Ecco la lettera di Landini che convocava la riunione di oggi a Roma per preparare la manifestazione del 28 e lanciare la coalizione sociale
di Maurizio Landini
Nelle scorse settimane abbiamo incontrato molte associazioni, reti, movimenti e “personalità” , con cui abbiamo ragionato sulla necessità di un momento assembleare, lontano dal clamore e dalle attenzioni dei media, per dibattere in modo libero e aperto l’ipotesi di costruire una “coalizione sociale”.
Ho avuto la fortuna di potermi confrontare, prima e dopo l’assemblea nazionale delle e dei delegati della Fiom, con molti e di condividere sin da subito l’idea che il tentativo di costruire una coalizione sociale muove da una certezza: la politica non è proprietà privata. Questo convincimento deriva dalla nostra Costituzione, che promuove esplicitamente la partecipazione alla vita pubblica e sostanzia la democrazia con la centralità della cittadinanza, a partire dal lavoro e dalla rimozione degli ostacoli sociali e culturali che dovessero impedire il contributo di ciascuno al bene comune.
La necessità di provare a costruire una coalizione sociale è dettata da due assunti che si stanno affermando, dettati dallo “stato di necessità” che la crisi economica e sociale veicola e dalle politiche di austerità europee. “La fine del lavoro” e “la società non esiste, esistono solo gli individui e il potere che li governa” credo diano vita allo spettro di un futuro già presente con cui siamo chiamati a fare i conti in tutta Europa.
La riflessione e le pratiche, a mio avviso, devono avere l’obiettivo di una Europa democratica e solidale come spazio di coesione per impedire la competizione tra i lavoratori e la “guerra tra poveri”. Le politiche della Commissione e della troika, anche in Italia, oltre che nel resto d’Europa, stanno mettendo in discussione la democrazia (modificando la Costituzione con l’introduzione del pareggio in bilancio e riscrivendone più di un terzo), il lavoro e i suoi diritti (da ultimo con il Jobs Act), l’istruzione e la formazione (con un disegno di legge, ignorando la legge di iniziativa popolare sulla scuola), la salute (con la cancellazione delle politiche di prevenzione e della sanità pubblica), i beni comuni e la cultura (privatizzando sia il nostro patrimonio sia i luoghi e i mezzi della cultura e distruggendo l’ambiente, senza rispettare il mandato popolare dei referendum), la giustizia (attraverso la sostanziale impunibilità dei reati connessi alla finanza e all’economia e la riduzione delle iniziative di contrasto alle mafie).
Tutto sta cambiando in tempi rapidi e indietro non si tornerà: per questo è necessario superare le divisioni, il frazionamento, le solitudini collettive e individuali e coalizzarsi insieme per una domanda di giustizia sociale sempre più inascoltata e senza rappresentanza. Con questo spirito condiviso da molti dovremmo trovare il modo di dare forma e forza ad un progetto innovativo, individuando punti di programma condivisi nello spazio nazionale, ma fondamentale è che la coalizione abbia radice e si sviluppi nei territori. I territori e la rete debbono essere i due spazi di partecipazione e di integrazione fra contatto umano e comunicazione digitale e di un nuovo mutualismo nelle pratiche: conta quello che si dice ma di più quello che si fa.
La coalizione sociale potrà esistere se ognuno stabilirà di esserne parte e il suo futuro sarà deciso da tutti e insieme. Per noi deve essere la realizzazione di una visione nuova del lavoro, della cittadinanza, dei diritti, del welfare e della società. Per realizzare questo percorso, la coalizione sociale dovrà essere indipendente e autonoma: significa che per camminare dovrà potersi reggere sulle proprie gambe e pensare collettivamente con la propria testa.
Queste poche righe per invitarti\vi ad incontrarci a Roma presso la Fiom nazionale – corso Trieste 36 – sabato, 14 marzo 2015 alle ore 10.00.
Cari saluti.