A Livorno antifascisti contro Coop. Napoli, il prefetto dirotta il corteo
di Checchino Antonini
Tra lavori forzati, retorica ufficiale e repressione preventiva, il settantesimo della Liberazione rischia in alcune città di trasformarsi in una beffa. Ecco due storie, una a Livorno, l’altra napoletana.
L’Unione Sindacale di Base il prossimo 25 aprile scenderà in piazza all’Auchan di Lodi, alla Coop di Livorno, al Superconti di Civita Castellana, etc… Per dire no allo shopping nel giorno della Liberazione.
«Tutti i paesi hanno un giorno di festa dedicato ai valori fondamentali intorno ai quali si riconosce la comunità. Il giorno della Liberazione significa democrazia, dignità, rispetto per chi ha dato la vita per un’ideale, diritto alla resistenza in difesa della giustizia e della libertà. Ma per molti lavoratori del commercio festeggiare questi valori non sarà possibile», scrive Usb in un comunicato.
Il centro della protesta sarà Livorno. Il prossimo anniversario della Liberazione sarà il 70esimo (1945-2015), e proprio in questo anno la Coop livornese in pompa magna sta festeggiando anche i suoi 70 anni dalla fondazione di quella che allora si chiamava “La Proletaria“.
Sabato mattina dalle 8.00 (ora di apertura del negozio) USB sarà al fianco dei lavoratori nel piazzale antistante il negozio Coop di via Settembrini a Livorno per un presidio di protesta contro questa decisione dell’azienda.
Nelle informazioni girate ieri dai contatti della Rete Antifascista Napoletana e dalle realtà aderenti al percorso di costruzione del 25 Aprile, preannunciavamo un ostracismo da parte della questura, che anticipava una difficoltà nel poter autorizzare il percorso del corteo proposto dalla Rete.
Intanto a Napoli è stato ribadito il divieto per il corteo a passare da Via Foria. La Rete Antifascista tutta ha sottolineato in queste settimane l’importanza di passare per pezzi della città dove il silenzio sulla stragi dei migranti e sulle derive xenofobe e razziste di questo paese alimenta un clima di odio nei confronti del diverso e di guerra tra poveri. Su Via Foria è presente la storica sede dei fascisti a Napoli, la Berta. Lo stabile ha ospitato per anni la sede dell’MSI, ed è da lì che 40 anni fa una molotov lanciata dagli sgherri del segretario della sezione, Michele Florino, uccisero Iolanda Palladino, bruciata viva dopo quattro giorni di agonia. Oggi quella sede è stata data in lascito alla figlia di Florino, e concessa al nuovo gruppo esponente del neofascismo in città, quello di Casapound. L’intenzione, dichiarata, del corteo, era quella di passare per quelle strade e per un quartiere che come tanti altri della città di Napoli subisce pesantemente lo scotto della crisi, e la propaganda razzista e fascista di organizzazioni come Casapound mira ad indirizzarlo nell’odio contro il diverso. «E’ paradossale che nel 70° anniversario dalla liberazione, a 40 anni dalla morte di Iolanda Palladino, per la quale avremmo affisso una targa di fronte al luogo dove fu brutalmente uccisa, una parte della città venga vietata al corteo antifascista – denuncia la rete – un corteo composto da comitati di lotta, movimenti sociali, gruppi di migranti, e realtà democratiche che portano ancora oggi la storia della cacciata dai nazifascista, tenuto interamente in ostaggio da un gruppuscolo di 20 neofascisti. Il 25 Aprile partiremo da piazza Garibaldi e attraverseremo in tutti i modi quel quartiere e quelle strade, e nessun impedimento dettato esclusivamente dalla volontà politica di equiparare i fascisti, aggressori e servi dei poteri forti, ai movimenti sociali e politici della città che ogni giorno propongono un’alternativa reale all’austerity e alle politiche di macelleria sociale, potrà bloccare la piazza!».