Perché tanto accanimento contro le politiche di Syriza in Grecia? Dieci sintetiche risposte del sociologo e politologo brasiliano Emir Sader
di Emir Sader*
Syriza deve fallire. Altrimenti come si potrà continuare a chiedere sacrifici a governi e popoli di altri paese europei, tra cui Spagna, Portogallo, Italia e Francia?
Syriza deve fallire. Altrimenti come mantenere le politiche di austerità sulle quale hanno giurato i governi dell’Unione Europea e le sue entità finanziarie?
Syriza deve fallire. Altrimenti come potrà il Fondo Monetario Internazionale continuare ad esigere, dai paesi che hanno firmato le sue carte d’intenti, che continuino a pagare le proprie quote e i rispettivi interessi?
Syriza deve fallire. Altrimenti come potranno gli altri paesi dell’UE continuare a dire ai propri popoli che non esistono alternative? Subire l’austerità oppure uscire dall’euro e subire un massacro globale!
Syriza deve fallire. Altrimenti gli spagnoli potrebbero credere che è possibile uscire dal bipartitismo e consegnare il paese alla guida di Podemos.
Syriza deve fallire. Altrimenti poi qualcuno potrebbe dire che ciò che stanno facendo paesi come Argentina, Brasile, Uruguay, Venezuela, Ecuador o Bolivia – cioè tentare di uscire dal modello neoliberista – potrebbe rappresentare una soluzione anche per l’Europa.
Syriza deve fallire. Altrimenti perderebbe terreno Angela Merkel e il suo discorso sull’inevitabilità dell’austerità, sul fatto che chi ha firmato deve pagare indipendentemente dai danni che ciò può provocare alle popolazioni dei paesi coinvolti.
Syriza deve fallire. Altrimenti apparirà un altro Alex Tsipras o un altro Pablo Iglesias a tradurre l’indignazione in nuove forze politiche, e ogni tornata elettorale sarà sempre più disperante per i partiti tradizionali.
Syriza deve fallire. Altrimenti sarà la fine dei: Non ci sono alternative – La storia è finita – Il Washington Consensus è inevitabile, ecc. ecc.
Syriza deve fallire. Per questo si devono demonizzare Syriza, Podemos e qualsiasi altra alternativa che appaia, prima che tutti e tutte si rendano conto che l’attuale mondo è inevitabile.
A meno che Syriza non fallisca.
*Brasiliano, laureato in sociologia e scienze politiche. Coordinatore del laboratorio di politiche pubbliche presso l’Università statale di Rio de Janeiro.
(Fonte ALAI- traduzione Marina Zenobio)