Il 2 luglio in piazza del Carmine a Genova per ricordare Don Gallo e parlare dell’emergenza migranti con Landini e Cecilia Strada.
[Ludovica Schiaroli]
Se Don Gallo fosse vivo sarebbe a Ventimiglia con i migranti che resistono sugli scogli di ponte San Ludovico. Lo ha dichiarato Chionetti quando insieme a Stefano Rebora e ai volontari di Music for Peace è andato a Ventimiglia per incontrarli e portar loro generi di prima necessità. “Sulla strada del ritorno, con i ragazzi della Comunità – racconta Chionetti –abbiamo pensato che quest’anno, la nona edizione di “Mi hanno rubato un prete”, non potesse essere una festa ma doveva diventare l’occasione per portare al centro del dibattito il tema dell’accoglienza negata, l’intolleranza della fortezza Europa, la paura dell’altro”.
Il 2 luglio dalle 20,00, nella piazza del Carmine che vide una comunità insorgere quando la Curia, 45 anni fa, volle spostare Don Gallo dalla sua parrocchia a causa di prediche troppo libere e anticonformiste, si parlerà dei migranti che dall’8 giugno scorso sono accampati tra gli scogli e la stazione di Ventimiglia in attesa di passare la frontiera. Con la Comunità San Benedetto ci saranno Luca Borzani, Cecilia Strada, Maurizio Landini, Matteo Lupi, Alberto Mossino e Alessandra Ballerini. “Tra Ventimiglia e l’Europa passando da Genova, non costruire paure ma consapevolezze”, è il titolo che disegna la fotografia di quello che vorremmo ci fosse e invece manca. Quello di cui avrebbero bisogno questi uomini e queste donne, che fuggono per la maggior parte da guerre e miseria, lo denuncia Alessandra Ballerini, l’avvocato attivista che da anni segue e aiuta i migranti in Italia: “sono giorni che con il supporto dei due parlamentari genovesi Quaranta e Pastorino chiediamo alla questura di Imperia di dare la possibilità ai richiedenti asilo in Italia di poterlo fare da Ventimiglia. Ci rimpallano da un ufficio all’altro e il risultato è che ci sono dodici migranti che vorrebbero fare richiesta di asilo e a Ventimiglia non c’è la possibilità di compilare il modello C3, che si trova invece a Imperia. Una situazione surreale in un paese, diciamo, civile”. Un altro segnale di “civiltà” arriva da una nota del sindaco di Alassio che, appresa la notizia che gli sarebbero toccati 8 migranti, ha detto di non poterli ospitare, perché in questa stagione “deve tutelare i turisti”.