Ecco i Navy Seal Team Six, diventati famosi per aver ucciso Bin Laden. Il NYT rivela particolari sulle loro azioni e le loro terribili “feste della morte”
di Marina Zenobio
Sono i Navy Seal Team 6, definiti élite delle élite, quelli che uccisero Bin Laden. Il New York Times ha rivelato alcuni particolari delle azioni di questa squadra in Yemen, Pakistan, Afghanistan, Irak, Siria e Somalia, finora tenuti segreti.
La morte di Bin Laden gli diede lo status di “stelle di Hollywood”, non è che però prima questi militari delle Forze Speciali della Marina Usa fossero sconosciuti, solo che loro popolarità veniva dopo altre unità con nomi più terrificanti, come la Delta Force, che è dell’esercito.
All’interno dei Navy Seal ci sono diverse squadre, il gruppo più selezionato è, appunto il Team 6.
Dopo gli eventi del 2 maggio 2011 nella città pakistana di Abbotabad, di cui sappiamo per certo solo che Bin Laden era vivo quando arrivarono e morto quando se ne sono andati, le forze speciali della Marina Usa sono entrati nelle case di ogni americano come qualcuno di famiglia. E questo grazie anche a film come “Zero Dark Thirty”, diretto da Kathryn Bigelow, e “Captain Phillips” di Paul Greengrass e ruolo di protagonista a Tom Hanks.
Le “killing fests”
Si conciano come se fosse “Pirati dei Caraibi” ma i membri del Team 6 sono molto più duri di Johnny Depp e dei suoi amici pirati. Il NYT racconta che durante il loro intervento in Afghanistan ogni notte hanno ucciso, mediamente, tra le 10 e le 15 persone, con picchi che sono arrivati anche a 25.
Sono azioni che la squadra ha battezzato “killing fests”, feste della morte. Una espressione che, secondo la testimonianza di un ex membro del Team 6, in Afghanistan “era routine”.
La ragione sta nel fatto che nella misura in cui le Guerre in Irak, e soprattutto in Afghanistan, si prolungavano, gli Forze Armate Usa iniziarono ad usare questa unità in sempre più azioni. Così passò dall’essere impiegata in situazioni estreme a subentrare nel combattimento quotidiano. Ci fu un tempo in cui i Seals furono impiegati in Afghanistan per combattere semplici teppisti, secondo una fonte anonima citata dal New York Times.
Esecuzioni sommarie, colpi di pistola alla nuca e l’ordine di non lasciar vivo nessun giovane quando si entra in una città sono la norma. Norma che, sempre secondo quanto riportato dal quotidiano statunitense, ha provocato le proteste delle forze armate britanniche e persino di un ostaggio americano dei talebani, il medico Dilip Joseph, che denunciò le modalità brutali della sua liberazione. In quell’operazione, avvenuta nel 2010, un Seal del Team 6 rimase ucciso, probabilmente per “fuoco amico”.
Secondo quanto denunciato dal dottor Joseph, gli altri membri della squadra vollero vendicare la morte del compagno giustiziando Wallakah, un talebano di 19 anni accusato di aver ucciso il Seal morto durante l’azione. E l’esecuzione di Wallakah avvenne a operazione conclusa, mentre il Team 6 si preparava a salire sugli elicotteri per abbandonare velocemente la zona. Sembra però che la testimonianza del dottor Joseph è stata messa in discussione a causa di altre sue dichiarazioni con cui avrebbe elogiato la “moralità” dei suoi sequestratori.
Quanti sono
Il Team 6 del Navy Seal è composto da 1.800 membri. Di questi 1.500 sono impiegati in azioni di appoggio. Poi c’è lo Squadrone Blu, composto da 200 altamente specializzati in azioni di combattimento, e lo Squadrone Nero, con 200 unità che si dedicano ad attività di spionaggio e sono presenti anche donne. Quest’ultima unità è spesso presente nelle ambasciate americane e, nel 2011 in Yemen, ha svolto un ruolo chiave nell’assassinio di Anwar al-Alwaki, imam, ingegnere statunitense naturalizzato yemenita, ritenuto erroneamente membro di Al Qaeda.
Il Team 6 del Navy Seal è stato creato nel 1981, dopo la catastrofica operazione della Delta Force per liberare gli ostaggi statunitensi all’interno dell’ambasciata Usa a Teheran.
Tutto è segreto
Le leggi del Team 6, come negli altri gruppi delle Forze Speciali, non sono le stesse di qualsiasi altro soldato americano. Lo Squadrone Nero, per esempio, spesso indossa indumenti tradizionali delle aree in cui opera. Mentre lo Squadrone Blu è famoso per le sue risse, la sua aggressività, e ad anche per la propensione all’abuso di alcol e droga.
Come ha spiegato un anonimo soldato statunitense che che ha fatto parte di queste unità in Afghanistan: “ Tutto il mondo lo sa che sono coinvolti nel traffico di droga e di armi e che le regole si applicano rigorosamente agli altri, per loro non esistono”.
I Navy Seal sono noti tra le altre unità delle Forze Armate Usa per il loro egocentrismo e la loro ansia di protagonismo. Ma anche per certi dettagli idiosincratici, come l’uso di coltelli, spade e “tomahawks”, ovvero piccole asce utilizzate dagli indiani, fabbricate da Daniel Winkler, colui che disegnò le armi per il film “L’ultimo dei Mohicani”.
nulla di nuovo sotto il sole, cosa pensiamo dei nostri Arditi di fascista memoria? non erano drogati? durante i nei miei viaggi nel mondo ho raccolto considerazioni di ex SS ex legionari ……..quando arrivavamo in villaggio la prima cosa era uccidere i bambini…perchè? perchè loro si ricorderanno di te e tu no perchè saranno cambiati fisicamente………torturavo prigionieri e animali….. nel ’68 de gaulle ci mandò nei cortei studenteschi con carta bianca entravamo nei bar e non si pagava, erano al corrente, questi non si reitegreranno mai nel mondo normale ma molti passeranno nelle varie polizie………no pasaran.
Ecco i Navy Seal Team Six, diventati famosi per aver ucciso Bin Laden. Ma soprattutto per essere tutti ( o quasi ) morti dopo dopo questa balla.