“IoDecido sul mio corpo. It’s time to react!”. Salute e diritti negati, lotta all’obiezione, un welfare che sostenga ogni donna nella scelta della maternità. Questo ed altro nella prima assemblea della rete romana “IoDecido”
di Marina Zenobio
Dopo due anni di azioni e interventi sul territorio romano, la rete “IoDecido”, nata sull’onda della lotta delle donne spagnole per la difesa del diritto all’aborto e l’autodeterminazione, ha convocato la sua prima Assemblea cittadina che si terrà l’11 maggio alle 17,30 presso la facoltà di Igiene dell’Università La Sapienza.
#IoDecido sul mio corpo! It’s time to react! è lo slogan di convocazione, perché è tempo di reagire contro gli effetti delle politiche di austerità che stanno colpendo le popolazioni europee. In particolare i tagli alla sanità che, per la Rete, “fanno il paio con il controllo sempre più feroce sui corpi delle donne”, e punta il dito contro l’ingerenza della chiesa cattolica che, soprattutto in Italia e Spagna, ha influenze evidenti sulle scelte politiche dei governi.
In questi due anni di esistenza la rete ha prodotto riflessioni e azioni, in particolare per quanto riguarda la legge 194, una legge che dovrebbe garantire a ogni donna il diritto di scegliere se portare o no avanti una gravidanza, ma la cui applicazione è seriamente messa a rischio a causa dell’elevata percentuale di medici obiettori di coscienza.
Abbiamo visto in azione la rete “IoDecido” in più di un’occasione a Roma.
Tra i vari interventi ricordiamo quello del 4 marzo 2014, che anticipava la grande manifestazione dell’8 marzo, quando la rete IoDecido occupò la sede nazionale dell’Ordine dei Medici per discutere i guasti dell’obiezione e venne violentemente allontanata dalla polizia.
Poi da novembre del 2014 le azioni al Policlinico Umberto I, dopo che l’unico medico che effettuava gli aborti era andato in pensione e lo storico reparto Ivg (Interruzione volontaria della gravidanza) aveva subito un fermo nella sua attività. Grazie anche all’intervento diretto della rete, due ginecologhe sono state assunte (comunque con modalità contrattuali molto discutibili che non sono passate inosservate), e oggi il repartino è tornato alla sua regolare funzione.
E ancora, meno di un mese, fa le donne di “IoDecido” sono tornate alla carica all’Ospedale San Camillo, preoccupate per la scelta di un nuovo primario di ostetricia e ginecologia obiettore. Come temuto la scelta è ricaduta su un medico obiettore di coscienza, ma non poteva essere altrimenti perché i candidati lo erano tutti, indistintamente. Ma la rete ha già pronta la richiesta per un incontro con il nuovo primario e una serie di domande e raccomandazioni sul fatto che, seppure la legge non impedisce che un obiettore di coscienza sia primario di un reparto come quello di ostetricia e ginecologia, avrà comunque il dovere sancito dalla stessa legge di garantire il rispetto della 194.
La rete ha però deciso di declinare il tema della salute, quale diritto universale per tutte e tutti, in termini più ampi come “il rifinanziamento di ospedali e consultori pubblici, la possibilità di un aborto libero e sicuro, lotta all’obiezione di coscienza, reale libertà di scelta tra aborto chirurgico e farmacologico (RU486), accessibilità alla pillola del giorno dopo h24, tutela della maternità consapevole, depatologizzazione della condizione trasgender”.
Insomma, vogliono essere libere di sceglie anche sulla maternità, attraverso un welfare che sostenga effettivamente ogni donna.
Un programma impegnativo, e l’assemblea dell’11 maggio rappresenta la possibilità di confronto e condivisione anche con altre strutture e realtà territoriali sensibili a questi temi, con cui continuare un percorso di lotta comune.