Era agli inizi del secolo scorso che il padre della CDU, Paul Otlet, iniziò a sviluppare la sua intuizione di web, che descrisse come “biblioteca irradiata”
di Mirna Cortese
Il concetto di ipertesto e di una rete universale di informazioni risale molto più in là del 1989, quando l’informatico britannico Tim Berners-Lee creò la rete informativa mondiale (World Wide Web). Negli anni ’30 del secolo scorso un bibliografo e documentarista belga iniziò a sviluppare l’idea con lo stesso concetto del Web. Il suo nome era Paul Otlet che, insieme a Henri La Fontaine, inventò la Classificazione Decimale Universale (CDU), il rimo sistema di classificazione a faccette ancora in uso in diverse biblioteche. Nel 1934, stesso anno in cui pubblica il suo Traité de documentation, Otlet si rese conto che i cavi e le onde radio avrebbero potuto unire il mondo e portare la conoscenza in ogni casa.
Lo scienziato descrisse un concetto che chiamò “biblioteca irradiata” secondo cui qualsiasi persona avrebbe potuto chiamare una biblioteca e ottenere informazioni sul tema desiderato. La sua idea prevedeva che gli usuari sarebbe stati aiutati da bibliotecari che avrebbero cercato i libri relativi all’argomento sollecitato e inviato le immagini delle pagine direttamente sullo schermo televisivo del richiedente.
Paul Otlet chiamò questo servizio “Libro Televisivo”. Segnalò anche che sarebbe stato molto utile dividere lo schermo in varie parti con l’obiettivo di poter confrontare più libri, oppure immagini o archivi di audio-video.
La biblioteca irradiata e il libro televisivo di Otlet erano solo una parte di un ambizioso progetto dello scienziato belga: una nuova “città mondiale” della pace che immaginò nel 1895 e iniziò a trasformare in realtà nel 1910, con la fondazione del Mundaneum, un enorme edificio alla cui costruzione partecipò anche Le Corbusier, che avrebbe dovuto contenere l’archivio della conoscenza sistematizzata di tutta l’umanità. La conoscenza avrebbe portato alla vicinanza, alla condivisione, alla pace. Alla sua morte, avvenuta nel 1944, Otlet aveva accumulato in quell’archivio oltre 12 milioni di atti e documenti.
Durante la Seconda Guerra Mondiale, con l’invasione del Belgio da parte della Germania, il progetto venne sospeso, Otlet interrogato e sospettato per le sue frequentazioni con stranieri, ebrei compresi. Dopo la fine della guerra e la sua morte i contributi di Otlet caddero nel dimenticatoio e solo dopo l’esplosione del fenomeno di Internet il Mundaneum – oggi Centro archivi della Fédération Wallonie-Bruxelles con sede a Mons, nella provincia Belga di Hainaut – è stato rivalutato e spesso definito “un Google su carta” un Google de papier o anche come “il geniale antenato di Google” l’ancêtre génial de Google.
Per Paul Otlet però il sogno di una “città mondiale” che avrebbe ospitato lo scibile umano, della “biblioteca irradiata” e del “libro televisivo” che ne avrebbe permesso una veloce fruibilità, non rappresentava solo un desiderio da bibliografo. La Cité Mondiale doveva essere un centro internazionale della conoscenza per la pace il cui obiettivo, come Otlet amava scrivere, era “condurre ad un’armonia universale per la promozione del progresso”.
E quindi l’idea che tutto il mondo abbia accesso alle informazioni non è poi così recente ma, alla luce dei fatti e per chi ha il controllo della Rete, è difficile affermare che sarà la chiave per raggiungere quel futuro di pace a cui tutti auspichiamo, e che Otlet aveva immaginato.