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Le Madres di Roma: «La lotta di liberazione non è ancora finita»

Dalla madre di Renato Biagetti e dalle sue compagne un appello per un 25 aprile che unisca tutte le resistenze attuali contro ogni stato o regime che si basi sulle tante forme di fascismo

di Madri per Roma Città Aperta

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La lotta di liberazione non è ancora finita

Le tante radici che hanno alimentato i regimi fascisti del ‘900 sono ancora fertili nella nostra società e pronte a riprodurre vegetazioni infestanti. Queste radici, recise troppo sbrigativamente durante la Resistenza, hanno fatto ricrescere arbusti più o meno consistenti che stanno colonizzano rapidamente e inesorabilmente i territori europei ed extraeuropei.

La storia ci ha insegnato che il fascismo è nazionalismo, razzismo, ideologia militare e pratiche paramilitari, aggressione. Nei confronti degli oppositori politici Il fascismo ha fatto uso di ogni forma di repressione e di terrore (violenze, assassinio politico, tribunali speciali, confinamento, deportazione). Nei paesi occupati e verso le popolazioni si è reso responsabile di tanti crimini(atti di guerra contro popolazioni civili, distruzioni di villaggi, esecuzione di prigionieri, rappresaglie, uso di armi proibite, deportazioni, concentramento, assassini politici)

Oggi gli elementi in cui si riconosce la permanenza dell’ideologia fascista sono ancora il razzismo e le forme di aggressione spesso mortali. Disseminare sistematicamente paura, odio e violenza contro gli stranieri e i diversi, rendersi responsabili di aggressione e omicidio di cittadini italiani e stranieri sono avvisaglie pericolose di una crescente attività fascista in atto nel paese.

Le istituzioni democratiche , troppo preoccupate di tecnicismi economici, non stanno contrastando efficacemente questa crescita, offrendo spesso “accoglienza e copertura “ alle organizzazioni fasciste del terzo millennio. Diffusamente sul territorio nazionale e internazionale sono state esse stesse “colonizzate” ai diversi livelli istituzionali, come Forza Nuova e Casa Pound in Italia o il Front National in Francia. A questo si aggiungano la crisi economica le forti forme repressive del dissenso politico e sociale in atto che configurano uno stato in cui sono in atto derive pericolose, sia nel corpo sociale che nelle istituzioni.

In alcuni stati europei la presenza fascista è maturata addirittura, attraverso le democratiche elezioni nella conquista del governo del paese come la destra nazionalista in Ungheria e le compagine naziste in molti paesi europei.

L’attuale orizzonte della memoria antifascista nel nostro paese è diventato troppo ristretto, limitato. Si riesce a negare come fascismo ogni cosa che non sia avvenuta dal ‘22 al’ 45. Le Associazioni, i partiti, le organizzazioni sindacali hanno perso così tanto il tema dell’antifascismo da consentire a gruppi di provocatori di razzisti e fascisti del terzo millennio di operare nei nostri territori , di compiere provocazioni nelle nostre città, di aggredire impunemente.. E così ancora oggi dobbiamo piangere e ricordare le vittime delle aggressioni fasciste, in Francia, in Grecia a in Italia

I rischi di fascismo più pericolosi stanno oggi in tutti quei partiti e organizzazioni che usano la violenza e l’omicidio come forma “politica” di intimidazione verso il diverso, nei messaggi e nelle pratiche razziste, nel diffondersi di identità territoriali e di nazionalismi, intese come baluardo contro le comunità multietniche.

Prima della resistenza armata, ci sono stati vent’anni di antifascismo quotidiano, nei territori e sui posti di lavoro, con donne e uomini espulsi dalle scuole e dalle università licenziati, carcerati, confinati torturati, uccisi e deportati. Un antifascismo che costruiva reti di resistenza territoriali al regime.

Come Madri per Roma Città aperta lanciamo un appello per un 25 aprile che unisca tutte le resistenze attuali contro ogni stato o regime che si basi sulle tante forme di fascismo ancor oggi esistenti in Italia e nel mondo. Un appello perché si percorrano percorsi antifascisti italiani europei e mondiali, che dovranno necessariamente unirsi e alimentarsi l’uno dell’altro con le loro peculiarità, attraverso un lavoro di conoscenza di sostegno fattivo reciproco.

Cos’è il fascismo oggi ? Cosa significa essere antifascista a 70 anni dalla Liberazione?

ne parliamo con:

Comitato Madri per Roma Città Aperta, Sez ANPI Renato Biagetti, Guido Caldiron, Stefania Zuccari, Rosa Piro, Agnes e Henry Meric, Collectif Antifasciste Paris Banlieu, Italo Di Sabato, Enrica Orlandi e Marco Visigalli, Sez. ANPI Walter Rossi, sez. ANPI Nido di Vespe, Nunzio D’Erme

Performance teatrale di Alessandra Magrini di Attrice contro

Sabato 18 aprile 2015 ore 17-  20 Sala Renato Biagetti – Città dell’Altra Economia Roma -Largo Dino Frisullo

“Tutti coloro che dimenticano il loro passato, sono condannati a riviverlo”

“In realtà, e nonostante alcune contrarie apparenze, il disconoscimento, il vilipendio del valore morale del lavoro era ed è essenziale al mito fascista in tutte le sue forme. Sotto ogni militarismo, colonialismo, corporativismo sta la volontà precisa, da parte di una classe, di sfruttare il lavoro altrui, e ad un tempo di negargli ogni valore umano. […] Allo stesso scopo tende l’esaltazione della violenza, essa pure essenziale al fascismo: il manganello, che presto assurge a valore simbolico, è lo strumento con cui si stimolano al lavoro gli animali da soma e da traino.” Primo Levi

Comitato Madri per Roma Città aperta

madrixromacittaperta@libero.it   http://madrixromacittaperta.noblo

2 COMMENTS

  1. Liberazione? In Italia abbiamo migliaia di militari stranieri e semmai il 25 aprile è il giorno del passaggio delle consegne tra nazi e americani……L’Italia è sempre stata una colonia e chi è di sinistra se lo dovrebbe ricordare……… perchè di fatto le elezioni il vecchio PCI non le avrebbe mai potute vincere (con il senno di poi è stato un bene, però……) in quanto gli americani non volevano…… e nel caso avesserro vinto comunque erano già pronti i manuali della CIA per rovesciare la situazione…. quindi di fatto in Italia hanno sempre governato appunto gli americani anche se con metodi non convenzionali, e se fossi un partigiano mi sentirei male per come si è ridotta l’Italia, praticamente una puttana alla mercè di tutti.

  2. E allora cosa ci stanno a fare alla corte di Vendola? A ridere dei giornalisti? O a vedere quanto è bello il Fiscal Compact prossimo a venire? Io certe cointraddizioni proprio non le sopporto.

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