Ancora solo promesse per gli operatori di Overing&K4up. La protesta continua a oltranza. L’assemblea autoconvocata decide di non rientrare
da Terni, Carlo Perigli
Coraggio e dignità, non sapremmo con quali altre parole caratterizzare i lavoratori e le lavoratrici del call center Overing&K4up. La protesta prosegue, anche e a maggior ragione dopo il vertice svoltosi giovedì in prefettura, al termine del quale i lavoratori hanno ricevuto solamente promesse, sia per quanto riguarda gli arretrati di gennaio, sia per quanto attiene il riassorbimento dei venti lavoratori precedentemente licenziati, a patto però che la macchina produttiva si rimetta in moto.
Una macchina che, a quanto pare, presenta una quantità non indifferente di debiti, in merito ai quali non è stata fornita alcuna documentazione. Per il resto, tutto rinviato ad un nuovo incontro, previsto per martedì prossimo, al quale magari saranno presenti anche le committenze, Eni e Telecom, grandi assenti del vertice, considerando che il contratto con la seconda, sul quale lavorano il 90% degli impiegati, è in scadenza al 30 aprile ed il cui rinnovo ad oggi appare tutt’altro che scontato.
“Un incontro luci e ombre”, commentano i sindacati, “una presa in giro” hanno risposto i lavoratori, che per quattro ore hanno atteso sotto la prefettura la conclusione del vertice, prima col sole, poi col vento, alla fine col freddo. Sempre là, perché il posto di lavoro lo vogliono difendere, perché – ti dicono – uniti si vince. Ma, ripetono più volte, “il lavoro è dignità”, e la dignità non si regala né si vende. Così, nell’assemblea di venerdì, indetta autonomamente dai lavoratori per decidere se rientrare o meno, la maggioranza, padri e madri di famiglia, giovani con un mutuo da pagare o con un futuro da costruire, ha detto no, restiamo qua, la protesta continua. Faranno fronte alle difficoltà, ma non si faranno prendere per il collo. Uniti si vince.