Un film, protagonista Toni Garrani: come a 50 anni insieme al lavoro si perde il posto nel mondo
[di Nicola Irogome]
Sentirsi il fiato sul collo 50 anni. Quando vorresti chiudere i conti col passato e guardare, con un pelo di serenità, al futuro a quello che ti resta da vivere. Basta poco. Perdere il lavoro. Come ci racconta, con la densità ed il volto di Toni Garrani, “Fuorigioco” il film di Carlo Benso, ambientato in una Testaccio notturna, lunare ed allucinata, che fa da quinta estranea ed estraniata ad una tragedia annunciata. Un dramma come quello che tanti over 50, disoccupati, in cassa integrazione o in mobilità, quotidianamente si trovano avivere in italia. Si tratta delle vicende, la discesa al suo inferno personale, del cinquantacinquenne Gregorio Samsa, licenziato dai nuovi proprietari della multinazionale nella quale lavora. Senza più ruoli, la maschera con cui presentarsi in società, Gregorio non riesce, al contrario di tanti suoi coetanei, a restituire un senso alla sua vita al netto di quello che fino a poco prima si leggeva scritto sul suo biglietto da visita. Perderà anche la compagna, gli affetti, la serenità e, forse, anche la vita. Ma, su questo la storia, ci lascia un sospeso, che non si sa dire di speranza o di redenzione. Storia amara, specchio di quanto sta accadendo in Italia ormai da decenni. Il protagonista non ha problemi economici, non chiede soldi, chiede solo di essere di nuovo parte attiva nella società, di essere considerato nuovamente utile.
“Il film vuole essere un monologo sullo svegliarsi di mattina e non riconoscersi più”, dice il regista. Una metafora kafkiana – Samsa era il cognome del protagonista de “La metamorfosi” del Maestro praghese – nella quale il silenzio, le giornate vuote ruotano intorno al protagonista. Al centro non ci sono potere o soldi, quanto l’improvvisa rottamazione di un’identità costruita durante il corso di una vita intera nel contesto di un sistema che ci identifica non in quello che siamo o vorremmo essere, ma in quello che facciamo e nel quale siamo costretti a riconoscerci per essere riconosciuti, e che soffoca la fantasia le aspirazioni in cortocircuiti di necessità e loop comportamentali. Fuorigioco, insomma, film che incrocia argomenti sociali ed individuali, a partire dalla perdita del lavoro e del proprio posto del mondo, che significa perdere la casella in cui siamo inseriti ed ogni relazione con tutte le altre che circondano e che – come accade al protagonista – può anche esprimersi nella violenta appropriazione di persone per poter cinicamente riaffermare la propria identità.
Il trailer ufficiale di Fuorigioco
In programmazione al Cinema Aquila di Roma dal 3 giugno
l film sarà in programmazione al Cinema Aquila di Roma dal 3 giugno all’8 giugno 2015, con una presentazione del regista alla prima proiezione. Il Film prodotto da Riofilm in associazione e distribuito nel gennaio del 2015, si è già guadagnato Premi e menzioni nei festival del cinema indipendente sia per il cast che per la produzione.