Un 8 Marzo a Roma con le donne che combattono nel Rojava contro il Califfo nero costruendo l’autonomia del Kurdistan Occidentale
Sei stanca di vivere l’Otto Marzo tra mimose e cioccolatini? Pensi che la giornata internazionale dei diritti delle donne non possa essere ridotta ad un altro S. Valentino?
Allora il tuo posto l’Otto Marzo è a fianco delle donne curde!
Il Collettivo femminista DonneContro in collaborazione con la Rete Kurdistan e la Federazione di Roma del Partito della Rifondazione Comunista ha organizzato una ricca giornata d’incontro, discussione e sostegno per e con le donne del Rojava.
L’iniziativa sarà ospitata da “L’Asino che vola” (via Antonio Coppi 12d) e avrà luogo a partire dalle 17.30. Tra le altre vi parteciperanno: Fatma Gulmez (Centro Culturale Kurdo Ararat), Francesca Patrizi (SenzaConfine), Geraldina Colotti (giornalista), Cristina (Radio Onda Rossa), Maria Pia Digregorio (Collettivo DonneContro) e Monica Natali (segreteria PRC Federazione di Roma).
Durante il dibattito saranno proiettati anche l’intervista a Sakine Cansiz “Come un corpo solo” e “Voci di donne del Rojava”.
A seguire cena con ottimi menù a prezzi popolari e concerto dei Fabrica Funk!
La giornata è stata pensata con un doppio significato: illuminare alcune problematiche sulla questione curda, e su ciò che sta accadendo in Rojava, che i mass media oscurano o distorcono e contemporaneamente raccogliere fondi da far pervenire all’Associazione Mezzaluna Rossa Kurdistan Italia Onlus; perchè la solidarietà sia un atto concreto.
L’immagine romantica delle donne del YPJ di Kobane che fanno del proprio corpo uno scudo contro ISIS è un’idea di Resistenza che entra con forza nella nostra sensibilità politica (tanto che, ad esempio, per il 2015 il PRC ha scelto di mettere una bellissima fotografia di queste donne combattenti sulle tessere dei propri militanti).
Il discorso mediatico sostanzialmente si ferma però a quest’immagine. Noi proveremo ad andare oltre, grazie soprattutto alla possibilità di interloquire direttamente con Fatma e Francesca.
Non è ancora patrimonio comune il fatto che due anni fa nel Kurdistan occidentale (Rojava) sia stata dichiarata l’autonomia democratica dei tre cantoni di Jezire, Afrin e Kobane.
Il lungo, quarantennale, cammino delle donne all’interno della lotta del popolo curdo ha permesso di creare nel Rojava un sistema democratico sostanzialmente pulito da approcci di tipo patriarcale. Quella delle donne curde è stata, ed è, una Rivoluzione nella Rivoluzione, iniziata già nei primissimi anni di vita del PKK (fondato nel 1978).
Negli anni ’80 e ’90 nascono una serie di strutture autonome delle donne curde sempre seguendo l’idea che la connessione tra libertà del popolo curdo, emancipazione delle donne e democrazia dal basso sia indissolubile.
Cosa ci insegnano queste donne? Secondo noi due cose principali: la necessità di spazi autogestiti dalle donne anche come luoghi di costruzione di nuove relazioni tra donne ed uomini; il fatto che non possa esserci trasformazione dello stato di cose esistenti senza liberazione delle donne.
Dal Rojava arrivano voci che ci dicono che l’oppressione della donna non è un destino storico! Queste meravigliose donne che lottano ogni giorno contro il femminicidio, bandiera dell’ISIS, vanno ascoltate.
Per un Otto Marzo di incontri, discussione, solidarietà e divertimento vieni a “L’Asino che vola” (via Antonio Coppi 12d Metro Furio Camillo – Roma).
Non delegare, partecipa!
Giulia
Info: collettivodonnecontro@gmail.com