Basterebbe una riunione congiunta delle presidenze di Senato e Camera per cambiare il regolamento che permette a ex parlamentari condannati di percepire il vitalizio
di Mirna Cortese
I vitalizi ai parlamentare condannati si possono revocare perché non sono un diritto legato all’indennità parlamentare. Risponde così il presidente del senato Pietro Grasso a Cesare Mirabelli, presidente emerito della Consulta che, riguardo all’abolizione delle prestazioni previdenziali dei parlamentari condannati aveva parlato di “criticità costituzionale” che si configurerebbe come “la perdita di un diritto”. Mirabelli aveva anche espresso rilievi su possibili effetti retroattivi e sul fatto che non possa essere il Parlamento a stabilire una prassi senza passare da una nuova legge.
Ed è proprio su questo punto che si fonda la replica di Grasso secondo il quale la posizione espressa da Mirabella non ha fondamento perché l’abolizione dei vitalizi ai condannati non sarebbe “una sanzione penale accessoria” quindi non c’è alcun “divieto di retroattività” di cui tener conto.
A far eco al presidente del Senato Grasso la sua omologa alla Camera, Laura Boldrini, che ha ribadito il suo giudizio durissimo sulla concessione dei vitalizi ai condannati. “La mia posizione sui vitalizi agli ex parlamentari è chiara e nota da tempo – ha sottolineato Boldrini – Ritengo personalmente inaccettabile che si continui ad erogarli a chi si è macchiato di reati gravi come mafia e corruzione”.
“La legge Severino – sottolinea Grasso – non ha previsto una sanzione accessoria, ma una condizione per l’esercizio dell’elettorato passivo, in particolare una condizione di moralità, collegata alla condanna per determinati gravi reati. Se viene meno la condizione, il soggetto non può ricoprire la carica di parlamentare e cessa da ogni connesso diritto”, quindi non è necessaria una legge specifica, sarebbe sufficiente una riunione congiunta dell’Ufficio di Presidenza della Camera e del Consiglio di Presidenza del Senato per cambiare i regolamenti. Spetterebbe quindi a Grasso e Boldrini agire oltre le belle parole, e ci si chiede cosa stiano aspettando a cancellare questo scandalo italiano.
Mentre aspettiamo, ogni mese:
Silvio Berlusconi, condannato per frode fiscale, continua a percepire un vitalizio di € 8.000,00
Marcello Dell’Utri, condannato per concorso esterno in associazione mafiosa, continua a percepire un vitalizio €. 4.400,00
Cesare Previti, condannato per corruzione in atti giudiziari continua a percepire un vitalizio di € 4.235,00
Alfredo Vito, un passato nella Dc poi in Forza Italia, ha patteggiato per reati contro la Pubblica amministrazione. Percepisce due vitalizi, uno da ex consigliere l’altro da ex deputato per un totale di € 4.540,00
Claudio Martelli, ex ministro socialista, condannato con non menzione per finanziamento illecito, continua a percepire un vitalizio di € 4.992.
L’appello di Libera e Gruppo Abele
Nel frattempo l’associazione Libera e Gruppo Abele continuano a raccogliere firme per la petizione “ Stop vitalizio agli ex parlamentari condannati in via definitiva per mafia e corruzione”, arrivate a quota 347.000 su un obiettivo di 500.000. Leggi l’appello qui .