Forze congiunte Ciad-Camerun entrano in Nigeria e riconquistano Gamboru, ma Boko Haram fa strage a Fotokol. E l’esercito nigeriano resta a guardare
di Marina Zenobio
Esecuzioni sommarie di centinaia di civili camerunesi, bruciati vivi, decapitati; villaggi saccheggiati e rasi al suolo. E’ l’orrore che si è lasciato ieri alle spalle il gruppo jihadista nigeriano Boko Haram, questa volta in Camerun, nel municipio di Fotokol, al confine con la Nigeria. L’attacco di Boko Haram sarebbe la rappresaglia del gruppo jihadista all’operazione militare congiunta degli eserciti governativi di Ciad e Camerun (mentre le truppe nigeriane sembrano ridotte all’impotenza) con la quale – secondo agenzie stampa di Nairobi – è stata ripresa sabato scorso la città nigeriana di Gamboru, abbandonata da tempo dagli abitanti rifugiati in Ciad. Durante la riconquista di Gamboru, secondo le stesse fonti, sarebbero stati uccisi almeno 250 miliziani di Boko Haram.
Nella rappresaglia jihadista a Fotokol – in una zona di importanza strategica, al confine con la Nigeria nord-orientale, lontana cinquanta chilometri circa dalla frontiera con il Ciad e una novantina da quella con il Niger, paesi anch’essi impegnati nella lotta contro Boko Haram – sono state invece trucidate oltre 100 persone, tutte civili. “I terroristi – scrive il quotidiano camerunese L’Oeil du Sahel – hanno assaltato e incendiato moschee, chiese e case, dopo aver decapitati o bruciato vivi gli abitanti che sono riusciti a catturare”. E poteva andare persino peggio se non ci fosse stata questa prima offensiva militare regionale congiunta ciadiano-camerunese contro Boko Haram, che è riuscita a respingere l’attacco integralista. Nello scontro, secondo Issa Tchiroma, ministro camerunese dell’informazione, sono stati uccisi almeno 50 jihadisti.
La scorsa settimana l’Unione Africana ha autorizzato la creazione di una forza regionale di 7500 uomini per combattere i miliziani integralisti che, da cinque anni, stanno combattendo per stabilire uno Stato islamico nel nord della Nigeria.
Le Forze armate del Ciad, che possono contare su uno dei contingenti militari più potenti della regione, avrebbero anche realizzato diversi attacchi aerei contro le postazioni di Boko Haram. Da metà gennaio le truppe del Ciad si sono schierate in Camerun per tentare di respingere gli attacchi del gruppo integralista. Con la riconquista di Gamboru per la prima volta soldati ciadiani sono entrare in territorio nigeriano, giustificando l’azione con una dura critica all’esercito della Nigeria per la sua inefficacia nella lotta al gruppo islamista. Il presidente nigeriano Goodluck Jonathan ha comunque dichiarato che la presenza delle truppe ciadiane non mette in discussione l’integrità territoriale della Nigeria paese in cui, il prossimo 14 febbraio, si terranno le elezioni presidenziali e dove, in vista dell’appuntamento politico, i jihadisti hanno intensificato la loro campagna di terrore.
Pensare a come potrà essere possibile affrontare delle elezioni presidenziali democratiche in tempi di terrore è estremamente difficile.