Approvato dal Consiglio comunale di Empoli l’Odg sul Patto di amicizia con le municipalità della Rojava. Un impegno verso il riconoscimento dell’autonomia curda
di Carlo Perigli
Con una decisione senza precedenti, nella giornata di ieri il consiglio comunale di Empoli ha votato all’unanimità – si segnala tuttavia qualche distinguo proveniente dalla lista “Linea Civica” – L’Odg sul Patto di amicizia con le municipalità curde della Rojava. Come si legge nella nota pubblicata dall’ufficio stampa del Comune, il testo “impegna sindaco e giunta, non solo a esprimere solidarietà alle popolazioni e a sviluppare iniziative di sostegno, ma anche a chiedere al Governo italiano di riconoscere l’autonomia curda e di impegnarsi a promuovere in tutte le sedi istituzionali opportune, anche europee, l’autodeterminazione del popolo curdo“.
Per il Comune di Empoli si tratta del secondo atto in questa direzione, dopo la sottoscrizione nel 1998 di un Patto analogo con la municipalità autonoma del Chiapas, tuttora in vigore. Grande soddisfazione è stata espressa dal Csa Intifada, da tempo attivo in iniziative a sostegno del popolo curdo e in prima linea per la conclusione del Patto di amicizia, che in un comunicato ha manifestato altresì la voglia “continuare a lavorare per sostenere la popolazione curda, con l’intento di creare un circuito virtuoso solidale e di scambio diretto tra le due comunità. Il primo passo, si legge nel documento,sarà l’invito ad Empoli di “una delegazione ufficiale della città di Kobane, affinchè si firmi ufficialmente il Patto di amicizia”.
Kobane, com’è ormai noto, è stata il centro nevralgico della resistenza curda e della rivoluzione che ha caratterizzato la Rojava negli ultimi anni, un movimento in grado di respingere sia i soldati di Assad che i ripetuti attacchi di Al Nusra e Isis. Proprio in Rojava è iniziato un progetto particolarmente interessante, basato su democrazia diretta e autodeterminazione dei popoli, la cui organizzazione sociale è basata sulla Carta del Contratto Sociale, una costituzione che coinvolge le regioni democratiche di Kobane, Afrin e Cirze, rispettando le peculiarità dei sette popoli che abitano la regione e garantendo autogoverno e sicurezza sociale. Una realtà che finalmente, dopo tanto tempo, sta attirando le attenzioni del mondo, nella speranza che quello fatto ad Empoli sia solo il primo e piccolo passo verso il riconoscimento di un progetto sociale la cui validità non può più essere ignorata.