Sfratti, resi noti i primi dati. Quasi 40.000 emessi nei primi mesi del 2014. Il governo non garantisce passaggio da casa a casa
di Isabella Borghese
Dopo la mini proroga inserita nel decreto dal Ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi, proroga di soli 4 mesi per sfratti per finita locazione, e concessa solo esclusivamente dietro compilazione di modulo da presentare al giudice che disporrà o negherà la stessa, a partire dalla data di conversione in legge nello stesso decreto, escono i dati provvisori sugli sfratti dei primi sei mesi del 2014.
Nessuna buona notizia, alla luce degli stessi dati, anzi, il quadro si fa sempre più drammatico. Il totale degli emessi è pari a 39.427, di cui 35.257 per morosità. Le richieste di esecuzione con Ufficiale Giudiziario risultano 74.718, e gli sfratti eseguiti, invece, con la forza pubblica hanno raggiunto i 18.465.
Cosa è accaduto invece nel 2013? C’è stato il picco negativo con 73.385 sfratti. Quelli emessi allora sono stati 38.869, a 75.348 ammontano le richieste di esecuzione, a 16.520 gli sfratti eseguiti con la forza pubblica. Secondo questi dati il numero degli sfratti emessi non si arresta, ma continua a crescere, con costanza dal 2008. Quelli per morosità aumentano in numero assoluto e in percentuale rispetto al totale degli sfratti.
Nessuna buona notizia per le esecuzioni con la forza pubblica: si è passati da circa 142 sfratti al giorno a ben 150. A mutare è anche la geografia degli sfratti stessi: oggi il numero di quelli per morosità emessi nelle province raggiunge infatti quelli emessi nei capoluoghi. Se ci soffermiamo all’esecuzione di sfratti nelle principali regioni italiane nei primi sei mesi del 2014 vediamo che in Lombardia siamo a 3974 sfratti, in Toscana a 1.705, nel Lazio a 1747 e in Campania a 1.420. Per capire come sia peggiorato l’andamento ricordiamo le esecuzioni delle medesime regioni nei primi 6 mesi del 2013. Lombardia 3.137, Toscana 1.658, Lazio 1.661, Campania 1.167.
A livello nazionale il numero degli sfratti emessi dal 2008 continua a crescere in modo costante. Quelli per morosità addirittura in numero assoluto e in percentuale rispetto al totale, così come sono in aumento le esecuzioni con la forza pubblica, dove si passa da circa 142 sfratti al giorno a 150. Numeri che permettono di affermare, senza incertezze, il fallimento delle politiche del governo.
“Troppo poche le risorse per il fondo sociale affitti e per la morosità incolpevole – spiega Walter De Cesaris, Segretario Nazionale Unione Inquilini – troppo complesse e lunghe le procedure burocratiche per l’erogazione dei contributi. Ancora inapplicate, nella maggior parte delle città – aggiunge De Cesaris – le norme relative alla possibilità di graduare le esecuzioni in ragione delle misure di accompagnamento sociale rispetto all’onda lunga degli sfratti per morosità incolpevole”. Si continua a ragionare su politiche abitative ancora inesistenti, dunque. “Ancora oggi – continua il segretario – per circa l’80% degli sfratti eseguiti, non c’è alcun intervento pubblico che consenta il passaggio da casa a casa, neanche per i nuclei con redditi bassi e gravi disagi familiari. Soprattutto – conclude – manca una strategia di aggressione alle cause strutturali dell’acuta sofferenza abitativa di cui l’esplosione degli sfratti, che non si arresta ma tende ancora ad acuirsi, è solo la punta dell’iceberg”. Il monito di De Cesaris è uno solo. “Serve una vera politica sociale della casa che oggi non c’è – dichiara: – un grande intervento pubblico per incrementare l’offerta di abitazioni a canone sociale attraverso il recupero e il riuso a fini abitativa dell’enorme patrimonio pubblico inutilizzato o in disuso; un uso differente della leva fiscale per abbassare gli affitti attuali del 30-40% e penalizzare le case sfitte che risultano essere una enormità e che, in parte considerevole, coprono una consistente evasione fiscale che è valutata in almeno un milione di contratti.”