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Un gommone per cancellare Salvini e i fascisti

#28F #MaiConSalvini Il corteo degli antirazzisti contro la marcia su Roma di Salvini e dei suoi alleati nazifascisti, da Casapound a Giorgia Meloni

Era scritto anche su un gommone “No pasaran”, “MaiConSalvini”. Due modi, uno “antico” della Guerra di Spagna, l’altro attualissimo della guerra dei penultimi contro gli ultimi, per dichiararsi contro il fascismo. Ma pure contro l’austerity del Governo Renzi. Migliaia di persone da Piazza Vittorio, forse più di trentamila persone, stanno muovendo verso il centro di Roma, troppi per entrare a Campo dè Fiori, dove sarebbero giunte dopo le 17 toccando Santa Maria Maggiore e scendendo verso il centro da via Cavour e via dei Fori Imperiali fino a piazza Venezia. Da lì lungo via delle Botteghe Oscure e piazza Sant’Andrea della Valle fino alla destinazione finale.

La campagna intimidatoria che ha contrastato la costruzione del corteo, nei giorni precedenti, ha avuto l’effetto di moltiplicare le adesioni ben oltre le cinquemila previste presenze annunciate alla vigilia. Sotto tono la piazza di Salvini ma sopra le righe le raffiche di cazzate sparate dal palco dal leader del centrodestra e dai gruppi di spalla che lo hanno supportato. Prima del tramonto l’esposizione al pubblico del corpo di Bossi, fondatore della Lega travolto dagli scandali e soppiantato dalle beghe interne tra falchi e colombe della formazione razzista e populista.

Si partiva con gli antifascisti da due passi dalla sede di Casapound, fascistissimi del III millennio, dal cuore di una Roma irreversibilmente multiculturale. Cinque fascisti di Casapound hanno aggredito un attivista dei Movimenti #MaiconSalvini a Termini. Il ragazzo è contuso ma sta in piedi e ha raggiunto il corteo. Un’attivista dei movimenti #MaiconSalvini è stata fermata dalla forze dell’ordine per una non meglio specificata identificazione. Molte serrande sono state abbassate in ossequio al senso comune di cui i bottegai romani sono emblema per l’intera nazione. I circoli di cultura omosessuale hanno aderito alla manifestazione indossando delle gonne in riferimento alla lotta per i diritti delle donne».

E’ il film di una città degradata, quello andato in scena, ferita dalla crisi, dalle politiche in rapida successione delle giunte Alemanno e Marino, invasa dai razzisti di ogni risma e difesa solo dagli antifascisti, dalle esperieze molecolari di solidarietà e resistenza. Blindata, ovviamente da una polizia tutt’altro che neutrale. Alla vigilia, infatti, dopo una mattinata di azioni per violare piazza del Popolo, con l’occupazione della Basilica di S. Maria del Popolo sgomberata in maniera violenta dalle “forze dell’ordine”, nel pomeriggio centinaia di migranti, studenti e precari si sono dati appuntamento a Piazzale Flaminio premendo sul foltissimo cordone delle forze dell’ordine, usando simbolicamente dei canotti per rappresentare il respingimento nei confronti di Salvini. Quattro arresti il bottino della serata. «Stiamo ancora aspettando di conoscere le condizioni di salute dei feriti più gravi, mentre reclamiamo con forza la immediata liberazione dei 4 attivisti arrestati: Ivano, Eddy, Giovanni, Fabrizio», scrivono dall’occupazione di Degage.

E’ la farsa, quella di Salvini, di razzisti e liberisti che si mascherano da oppositori di un governo composto da liberisti e razzisti. Promenoria per gli smemorati: la Lega ha preso parte da una ventina d’anni a tutte le manipolazioni della Costituzione e dello Statuto dei lavoratori. Il Pd, prima ancora di nascere ha inventato i lager per migranti. Entrambi non si sono persi nemmeno una guerra. E l’Ncd, il partner di Renzi nel governo del jobs act e delle stragi di migranti nel Mediterraneo, è inzeppato di fascisti come la Lega, come Forza Italia, Fratelli d’Italia ecc… La piazza del Popolo, intanto, è “piena” di poco più di cinquemila padani e squadristi con la lugubre iconografia di bandiere del Carroccio e gigantografie dei marò. O stai coi pescatori poverissimi, di qualsiasi nazionalità, o stai con chi gli spara. La differenza tra le due piazze romane è piuttosto chiara. La sovrapposizione delle posizioni tra quelle di Piazza del Popolo e quelle della compagine di Palazzo Chigi anche. Quattromila gli agenti di varie armi e corpi nella comoda tenuta antisommossa ad assediare i palazzi e isolare le due piazze.

Un grosso applauso, ha chiesto Salvini dal palco, a tutte le forze dell’ordine che hanno marciato assieme a lui per difenderlo «da quattro balordi». Guest star è Gianni Tonelli, capo del Sap, quel potente sindacato di polizia il cui congresso tributò svariati minuti di standing ovation ai quattro assassini di Federico Aldrovandi. Tonelli è felice per la “vicinanza e il sostegno ostinato” di Salvini ai tutori dell’ordine. Tonelli ammette con candore la professionalità approssimativa dei suoi poliziotti: solo uno su 10 ha frequntato i corsi di formazione e cavalca l’immagine risaputa di divise logore e caserme sporche, aperte solo perché è vietato alle Asl fare sopralluoghi. Un apparato della sicurezza che sarebbe sull’orlo del collasso. Ma lui è in Piazza del Popolo con i ragazzotti di Casapound (il loro Di Stefano parlerà a nome di “Sovranità”) perché «i poliziotti sono stanchi di essere considerati un’entità negativa, un ammasso di bruti insensibili da rieducare e normalizzare. Ogni asino che raglia finiamo alla sbarra! Se sventiamo una rapina veniamo condannati per lesioni… non ti puoi difendere, se ti sparano finisci alla sbarra … il partito dell’antipolizia ha portato in parlamento insensate proposte di legge che se approvate ci perseguiteranno, ci impediranno di servire la brava gente. Brava gente come noi», chiarisce Tonelli, “noi” che applaudiamo i quattro di Ferrara e che lottiamo contro l’ipotesi (remotissima per la verità) che l’Italia si doti come ogni paese civile di una legge contro la tortura oppure di numeretti identificativi sulle divise dei colleghi di Tonelli che operano in ordine pubblico. Ce l’hanno perfino in Turchia. Ma Tonelli è un nostalgico di quando suo padre non si preoccupava se lui stava fino a tardi a giocare, bei tempi che si potevano lasciare le chiavi sull’uscio di casa e nessuno osava denunciare e tantomeno condannare cittadini in divisa per gli abusi violentissimi commessi.

La Roma meticcia ha risposto come meglio non avrebbe potuto alla discesa nella capitale di Salvini, della Lega Nord e dei suoi alleati, i fascisti di Casa Pound.

Non meno di diecimila persone hanno protestato riunite nel cartello “Mai con Salvini”. La galassia dei centri sociali, movimenti di lotta per la casa, Cobas, comitati antifascisti, Anpi, il comitato romano Altra Europa per Tsipras, Sinistra anticapatilista, tante bandiere NoTav e del Partito pirata, colori, fumogeni, cori, tanta musica rap e le canzoni popolari di Gabriella Ferra dal camion che apriva il corteo, giovani, meno giovani e tanti antifastisti di vecchia data hanno caratterizzato una bella manifestazione che dall’Equilino, quartiere multietnico per eccellenza della capitale, è arrivata fino a Campo de’ Fiori.

Una giovane manifestante ricorda che “Salvini è un pericolo per questo paese, perché è in grado di parlare alla pancia del paese, è in grado di parlare a tutti i soggetti impoveriti che stanno subendo le politiche di austerità del governo Renzi. Salvini sta difendendo il popolo delle partite Iva, Salvini è per la previdenza pubblica. A tutti questi cittadini noi vorremmo dire che devono stare molto attenti perché Salvini e la Lega, negli ultimi vent’anni con il governo Berlusconi è stato uno dei conniventi di questo sistema che produce marginalità sociale . Il leghista Maroni, ex ministro alle politiche del lavoro è stato uno dei primi firmatari della legge Biagi”.

Gli fa eco un altro giovane attivisto del comitato “Mai con Salvini” che dichira: “Credo di dire delle ovvietà dicendo che Salvini e la Lega non possono rappresentare l’alternativa a Renzi. Credo che sia un’ovvietà dimostrare come la lega è responsabile dello stato di austerità della nostra società e vita economica, e quanto sia stato importante il ruolo della Lega nell’affamare e svuotare le pance che adesso invece vorrebbe far ribollire di rabbia contro immigrati e zingari”.

Per Piero Bernocchi, dei Cobas, questa manifestazione vuole ricordare a tutti gli italiani chi è la Lega: “La Lega sta facendo finta, e credo questo possa succedere solo in Italia, di non essere mai stata al governo. Invece è stata al governo per tre volte, per dodici anni complessivamente e ha applicato le stesse politiche che oggi applica Renzi, che ha applicato Monti. Noi contro queste politiche, le politiche di Renzi, le politiche liberiste, ci lottiamo da sempre. Loro fino a ieri non solo stavano al governo ma hanno applicato leggi sulla precarietà, sui tagli in maniera spietata. Oggi fanno finta di esser gente nuova, Salvini fa finta di essere un leader nuovo ma èlo stesso responsabile da 23 della politica della lega”.

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