Il consiglio italiano per i rifugiati boccia il piano della Mogherini: “I trafficanti frutto della chiusura delle frontiere. Pensare a ingressi regolari”
ROMA –“E’ un piano che ci lascia con molta delusione e perplessità, perché nei dieci punti non vediamo nulla di nuovo: otto punti sono la ripetizione di quello che già esiste, e solo per due punti si può parlare di un passo in avanti”. Commenta così, Cristopher Hein, direttore del Consiglio italiano per i rifugiati il nuovo piano di “azioni immediate” approvato ieri al Consiglio affari esteri del Lussemburgo, e presentato dal commissario Ue per l’immigrazione, il greco Dimitris Avramopoulos.
Il piano, nelle intenzioni di Bruxelles, rappresenta la prima risposta dell’Unione europea alla tragedia del Canale di Sicilia di sabato scorso, in cui (stando agli ultimi dati diffusi dall’Unhcr) avrebbero perso la vita 800 persone. Ma secondo Hein questa non è la soluzione per evitare che si verifichino altre tragedie del mare. “La parte più innovativa rappresenta il rafforzamento dell’operazione Triton in quanto a mezzi e a raggio operativo. Ma le modalità di azione sono ancora tutte verificare visto che non viene specificato nel documento – sottolinea -.In ogni caso mi sembra un passo nella direzione giusta, finalmente un’assunzione di responsabilità dell’Unione europea e degli stati membri per il salvataggio in mare. L’altro punto che mi sento di approvare è l’aumento degli sforzi per trovare posti per il reinsediamento dei rifugiati. Un aspetto positivo anche se il documento specifica che si opererà su base volontaria, quindi nessuno stato è obbligato ad aderire a questo piano”.
Per il direttore del Cir dunque, il documento programmatico di Bruxelles “non affronta la situazione né dà una speranza concreta di prevenzione per nuove tragedie. Noi auspichiamo che da qui a giovedì cambi ancora qualcosa – afferma- Perché se tutto si risolve con l’apporvazione di questo piano da parte del Consiglio europeo, vorrà dire che non avremo fatto nessun passo avanti”.
Ma cosa bisognerebbe fare? “In questo momento, anche da parte del governo italiano si parla molto di combattere i trafficanti di essere umani – aggiunge Hein- questo va benissimo, ma bisogna dire con chiarezza che se esistono i trafficanti è perché c’è un mercato. E il mercato è fatto di persone disperate che cercano di arrivare in Europa in questo modo perché non hanno alternativa, non possono cioè ottenere un regolare visto d’ingresso. Il vero problema è questo: la chiusura dell’Europa produce il mercato dei trafficanti. E questo è un problema che va affrontato a monte.” In questi giorni è tornata in auge anche l’idea di creare dei centri di smistamento per le domande di asilo in alcuni paesi dell’Africa. “ “L’idea di per sé non è sbagliata – aggiunge il direttore del Cir – ma bisogna capire operativamente come si agirà. Se in questi punti i richiedenti asilo possono presentare una domanda nell’ottica dell’ingresso protetto, cioè sarà poi possibile arrivare in Europa in maniera regolare, la proposta va nella giusta direzione. Non si deve trattare, invece, di un escamotage per respingere i migranti”.
(ec)
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