La prima nave della Freedom Flotilla3 ha lasciato il porto di Creta in rotta verso Gaza. Altre quattro navi che compongono la Flotilla la seguiranno a breve
di Marina Zenobio
Questa mattina la prima nave della Freedom Flotilla ha lasciato il porto di Creta in rotta verso il porto di Gaza. Altre quattro navi che compongono la Flotilla la seguiranno a breve con l’obiettivo di rompere il blocco navale imposto dal governo di Israele. A bordo complessivamente oltre 50 persone tra attivisti e membri dell’equipaggio in rappresentanza di 20 nazioni dovrebbero raggiungere a fine mese il porto di Gaza per chiedere alla comunità internazionale la sua apertura.
Il condizionale è d’obbligo considerando il tragico epilogo della prima missione del 2010 quando, durante un abbordaggio manu militari, un commando della marina militare israeliana uccise nove militanti della nave turca Mavi Marmara, e poi la successiva naufragata a causa di un sabotaggio agli alberi di trasmissione delle navi. Ci auguriamo davvero che la Freedom Flotilla III possa raggiungere Gaza sana e salva “per esprimere la solidarietà a livello internazionale nei confronti del popolo palestinese” come spiegato da un medico greco imbarcato sulla nave svedese Marianna di Göteborg, la prima a lasciare l’isola greca di Creta in rotta verso Gaza.
Tra gli attivisti imbarcati anche Estefania Torres, parlamentare spagnola di Podemos, e l’ex presidente tunisino Moncef Marzouki che attraverso la stampa ha lanciato un appello a Israele: “Concedere l’autorizzazione di attraccare a Gaza è un’azione che aprirebbe la strada ad un processo positivo. Noi vogliamo solo pace, una pace giusta e duratura”, ha poi giunto che con la sua presenza, e con quella di altre personalità, spera di evitare che si ripeta la tragedia della Mavi Marmara.
Ma la presenza tra i membri della Freedom Flotilla III che ha fatto saltare i nervi al governo di Tel Aviv, è in particolare quella di Basel Ghattas, parlamentare della knesset israeliana per la Lista Araba Unita. Fin dalla dichiarazione della sua disponibilità a partecipare alla missione si è scatenata la polemica dei politici israeliani. Tzipi Hotovely, vice ministro degli esteri, ha dichiarato che il suo ministero “farà di tutto per impedire alla Flotilla di entrare in acque territoriali israeliane”, ha poi accusato Ghattas di remare contro Israele perché partecipando a questa missione “dimostra di essere al servizio del nemico sfruttando la protezione dell’immunità parlamentare”.
A sorpresa, ma fino a un certo punto come riporta l’agenzia Nena News, anche il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, si è schierato contro la missione volta a rompere il blocco navale di Gaza attuato da Israele dichiarando che questa nuova missione della Flotilla, a suo avviso, non servirà ad alleviare le disastrose condizioni dell’enclave palestinese.
Intanto Freedom Flotilla Italia chiama alla mobilitazione con un sit-in al Colosseo per martedì 30 giugno alle 17, giorno in cui è previsto l’arrivo delle navi a Gaza. Tuttavia, uno degli attivisti di Flotilla Italia, Germano Monti, fa sapere tramite il suo account facebook che la data del 30 giugno è puramente indicativa perché non è possibile sapere esattamente in anticipo cosa avverrà e nemmeno quando avverrà. “Tutti speriamo che le nostre navi possano raggiungere Gaza e archiviare così il crimine storico di un assedio che dura da troppi anni” dichiara Monti.
La proposta di Freedom Flotilla Italia è dunque quella di mobilitarsi, “con appuntamento al Colosseo alle 17, il primo giorno utile dopo gli eventi. In pratica se la Flotilla riuscisse a raggiungere Gaza nel pomeriggio di lunedì 29, l’appuntamento sarà alle 17.00 di martedì 30 per festeggiare. Se l’ingresso nel porto di Gaza City avvenisse durante la notte o all’alba di un giorno qualsiasi, ci si vede al Colosseo alle 17.00 del giorno stesso”.