La Biblioteca nazionale di Roma inaugura Spazi 900 con uno dei fondi d’autore più cospicui. Doppia esposizione permanente e un incubatore culturale
di Maurizio Zuccari
Una delle tre disgrazie di Moravia, l’aveva definita Costanzo Costantini, giornalista e critico d’arte del Messaggero, nella sua biografia sul deus ex machina della letteratura italiana del secondo dopoguerra. Un giudizio non certo lusinghiero per Elsa Morante, impietoso quanto la recente testimonianza di Jean-Noel Schifano, tra i suoi ultimi amanti, in E. M. o la divina Barbara. Una vita non facile, quella della Morante, culminata col tentato suicidio come in un feuilleton letterario che si rispetti, nonostante il talento letterario e il successo, mutuato dall’aura moraviana prima di vivere di luce propria, e culminato con lo Strega del ‘57. L’autrice dell’Isola di Arturo e della Storia resta una personalità controversa, dalle molteplici sfaccettature, come si conviene a una grande interprete del ‘900 italiano. È a buon diritto, dunque, che la Biblioteca nazionale di Roma che della scrittrice romana conserva l’archivio, inauguri con questo, uno dei fondi d’autore più cospicui, Spazi 900. Un progetto che è insieme una doppia esposizione permanente e un incubatore culturale volto a riscoprire a un tempo i fondi archivistici della biblioteca e i grandi della nostra letteratura.
Ideata dal direttore della Nazionale Andrea De Pasquale e inaugurata il 10 febbraio dal ministro dei Beni culturali Dario Franceschini, l’iniziativa si struttura in una doppia area espositiva nell’androne della biblioteca: una sala permanente con gli arredi dell’attico di via dell’Oca abitato dalla Morante, donati da Carlo Cecchi, amico ed erede della scrittrice, nonché autore del reading inaugurale, e la galleria 900 in 8 tempi. Così, nella stanza di Elsa riemerge l’ultima sua officina di scrittura, i mobili della casa romana con la scrivania e la macchina da scrivere Ibm usata nella stesura di Aracoeli, l’ultima sua opera; la libreria e i dischi; i ritratti fatti dagli amici Carlo Levi e Leonor Fini, come pure i quadri del pittore statunitense Bill Morrow. Protagonista di un tragico volo da un grattacielo di New York, nei primi anni ‘60, e suo giovane amante sotto l’occhio placido e benevolo dell’accomodante Moravia.
Nella seconda sala, 900 in 8 tempi è un percorso espositivo su poeti e scrittori che hanno segnato il XX secolo (fino al 31 maggio, info www.bncrm.librari.beniculturali.it), con cui prende il via una serie di mostre sulla letteratura contemporanea. Ne sono protagonisti D’Annunzio e Pirandello, il Futurismo, Ungaretti e Montale, i Novissimi, con le prose sperimentali di Elio Pagliarani, Alfredo Giuliani, Edoardo Sanguineti, Nanni Balestrini e Antonio Porta, fino ai grandi della seconda metà del secolo, Pasolini e Calvino. Un percorso zigozagante in una realtà complessa quale il Novecento letterario italiano, dunque, disomogeneo al punto da annoverare figure controverse, come il vate combattente, fino agli ultimi mostri sacri con cui si conclude il secolo letterario italiano. E non è un caso, forse, che l’anno in cui scompare Calvino, l’85, sia lo stesso della morte della Morante.
A unire storie e percorsi tanto dissimili il filo rosso dei lasciti custoditi nella Nazionale, dagli orpellosi manoscritti dannunziani ai Taccuini segreti pirandelliani; da autentici reperti d’arte, quali il libro imbullonato di Fortunato Depero e la litolatta di Tullio d’Albisola, ai dattiloscritti del ricco archivio pasoliniano. Si tratta di tesori archivistici che la biblioteca intende mettere in valore, mostrando anche grazie all’uso di app scaricabili su iphone e ipad, come pure a filmati d’autore tratti dalle teche Rai e a totem interattivi, quanto di ancora vivo e vitale vi sia nella nostra letteratura recente, nell’era della declamata fine del libro e morte della cultura occidentale, grazie anche all’attività di laboratorio didattico, promozione culturale e incontro letterario che il nuovo spazio intende favorire.
«Il progetto – spiega De Pasquale – riprende la vocazione museale della Biblioteca nazionale dove, al pari di molteplici istituzioni dell’800, esistevano spazi espositivi poi chiusi tra gli anni Trenta e l’ultima guerra. Fin dalle origini essa, dunque, era un luogo dedicato alla musealizzazione della cultura e Spazi 900 vuole essere la biblioteca del paese, capace di restituire unità alla sua lunga storia di disunità. La sua identità, legata al ‘900, intende rappresentare la cultura italiana senza preclusioni, e nello specifico la sua letteratura. Al di là delle prime edizioni, possedute per diritto di deposito, la biblioteca conserva i manoscritti dei principali autori. L’idea è stata dunque di costituire un luogo dove i visitatori, turisti o semplici curiosi, possano farsi un’idea del nostro patrimonio anche attraverso l’oggetto libro. Il clou dell’evento è l’eredità di Elsa Morante, la principale autrice del nostro ‘900, di cui abbiamo ricostruito lo studio, poi c’è una sala dedicata al ‘900 in 8 tempi e un locale per la didattica. Tutto ha uno scopo anche didattico per le medie e i licei, prendendo ispirazione da quanto succede in altre grandi istituzioni bibliotecarie internazionali. Il percorso è condito da suggestioni multimediali con l’ausilio delle più recenti tecnologie e di filmati, come quello dedicato alla Morante da Francesca Comencini. Da qui – conclude il direttore – nasce il progetto di mostre temporanee: questo spazio sarà usato per presentare gli scrittori, anche contemporanei, ed è pensato per una serie di incontri con gli autori che ci piacerebbe donassero i loro scritti agli archivi della biblioteca. Tra questi ha già aderito Dacia Maraini».