui Fidel si iscrisse 70 anni fa. “Molti amici di Cuba – ha scritto il “lider maximo” – conoscono l’esemplare condotta del nostro popolo, e a loro spiego la mia posizione essenziale con poche parole”.
Scrive Fidel Castro: “ Difendere la pace è un dovere di tutti. Qualsiasi soluzione pacifica e negoziata dei problemi tra Stati Uniti e i popoli, o qualsiasi altro popolo dell’America Latina, non deve prevedere la forza o l’impiego della forza, dovrà essere trattata in accordo ai principi e le leggi internazionali. Difenderemo sempre la cooperazione e l’amicizia con tutti i popoli del mondo e tra questi anche quelli dei nostri avversari politici”. E conclude: “I gravi pericoli che minacciano oggi l’umanità dovranno cedere il passo a norme che siano compatibili con la dignità umana. Da questo diritto non è escluso alcun paese. Con questo spirito ho combattuto e continuerò a lottare fino all’ultimo respiro”
Inquietudini e voci per il silenzio di Fidel
Finora Fidel Castro non si era pronunciato riguardo l’accordo sottoscritto il 17 dicembre tra Washington e L’Avana. I media cubani tanto meno avevano diffuso foto recenti dell’ex presidente, nemmeno quelle che si sa scattate con i tre cubani liberati dagli Usa come parte dell’accordo tra Obama e Raul Castro.
Il silenzio di Fidel, 88 anni, da qualche settimana causava inquietudine sull’isola. Il fatto che non apparisse da tempo in pubblico ha dato il volano a una nuova ondata di voci sulla sua presunta morte, in particolare sui media controllati dagli anticastristi in esilio a Miami e a Madrid.
Usa e Cuba hanno iniziato la settimana scorsa i negoziati per riprendere le relazioni diplomatiche dopo 50 anni di embargo. Entrambi i paesi hanno in programma un prossimo round di dialogo. Voci non confermate riportano che il segretario di stato USA, John Kerry, potrebbe recarsi a Cuba alla fine di marzo.