Uno studio della Nasa lancia un preoccupato allarme circa l’approvvigionamento idrico mondiale. L’appello però cade nel vuoto
di Marco Vulcano
Aiuto, siamo a secco. Di denaro? Sì, anche. Ma stavolta l’allarme riguarda l’acqua e a lanciarlo è la Nasa.
Uno studio degli scienziati dell’agenzia responsabile del programma spaziale degli Stati Uniti d’America, condotto utilizzando dati prelevati nel corso di oltre un decennio, afferma che il livello di oltre la metà delle più grandi falde acquifere del Pianeta si sta abbassando in modo decisamente preoccupante. Addirittura 20 delle maggiori 37 falde idriche mondiali hanno superato il “punto critico di sostenibilità”. Ovvero, subiscono un prelievo di acqua maggiore di quanta sono in grado di produrne, che per una risorsa rinnovabile è cosa piuttosto grave. Di queste 20, addirittura 13 sono state collocate dallo studio statunitense nella fascia di maggior criticità.
Il problema, secondo la Nasa, può tuttavia solo ingigantirsi, dato il crescente fabbisogno dovuto alla crescita della popolazione mondiale e ai grandi consumi dell’agricoltura intensiva.
Jay Famiglietti del Nasa’s Jet Propulsion Laboratory, ha dichiarato al Washington Post che la situazione è critica. In California, dove ha sede il laboratorio in cui lavora Famiglietti, a causa della prolungata assenza di piogge si sta attingendo alle falde acquifere per il 60% del consumo idrico totale – di norma le falde forniscono il 35% dell’acqua usata dagli esseri umani per gli scopi più disparati – e le previsioni sono addirittura peggiorative. Entro la fine dell’anno, molto probabilmente la California potrà rifornirsi di acqua solo attingendo quasi esclusivamente alle falde acquifere, che per riempirsi impiegano in media migliaia di anni.
L’allarme è di quelli che fanno saltare sulla sedia e impongono un radicale e fulmineo cambio di sistema economico, consumi e società. E invece negli Usa devono aver imparato dall’Italia, dove ogni volta che si parla di una grave criticità ambientale si derubrica il tutto ad allarmismo dei soliti “comitatini ambientalisti” (la definizione è di Renzi), salvo poi ricredersi dopo alcuni decenni, quando oramai è troppo tardi (il Club di Roma ha pubblicato il testo I Limiti dello Sviluppo del 1975. All’epoca furono bollati per pazzi allarmisti, oggi si discute di quello che c’è scritto in quel libro). Così, nonostante lo studio e l’allarme lanciato dalla Nasa, proprio in California – che dallo in oggetto studio emerge come una delle regioni statunitensi messe peggio – si stabilisce il record assoluto per la costruzione di piscine in vista dell’estate. Vogliamo mettere quanto è più importante un bel bagno refrigerante per i californiani (solo quelli che possono pagare l’ingresso) rispetto alla siccità mondiale?
Ma possibile che sappaino solo fare i catastrofisti e non sanno che é stato recentemente inventato e brevettato un desalinatore che permette di BERE acqua di mare?