Il Consiglio di Giustizia Amministrativa respinge la richiesta di sospensiva della sentenza del Tar. La soddisfazione dei legali del Coordinamento Regionale dei Comitati No Muos
di Carlo Perigli
Con ordinanza del 15 aprile, depositata oggi, il Consiglio di Giustizia Amministrativa ha respinto la richiesta, avanzata dal Ministero della Difesa, di sospensiva nei confronti della sentenza con cui il Tar lo scorso 13 febbraio ha bloccato i lavori del Muos, rinviando all’8 luglio la decisione del merito. Secondo il Collegio difatti, «le numerose e articolate questioni, di fatto e di diritto, al centro del ricorso, necessitano di un approfondito e sollecito esame nel merito».
Di fronte alle richieste avanzate dall’Avvocatura dello Stato, che ha richiesto di produrre una mail della US Navy che paventava la necessità di eseguire opere di manutenzione e verifica dell’impianto, il Collegio, presieduto dal giudice Raffaele Maria De Lipsis, ha stabilito che tali attività rientrano nelle competenze del custode nominato nell’ambito del sequestro penale, cui competono i poteri di conservazione e manutenzione. Secondo il Consiglio, «il sequestro preventivo frattanto disposto dal giudice penale [..] rende, allo stato, provvisoriamente intangibile la situazione di fatto, precludendo in questo momento il prodursi dell’effetto ripristinatorio paventato dalla difesa erariale come correlato alla sentenza impugnata».
«[N]on possiamo che essere soddisfatti della decisione del CGA che sottolinea come gli accertamenti tecnici del giudizio di primo grado rendano non accoglibili allo stato le richieste del Ministero della Difesa», hanno dichiarato in una nota i legali del Coordinamento Regionale dei Comitati No Muos. Ora il prossimo passo sarà rappresentato dalla decisione del Tribunale del Riesame di Catania, che lunedì dovrà decidere sull’impugnativa del sequestro. «Intanto – proseguono i legali nella nota – non possiamo che affermare con forza che ormai, anche da tutta l’attività giudiziaria fin qui svolta, risulti palese ed evidente la totale illegittimità del MUOS, che non smetteremo mai di denunciare».